itinerari alla scoperta dei sapori
dell’entroterra
3 giugno – 25 novembre 2007
organizzato da:
Associazione culturale PerCorsi Paralleli
con la compartecipazione di:
Provincia di Ancona -
Assessorato al turismo
Provincia di Pesaro e Urbino -
Assessorato al Turismo
CIA provinciale di Ancona
CIA Provinciale di Pesaro e Urbino
Anche quest’anno gli itinerari di TIPICANDO
porteranno i visitatori alla scoperta
dell’entroterra e delle sue tradizioni: dalla
produzione artigianale dei prodotti tipici agli
antichi mestieri ai borghi e ai luoghi sconosciuti
ai più.
Nata nel 2005 ad opera dell’associazione Culturale
PerCorsi Paralleli TIPICANDO ha visto
in questi due anni di attività la collaborazione di
alcuni enti pubblici tra cui l’assessorato al
Turismo della Provincia di Ancona, la CIA Ancona, il
Call Center Alta Marca, STL Misa Esino Frasassi,
Associazioni albergatori di Senigallia ed alcuni
Comuni.
L’intento è stato anche quello di creare delle
sinergie e di “fare sistema” tra le realtà operanti
nel territorio: aziende, associazioni di categoria,
STL, Province e Comuni.
Un’attenta selezione dei luoghi e delle aziende ci
permette di offrire un prodotto di elevata qualità,
fruibile non solo dai turisti e viaggiatori che si
recano in villeggiatura nella nostra Regione, ma
anche da coloro che abitano il territorio e
desiderano conoscerne le sua caratteristiche, quelle
persone cioè che saranno i promotori stessi del
territorio.
Ogni itinerario è incentrato su un’eccellenza che
può essere un prodotto tipico, una realtà
storico-culturale o archeologica oppure un percorso
naturalistico.
Nel caso dei prodotti tipici si parte da una visita
ad un’azienda agricola nella quale vengono spiegati
i processi di lavorazione delle materie prime e si
assiste (quando possibile) alla trasformazione delle
stesse in prodotto finale. A questa breve parte
“didattica” segue una degustazione guidata in cui è
possibile assaggiare i vari prodotti dell’azienda e
anche acquistarli.
Questo perché tra le finalità di TIPICANDO
c’è anche quella di promuovere e valorizzare quelle
aziende che si adoperano per mantenere vive le
tradizioni enogastronomiche locali. Le visite in
azienda hanno infatti lo scopo di avvicinare il
potenziale consumatore non solo al prodotto, ma
anche e soprattutto al produttore e al processo di
produzione che sono spesso sconosciuti a chi fa
acquisti nei supermercati. In tal modo si
sensibilizza il consumatore all’acquisto
responsabile e si permette al produttore di ampliare
la diffusione e la commercializzazione dei propri
prodotti.
La
componente culturale è rappresentata dalle varie
realtà storico-artistiche, archeologiche o
naturalistiche che durante le visite guidate ai
borghi vengono toccate dall’itinerario stesso:
musei, centri storici, mostre o eventi presenti,
convegni tematici, ricorrenze tradizionali e
folkloristiche.
Presentazione del calendario
degli appuntamenti
“Tipicando - itinerari alla
scoperta dei sapori dell’entroterra”
3 giugno – 25 novembre 2007
Spiagge, colline, montagne,
città, piccoli borghi, rocche, castelli,
santuari, abbazie, musei, aziende agricole,
prodotti tipici… questo e molto di più a
TIPICANDO.
Venti itinerari alla scoperta
dell’entroterra marchigiano per immergersi in
una realtà sospesa nel tempo dove cultura,
storia, arte, tradizione e natura si fondono con
i profumi, i sapori e i colori di un paesaggio
rurale intatto e carico di suggestioni per
regalare ai visitatori emozioni uniche e
indimenticabili.
domenica 3 giugno – NELLA VECCHIA
FATTORIA
- Località:
San Lorenzo in Campo
Visita guidata ad una fattoria
didattica con passeggiata nel bosco e
attività didattiche per grandi e piccini.
Pranzo con i prodotti della fattoria e visita
guidata al Museo delle Terre Marchigiane.
(Dettagli…)
domenica 10 giugno – SE SON ROSE…
FIORIRANNO
- Località:
Ostra
Visita ad un antico roseto
e al Santuario della Madonna della Rosa.
Passeggiata per le vie del centro storico di
Ostra, pranzo a tema e visita ad un’azienda
florovivaistica.
(Dettagli…)
domenica 17 giugno – IL SENTIERO
DEL GRANCHIO NERO
- Località: Castelplanio
Passeggiata naturalistica
lungo il “Sentiero del granchio nero”, visita al
centro storico di Castelplanio e alla
Civica Raccolta d’Arte. Pranzo in ristorante
tipico con menù a base di prodotti locali.
(Dettagli…)
domenica 24 giugno – LA VIA
ROMANA -
Località:
Castelleone di Suasa
Visita guidata al Parco
Archeologico e al Museo dell’antica città
di Suasa, pranzo con menù del legionario
e visita guidata alla
Chiesa di San Gervasio di Bulgaria.
(Dettagli…)
domenica 1 luglio – FRATTULA: LA
MEZZADRIA, LA TERRA, I PRODOTTI -
Località:
Scapezzano/Castel Colonna
Visita guidata al museo di
storia della Mezzadria e alla chiesa
Madonna delle Grazie. Passeggiata guidata
nell’antico castello di Scapezzano,
pranzo, visita guidata ad un’azienda
vitivinicola delle Terre di Frattula.
(Dettagli…)
domenica 15 luglio – FRUTTI
PREZIOSI -
Località:
Sant’Ippolito
Visita ad un’azienda
agricola per raccogliere con le proprie mani
i deliziosi frutti di stagione ed apprendere
come utilizzarli in cucina. Nel pomeriggio
visita guidata al centro storico di Sant’Ippolito
e alle botteghe
degli scalpellini.
(Dettagli…)
domenica 29 luglio – I TESORI DEL
METAURO -
Località:
Montemaggiore al Metauro/ Saltara
Visita a Montemaggiore al Metauro
e al Museo Winston Churchill,
visita
ad un’azienda in cui si produce
Bianchello del Metauro e degustazione
guidata di vino. Visita al Museo della
Scienza e al planetario della Villa del Balì.
Cena a base di prodotti delle terre del Metauro.
(Dettagli…)
domenica 12 agosto – I “COCCI”
DI FRATTE ROSA -
Località:
Fratte Rosa
Visita guidata al Convento di
Santa Vittoria e al museo
demoetnoantropologico delle terrecotte,
visita ad una bottega artigiana e visita al
centro storico di Fratte Rosa. Cena in
ristorante tipico a base di ricette al coccio.
(Dettagli…)
domenica 26 agosto – VIAGGIO NEL
TEMPO -
Località:
Fonte Avellana
Escursione lungo gli antichi
sentieri percorsi dai monaci di Fonte Avellana
verso la grotta di San Pier Damiani e
visita guidata all’Eremo. Pranzo in
ristorante tipico e visita a Serra Sant’Abbondio
e alla cripta di San Biagio.
(Dettagli…)
domenica 9 settembre - PERCORSO
diVINO -
Località:
Cupramontana
Visita guidata presso due cantine
in cui si produce il Verdicchio dei Castelli di
Jesi e visita al Museo dell’etichetta di
Cupramontana. Suggestivo pranzo in
cantina.
(Dettagli…)
domenica 16 settembre – VINO,
ORCI E ROCCHE’nroll
- Località:
Barchi/Mondavio
Visita al museo degli orci e
degli orciai di Barchi
e visita al centro storico del piccolo castello.
Visita ad un’azienda di Bianchello del
Metauro, pranzo con degustazione di vino e
visita guidata al castello di Mondavio e alla
sua rocca.
(Dettagli…)
domenica 23 settembre LE ANTICHE
USANZE –
Località:
Piticchio/Serra de’ Conti
Visita ad un’azienda biologica
in cui producono legumi e cereali tra cui la
cicerchia di Serra de’ Conti. Pranzo a base
di prodotti della tradizione e visita al
Museo delle Arti Monastiche “Le stanze del Tempo
sospeso”. A seguire
visita guidata al borgo di Serra
de’ Conti
(Dettagli…)
domenica 30 settembre – SULLE
ORME DEI FOLLETTI
- Località:
Urbania
Visita guidata e attività ludiche
nel Bosco dei Folletti
per una giornata dedicata alle famiglie e a
tutti coloro che credono nelle favole e amano
sognare. Pranzo in compagnia dei folletti che
doneranno un grazioso ricordo della giornata a
tutti i bambini.
(Dettagli…)
domenica 7 ottobre – L’OASI DEL
VITELLONE MARCHIGIANO -
Località:
Jesi
Visita ad un allevamento di
bovini di razza marchigiana con
degustazione di prodotti tipici. Visita guidata
a Jesi e pranzo presso l'Enoteca
Regionale per assaggiare i deliziosi piatti
tipici e gli ottimi vini della nostra regione.
Nel pomeriggio escursione naturalistica
all’Oasi di Ripa Bianca.
(Dettagli…)
domenica 21 ottobre – IL SAPORE
DELLE LACRIME -
Località:
Morro d’Alba
Passeggiata nel centro storico
di Morro d'Alba, visita a due cantine di
Lacrima e pranzo in ristorante tipico.
(Dettagli…)
domenica 28 ottobre – C’ERA UNA
VOLTA… IL FORMAGGIO
- Località:
Ostra/Ostra Vetere
Visita ad un'azienda agrocasearia
per assistere alla realizzazione del formaggio.
Pranzo a base di prodotti tipici e
passeggiata guidata nell’area archeologica di
Ostra Antica, alla casa di terra e al
centro storico di Ostra.
(Dettagli…)
domenica 11 novembre – DELIZIE IN
ABBAZIA -
Località:
Chiaravalle/Moje
Visita guidata alle stupende
abbazie di Santa Maria in Castagnola a
Chiaravalle e di Santa Maria delle Moje.
Pranzo in ristorante tipico e visita ad
un’azienda in cui si produce il lonzino di
fico.
(Dettagli…)
domenica 25 novembre – L’APERTURA
DELLE FOSSE -
Località:
Cartoceto/ Mombaroccio
Visita guidata ad un’azienda
produttrice di formaggio di fossa dove
sarà possibile assistere all’apertura delle
fosse e degustare i formaggi appena usciti dalle
fosse. Pranzo in osteria e visita guidata al
Museo della civiltà contadina di Mombaroccio.
(Dettagli…)
per partecipare:
quota di partecipazione: 30 €
(La quota comprende: le visite
guidate, il pranzo o la cena, la degustazione
dei prodotti e gli ingressi ai musei.)
RIDUZIONI:
Bambini da 6 a 12 anni
riduzione del 25%.
Bambini da 0 a 5 anni GRATIS
(pranzo non compreso)*
*Possibilità
di pranzo a 10 € da segnalare al momento della
prenotazione.
La prenotazione è obbligatoria
e da effettuarsi entro il giovedì
precedente la data dell’itinerario.
Al momento della prenotazione
verranno indicati l’orario e i diversi punti d’
incontro.
L’organizzazione si riserva di
modificare e/o cancellare gli appuntamenti
qualora non si raggiunga un numero minimo di
partecipanti.
Info e prenotazioni:
PerCorsi Paralleli
Tel. 320 0971943 – Fax 0721
826027
info@percorsiparalleli.it
www.percorsiparalleli.it
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domenica 3 giugno
itinerario: NELLA VECCHIA FATTORIA
Visita guidata ad una fattoria didattica con
passeggiata nel bosco e attività
didattiche per grandi e piccini. Pranzo con i
prodotti della fattoria e visita guidata al Museo
delle Terre Marchigiane.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
San Lorenzo in Campo
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 31 MAGGIO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 10 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Immersi nella paesaggio collinare marchigiano, a
pochi chilometri da Pergola, esiste una realtà in
cui il tempo pare essersi fermato. Paolo e Bini due
una giovane coppia appassionata di natura e ambiente
ha scelto di abbandonare i ritmi frenetici e
“innaturali” della città per dedicarsi alla campagna
e fare i contadini. Dopo 16 anni di duro lavoro ora
conducono con successo e sacrificio una bella
fattoria dove con metodi biologici e biodinamici
coltivano cereali, legumi e ortaggi e allevano
pecore di razza Fabrianese.
La
passione per il loro lavoro e il desiderio di
trasmetterlo alle nuove generazioni ha spinto Paolo
e Bini a fare della propria fattoria una fattoria
didattica, dove grandi e bambini possono
riscoprire i valori e le tradizioni di un tempo
ormai passato i cui valori e le cui tradizioni hanno
costituito l’elemento portante della nostra società.
Il
percorso inizia con una visita alla fattoria vera e
propria dove sarà possibile vedere come anticamente
veniva fatto il formaggio con il “preso” ovvero lo
stomaco del vitello per poi passare a visitare la
serra a letto caldo dove vengono coltivati ortaggi
rari al fine di tutelarli dal rischio d’estinzione.
La visita prosegue con una piacevole passeggiata
all’ombra del fitto bosco che circonda la fattoria
per imparare a riconoscere le specie arboree e, con
un po’ di fortuna, avvistare qualche animale
selvatico. Dopo la passeggiata cosa meglio di un
buon pranzo preparato con i prodotti della
fattoria può ristorare il corpo e la mente dalle
fatiche della mattinata?
L’itinerario prosegue, nel
pomeriggio, con una visita ad uno dei migliori musei
demoantropologici della zona: il museo delle
Terre Marchigiane di San Lorenzo in Campo che
costituisce una testimonianza fedele della civiltà
rurale, mezzadrile ed artistica delle Marche del XIX
e XX secolo e che costituisce una sorta di ricerca
socio-culturale dei luoghi e degli oggetti
utilizzati tra la fine dell’ottocento e i primi
decenni del Novecento. Le macchine e le piccole
utensilerie quotidianamente impiegate dalle genti
marchigiane hanno suggerito l’allestimento e la
ricostruzione di ambienti caratteristici, animati da
immagini e suoni.
Risultato di un lungo lavoro di
ricerca e di conservazione, questo spazio è stato
concepito da un lato come prezioso tentativo di
mantenere vivo il ricordo di vecchi mestieri, di
usanze ed abitudini scomparse; dall’altro come luogo
di incontro, di approfondimento e studio,
completamente aperto a collaborazioni progettuali e
didattiche. Il Museo che raccoglie più di mille
pezzi, è strutturato secondo quattro differenti
percorsi: i luoghi di vita, dove sono stati
ricostruiti alcuni ambienti della casa del mezzadro,
i luoghi di incontro, in cui vengono mostrati
gli spazi dello svago e del contatto con la realtà
sociale, i vecchi mestieri, con le botteghe e
i luoghi di lavoro degli artigiani e le
collezioni, sezioni dedicate alla ceramica, agli
oggetti in rame e in ferro.
Un
itinerario nel cuore della vita rurale marchigiana
per capirne tutti gli aspetti e comprendere per
quale motivo due giovani del terzo millennio abbiano
scelto di calarsi in questa realtà da molti
considerata “superata.
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domenica 10 giugno
itinerario: SE SON ROSE...FIORIRANNO
Visita ad un antico roseto e visita guidata al
Santuario della Madonna della Rosa. Passeggiata per
le vie del centro storico di Ostra, pranzo e visita
ad un’azienda in cui si coltivano fiori.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Scapezzano, Ostra
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 7 GIUGNO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Nel momento del suo massimo splendore, passando
dalla frizzante primavera alla calda estate, abbiamo
voluto dedicare una giornata al più bell'ornamento
della terra, la rosa, il fiore cantato da
tanti poeti, simbolo per eccellenza dell’amore,
dell’eleganza e della bellezza. Votate a mille usi,
da pianta medicinale ad aroma a tè, le rose sono
presenti soprattutto nei nostri giardini e sui
pergolati come fascinoso orpello dalle tinte
brillanti o dai colori tenui e delicati. La loro
coltivazione risale a tempi molto antichi quando
l'uomo ha desiderato rendere più confortevole ed
accogliente il luogo in cui viveva.
L’itinerario inizia con la visita ad un antico
roseto di Scapezzano. Il proprietario è un
progettista e realizzatore di giardini che per
l’occasione ci farà da cicerone tra le stradine del
prezioso roseto raccontandoci nei particolari le
storie legate alle sue amate rose. Ci si sposta poi
ad Ostra per la visita al Santuario della Madonna
della Rosa che sorge proprio sul luogo in cui,
in epoca immemorabile, sorgeva un'edicola con
l’immagine della Vergine, dipinta su rozza parete,
ai piedi della quale scorreva un ruscello d’acqua
limpida. Per via del fiore che la Vergine tiene
nella mano sinistra, i fedeli cominciarono ad
invocarla col dolce nome di "Madonna della Rosa".
Si
dice che un tempo, in un giorno di maggio, una
fanciulla pose davanti all’immagine un candido
giglio in segno di amore. Il fiore, con grande
meraviglia di tutti, rimase per mesi e mesi fresco e
profumato come fosse stato appena reciso dalla
pianta. Da allora numerosi fedeli accorsero ai piedi
della Vergine così la modesta e disadorna edicola
due anni dopo venne trasformata in una graziosa
chiesetta. Raggiunta la città di Ostra, prima
di fermarsi a mangiare, c’è ancora tempo per un
breve giretto per il centro storico. L’attuale
cittadina riprende il nome dell’antico municipio
romano i cui resti si trovano fuori del castello in
località Muracce ma mantiene la posizione e la
conformazione medievale nonché la cinta muraria con
i suoi torrioni.
La
passeggiata conduce infine al ristorante che ci
ospita per il pranzo dove l’ottima cucina
locale unita ad un ambiente raffinato ed elegante e
molto confortevole richiama per l’occasione il tema
dell’itinerario sia nei piatti che nelle
decorazioni. Una vera e propria oasi di pace con un
magnifico giardino a disposizione per una pausa
relax da primo pomeriggio. Si riparte per l’ultimo
appuntamento della giornata. Durante la visita ad
un’azienda florovivaistica di Ostra, un
floricoltore nonché abile oratore, ci guiderà
all’interno del suo vivaio per conoscere le sue
odorose serre, le tecniche di coltivazione e i
particolari accorgimenti per rendere al meglio anche
i più delicati dei nostri bellissimi fiori.
TORNA AL PROGRAMMA GENERALE
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domenica 17 giugno
itinerario: IL SENTIERO DEL GRANCHIO
NERO
Passeggiata naturalistica lungo il “Sentiero del
granchio nero”, visita al centro storico di
Castelplanio e alla Civica Raccolta d’Arte. Pranzo
in ristorante tipico con menù a base di prodotti
locali.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Castelplanio
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 14 GIUGNO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Nel territorio di confine tra
Castelplanio e Rosora, in una cornice suggestiva di
natura primordiale, ha inizio il sentiero del
Granchio Nero così chiamato per la presenza del
raro granchio di fiume dal caratteristico colore
nero. Scendendo vicino al fosso e alla zona umida
regno del granchio nero e passeggiando lungo i 2 km
di percorso che attraversano il bosco fluviale e
ripariale si può ammirare una grande varietà di
specie arboree rare come l'ontàno bianco e specie
floreali che vanno dal narciso all'orchidea
selvatica.
Lungo il sentiero si incontra
l’antica Fonte del Coppo che dal sec. XVIII
rappresenta un importante fonte di
approvvigionamento idrico per Castelplanio. L'acqua
che sgorga da questa fonte crea un piccolo fiume che
lungop il suo percorso dà vita a cascate e mini
laghetti molto suggestivi perché circondati e
protetti da un rigoglioso e imponente bosco
fluviale. La stessa presenza del granchio nero di
fiume è un ottimo indicatore ambientale dello stato
di salute delle acque del ruscello. Alla fine del
sentiero ci si ritrova nei pressi del Municipio di
Castelplanio da dove si parte per un altro giro,
questa volta alla scoperta del castello e
delle sue tante emergenze storico artistiche. La
struttura quattrocentesca rimane ancora ben
visibile, nonostante i rimaneggiamenti successivi.
La pavimentazione del castello ed il pozzo nel
cortile centrale, intorno cui si sviluppa tutto
l'edificio ne sono una spelndida testimonianza. Per
quanto riguarda le mura, nella parte rimasta della
doppia cinta fortificata, si evidenziano due
torrioni con abitazioni sopraelevate, mentre la
rocca che esisteva a sud-ovest è stata in parte
inglobata nel palazzo Gianfranceschi-Zucchi.
Prima di riprendere il sentiero del
granchio nero e ripercorrerlo al contrario, merita
una sosta la chiesa di San
Sebastiano,
edificio fatto costruire nel 1878 dal vescovo
Rambaldo Magagnini sulle fondamenta di una vecchia
chiesa del 1500. Qui sono conservati un busto di
terracotta policroma di S.Sebastiano attribuito ad
un allievo della scuola di fra' Mattia della Robbia,
la statua in legno dorato di S. Giuseppe, patrono di
Castelplanio, e il Crocifisso ligneo del 1700.
La bella camminata naturalistica
della mattina avrà sicuramente messo fame. Ci si
ferma dunque per il pranzo presso una
caratteristica locanda della zona situata alle porte
del paese, in cui si potranno provare piatti tipici
come sempre legati e preparati secondo la
tradizione.
Nel pomeriggio si torna nel centro
storico di Castelplanio per la visita alla Civica
Raccolta d’Arte, Storia e Cultura. Il Muse è
collocato nel settecentesco Palazzo dei Conti Fossa
Mancini dove tra bei soffitti decorati a pergolato e
preziose sale in stile barocco sono conservati una
serie di quadri ad olio su tela in stile
neoclassico.
Il percorso storico-didattico del
Museo, va dall'età tardo romana attraverso il
medioevo e tocca in particolare il periodo che dal
XV al XVI secolo mostrando reperti lapidei, stemmi
vescovili e un affresco del 1522 attribuito ad
Andrea Aquilini (detto Andrea da Jesi), proveniente
dall'antica cappellina del quattrocentesco Palazzo
dei Priori. Nel museo sono esposte anche le grandi
riproduzioni fotografiche delle superstiti tele
del polittico castelplanese di Lorenzo Lotto,
oggi conservate presso lo Staatliche Museen di
Berlino, datate al 1531 e nelle vetrine sono state
sistemate alcune antiche pergamene, manoscritti del
XV secolo e atti di varie epoche, provenienti
dall'Archivio storico di Castelplanio. La sezione
contemporanea raccoglie invece preziose incisioni ad
acquaforte e acquatinta di grandi artisti
italiani del '900.
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domenica 24 giugno
itinerario: LA VIA ROMANA
Visita guidata al Parco Archeologico
e al Museo dell’antica città romana di
Suasa, pranzo con menù del legionario
e visita guidata alla Chiesa di San
Gervasio di Bulgaria.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Castelleone di Suasa
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 21 GIUGNO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Un
itinerario dedicato all’archeologia per respirare i
grandi fasti della Roma repubblicana e imperiale. La
visita alla Città romana di Suasa è una
imperdibile occasione per ammirare un bellissimo
esempio di quelle che erano sfarzose colonie romane
presenti sul nostro territorio.
I
rilevamenti effettuati sugli assi viari dell’antica
Suasa hanno mostrato come queste strade fossero
enormemente trafficate e dimostrano la centralità
che doveva avere la città nel territorio. La sua
nascita è legata al processo di romanizzazione
dell’ager Gallicus intrapreso da Roma dopo la
battaglia di Sentinum (Sassoferrato) del 295 a.C. e
alle assegnazioni di terre a numerosi coloni e
legionari che frequentarono e poi abitarono questa
zona.
Gli scavi condotti dall’Università di Bologna nel
corso di questi anni hanno riportato alla luce una
vera e propria fortuna, già evidenziata dalle foto
aeree che mostravano sulla superficie del terreno le
inequivocabili tracce di strutture murarie ancora
coperte dalla terra. L’attuale strada comunale
ricalca l’antico tratto stradale del decumano
massimo della città, sul quale si affacciano sia le
strutture abitative che gli spazi pubblici e le
necropoli. Attraverso un percorso guidato si
visiteranno le varie strutture a partire dalla
Domus dei Coiedii, lussuosa residenza privata,
una delle più belle dell’Italia centrale, di
notevole estensione e ricca di decorazioni musive
assai pregevoli, fornita addirittura di un quartiere
termale e di una grande piscina scoperta.
Il
percorso comprende anche la visita guidata al
foro commerciale, alle necropoli, all’anfiteatro,
ad altri significativi edifici e a ciò che è
visibile del teatro.
Conclusa la visita all’area archeologica ci si
sposta nel centro storico di Castelleone di Suasa
dove si trova il Museo Civico Archeologico “A.
Casagrande” della Città Romana di Suasa, in cui
sono visibili gli affreschi, recuperarti e
ricomposti, che arricchivano le pareti della domus.
Dopo aver conosciuto le abitazioni e gli usi degli
antichi romani di Suasa, scopriremo anche che cosa
mangiavano. A pranzo infatti verrà proposto
il menù del legionario, composto da curiosi
piatti che, secondo un attendo studio dello chef,
riprendono alcuni alimenti base della tradizione
culinaria romana ma ovviamente rivisitati e adattati
al nostro palato. Il menù prevede una deliziosa
crema di legumi con guanciale croccante e insalata
cruda, un’insalata fredda di farro e per
secondo formaggi misti con miele, il tutto
accompagnato da acqua e buon vino.
Dopo pranzo il ristorante offre anche un momento di
relax presso lo spazio all’aperto circostante con
possibilità di rilassarsi sotto una delle quercie
secolari del Cesano o di godersi una tranquilla
passeggiata sulle sponde del lago.
Ultima tappa dell’itinerario è la chiesa di San
Gervasio di Bulgaria, Originaria del V-VI secolo
d.C. sorge al centro di un’area archeologica, nel
territorio abitato nell’alto medioevo dai Bulgari.
Nella cripta conserva un sarcofago di VI secolo in
marmo del proconesso in stile ravennate, che
dovrebbe contenere il corpo di San Gervasio, antico
patrono della comunità mondolfese. Ad evidenziare
ancor di più la presenza romana e dei suoi soldati
in questo territorio è il fatto che la chiesa con
tutta probabilità sorse laddove si trovava la
stazione di posta di epoca romana Ad Pirum Filumeni.
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domenica 1 luglio
itinerario: FRATTULA: LA MEZZADRIA,
LA TERRA, I PRODOTTI
Visita guidata al museo di storia della Mezzadria,
visita al chiostro e alla chiesa della Madonna delle
Grazie, visita guidata presso l’antico castello di
Scapezzano e ad un frantoio con degustazione di
prodotti tipici delle Terre di Frattula. Pranzo e
visita guidata presso azienda vitivinicola delle
Terre di Frattula.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Scapezzano, Castel Colonna
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 28 GIUGNO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Nella semplice e beata atmosfera delle Terre di
Frattula le giornate della gente del contado
scorrevano all’insegna del lavoro nei campi e
dell’allevamento. Guidati dai monaci dell’Avellana,
i contadini sperimentavano la cooperazione, lo
scambio di informazioni e di esperienze e l'aiuto
reciproco nell’esecuzione dei grandi lavori
periodici. Il risultato di questo stimolante
confronto è stata la creazione di prodotti unici nel
proprio genere, strettamente legati al territorio e
generati tutt’oggi secondo la tradizione e il
disciplinare di una volta.
Un’eccezionale testimonianza della cultura rurale
delle Terre di Frattula è conservata nel Museo di
Storia della Mezzadria “Sergio Anselmi” di
Scapezzano, dal quale inizia il nostro
itinerario. Situato in un’ala del quattrocentesco
Convento delle Grazie il museo è una delle più
significative testimonianze della storia
dell’agricoltura e dell’ambiente rurale marchigiano.
Costruito con l’intento di far emergere i caratteri
del lavoro e della vita del mezzadro, il museo
contiene più di 2.000 oggetti e delle belle
gigantografie di foto d’epoca che riprendono il
lavoro nei campi.
Dopo il tuffo nel passato l’itinerario prosegue con
la visita al centro storico di Scapezzano,
antico castello di Senigallia che nel XIV secolo
grazie alla sua posizione strategica fu scelto dai
nobili della malsana e insicura Senigallia come
rifugio e residenza. Oggi la particolare posizione
di Scapezzano che sorge sulla sommità di un colle a
ridosso del mare permette al piccolo castello di
godere di un panorama unico che dall’adriatico
all’Appennino è ricoperto di ulivi. Da queste parti
la coltivazione dell’ulivo e la produzione di olio
hanno origini molto antiche. Sin dall’Alto Medioevo
il clima favorevole e le caratteristiche del terreno
hanno permesso la buona riuscita delle coltivazioni
di ulivo e questo giustifica la presenza di un
consistente numero di frantoi nel piccolo comune di
Scapezzano. D’obbligo dunque la visita ad un
frantoio dove poter assaporare il gusto della
centenaria tradizione dell’olio del paese di
Scapezzano in cui storia e cultura si fondono con
l'amore per la terra.
Durante
la visita guidata degli impianti saranno spiegate le
tecniche di lavorazione delle olive, dalla molitura
all’estrazione dell’olio, e verrà data la
possibilità di assaggiare questo sapido prodotto di
Frattula grazie ad una degustazione preparata
per l’occasione.
Il pranzo, sempre a
Scapezzano, sarà molto gradevole: il ristorante che
ci ospita è ricavato in una meravigliosa dimora di
fine '800 recentemente ristrutturata, immersa nel
verde del suo parco secolare che conserva inalterati
il fascino e la quiete di un tempo. Il menù,
particolarmente curato, offre specialità locali
tipiche di Frattula.
Il percorso di questa giornata a
spasso per le terre di Frattula si conclude con la
visita ad un’azienda vitivinicola a
conduzione familiare situata nel
territorio comunale di Castel Colonna dove
Floriano e Roberta da anni producono vini con metodo
biologico nel pieno rispetto della natura.
Tra gli straordinari prodotti
dell’azienda si potranno degustare Esino Doc Rosso
ottenuto da uve Montepulciano e Sangiovese, Esino
Doc Bianco ottenuto da uve Verdicchio e Trebbiano,
il fresco e brillante Rosato prodotto con uve
Sangiovese e Montepulciano. La visita guidata ai
vigneti e alla cantina permetterà di capire le
diverse fasi di trasformazione dell’uva in vino e di
degustarne i risultati.
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domenica 15 luglio
itinerario: FRUTTI PREZIOSI
Visita ad un’azienda agricola per
raccogliere con le proprie mani i deliziosi frutti
di stagione ed apprendere come utilizzarli in
cucina. Nel pomeriggio visita guidata al centro
storico di Sant’Ippolito e alle botteghe degli
scalpellini.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Sant’Ippolito
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 12 LUGLIO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
La
frutta, fresca delizia della stagione estiva,
è la protagonista di questa giornata. A chi è preso
dalla frenesia del lavoro e delle mille occupazioni
quotidiane, non capita spesso di poterla assaporare
appena colta dall’albero, succosa, giovane,
profumata e soprattutto genuina.
Il
percorso inizia con la visita ad un’azienda
agricola immersa nel cuore delle colline di
Sant’Ippolito dove da anni si coltivano
albicocche, prugne e ciliegie. Il titolare
dell’azienda accoglie chi, con vivo interesse, vuole
raccogliere con le proprie mani la frutta fresca
pendente dai rami facilmente raggiungibili degli
alberi da lui coltivati. Dotati di cestino, grandi e
bambini potranno dedicarsi con entusiasmo alla
raccolta della frutta di stagione e portare a casa
un succoso bottino. L’azienda produce anche legumi,
miele d’acacia e millefiori e, grazie alle
particolari attrezzature di cui è dotata, realizza
dell’ottima frutta disidratata che anche se a prima
vista non si direbbe, possiede un intenso sapore
godibile anche “fuori stagione”.
Trascorsa la mattinata tra i frutteti dell’azienda,
si raggiunge la vicina frazione di Pian di Rose per
trovarsi in un luogo in cui la tranquillità regna
sovrana. Qui lo chef Simone accoglie i suoi
ospiti con entusiasmo facendogli scoprire i segreti
della preparazione dei suoi piatti che per
l’occasione saranno a base di frutta: dall’antipasto
al dolce insoliti e gustosi abbinamenti tra cibo e
frutta sveglieranno i vostri sensi facendovi
riscoprire l’antico gusto del benessere.
Su
e giù per i colli metaurensi, dopo pranzo
l’itinerario continua con la visita al centro
storico di Sant’Ippolito, antico borgo
fortificato noto per la presenza, sin dal XIV
secolo, di
scalpellini:
abili scultori di pietra arenaria conosciuti in
tutta Italia e all’estero grazie alle loro opere.
Oltre a produrre oggetti di uso quotidiano, gli
scalpellini si dedicavano anche ad opere artistiche
volte a decorare nicchie con immagini della Madonna
e dei santi, edicole sacre, cappelle, portali,
scalinate, stemmi, ecc. Ancora oggi è possibile
vedere molte delle opere degli scalpellini lungo le
strade e sugli edifici del paese e delle sue
frazioni in una sorta di museo diffuso sul
territorio che comprende anche la Chiesa di
San Giuseppe, il laboratorio artistico della
pietra e il Museo degli scalpellini che
conserva manufatti dell’epoca nonché creazioni nate
dal lavoro degli artisti partecipanti al Simposio
di scultura in pietra arenaria che si tiene ogni
anno a Sant’Ippolito con lo scopo di tenere viva
quest’arte secolare. A conclusione dell’itinerario
lasciamo parlare una stravagante artista del
luogo, Natalia Gasparucci, la quale ci presenterà la
sua bottega e la mostra permanente delle sue opere
raccontandoci la sua lunga esperienza di
scalpellino.
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domenica 29 luglio
itinerario: I TESORI DEL METAURO
Visita al centro storico e al Museo Winston
Churchill di Montemaggiore al Metauro, visita
ad un’azienda di Bianchello del Metauro
con degustazioni guidate di vino. Visita
al Museo della Scienza e al planetario della
Villa del Balì con cena a base di prodotti delle
terre del Metauro.
durata:
mezza giornata con cena
luogo:
Montemaggiore al Metauro, Saltara
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
la
quota comprende:
visite guidate, ingresso al museo e
al planetario, degustazioni e cena
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 26 LUGLIO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 20 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento su “ I TESORI DEL
METAURO ” :
Le
colline del Metauro sono da tempi antichissimi sede
ideale per la coltivazione della vite, Bianchello del Metauro e Sangiovese accompagnano una superba
gastronomia che connota tutta la vallata. Tali
eccellenze rendono questa valle una delle più belle
al mondo, dove la sostenibilità e la vivibilità sono
ancora presenti e si coniugano con la tradizionale
ospitalità della terra marchigiana. Tutta raccolta
intorno alla vecchia via Flaminia, la valle del
Metauro è intrisa di romanità, di storia,
d'archeologia, con siti naturalistici incomparabili
e bellezze monumentali insigni.
Il
comune di Montemaggiore al Metauro, da cui
parte la visita guidata, si estende dal lato destro
del fiume fino alla collina dove sorge il centro
storico. E’ un centro molto attivo nella produzione
del noto vino Bianchello, di pregiati formaggi e di
crisantemi, le cui coltivazioni caratterizzano
l’intero paesaggio circostante.
Il paese è
famoso anche le vicende storiche verificatesi nel
suo territorio: l’antica battaglia del Metauro
combattuta nel 207 a.C. tra i cartaginesi di
Asdrubale e l’esercito romano e la più recente
battaglia del Metauro dell’agosto 1944 tra alleati e
tedeschi. A memoria di quest’ultimo avvenimento è
stato allestito in paese il Museo storico del
Fiume Metauro Winston Churchill che vuole
ricordare ai suoi visitatori il passaggio del
premier inglese insieme ai
generali alleati
Alexander e Leese per seguire da Montemaggiore il
lancio dell'offensiva alla "Linea Gotica" delle
truppe alleate contro i tedeschi.
L’itinerario prosegue con la visita ad un’azienda
vitivinicola della zona dove si potrà degustare
il morbido ed elegante Bianchello del Metauro vino
che, secondo la leggenda, valse ai romani la
vittoria sull’esercito cartaginese che abbandonatosi
ai piaceri del vino la sera prima della battaglia,
non è stato in grado di difendersi dall’offensiva
nemica e è stato miseramente sopraffatto dai soldati
di Marco Livio Salinatore e Tiberio Claudio Nerone.
Oltre al Bianchello l’azienda produce un fragrante
ed armonico Rosso da vitigno Montepulciano, un
delicato Moscato caratterizzato da tipiche note
aromatiche e un ambrato vino passito ottenuto da uve
Biancame che hanno la particolarità, una volta
appesa in soffitta ad “appassire”, di mantenersi
bene per molti mesi e venire vinificata dopo una
prima fase di avvizzimento dei grappoli. Questo vino
veniva (e viene) fatto dai contadini che lo
riservavano ai momenti conviviali e significativi
della loro vita sociale.
Dai tesori della terra ai misteri del cielo. Dopo la
degustazione guidata in cantina ci si reca a Saltara
presso la Villa del Balì che, rinnovando la
sua antica tradizione di ricerca, oggi è diventata
sede di un museo e di un centro dedicato alla
scienza. La villa fu costruita circa cinque secoli
fa come residenza di campagna da Vincenzo Negusanti,
Conte fanese e uomo di grande cultura e scienza,
nella zona in cui sorgeva la cappella dedicata a San
Martino, la quale non è da escludersi fosse anche
una commenda templare. Il Conte Negusanti fece
riedificare la cappella in chiesa e vi aggiunse
quattro torri dalle quali osservava il cielo per i
suoi studi di astronomia. Il nome Balì deriva
dal grado di Gran Priore Balì ottenuto dal Conte
Marcolini, Cavaliere dell'Ordine di S.Stefano Papa e
Martire, che acquistò la villa dai Negusanti nel
1677. Ampliata, rimaneggiata e ristrutturata nel
corso dei secoli, la Villa del Balì ha assunto
l'aspetto esterno attuale nel XVIII secolo, con
l'apposizione di una imponente scalinata di accesso
centrale a doppia rampa.
In
linea con la tradizione scientifica della villa, dal
2004 essa ospita il Museo del Balì, museo
interattivo della scienza con attività di
astronomia, astrofisica, matematica e fisica. Il
percorso mette a disposizioni 35 postazioni
interattive, un planetario, un
osservatorio, aule didattiche, il tutto
distribuito su uno spazio espositivo di due mila
metri quadrati. Dopo la Città delle Scienze di
Napoli, è il secondo science centre in Italia
per dimensioni e qualità di attrezzature.
Dopo una visita al planetario e alle postazioni
interattive la giornata si conclude con una cena
in compagnia di uno dei più bravi chef del
territorio che per l’occasione preparerà un menù
realizzato esclusivamente con prodotti e tipicità
artigianali marchigiane. Una piacevole serata estiva
all’insegna dei gusti genuini di queste terre.
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domenica 12 agosto
itinerario: I COCCI DI FRATTEROSA
Visita al Museo demoetnoantropologico delle
terrecotte presso il complesso conventuale Santa
Vittoria, visita ad un laboratorio di terrecotte e
partecipazione a “LE ETERNE CUCINE AL COCCIO” in
Sala Vittoria con cena presso il ristorante “ La
graticola”.
durata:
mezza giornata con cena
luogo:
Fratterosa
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 9 AGOSTO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
L'antica tradizione artigiana della realizzazione di
oggetti d'uso in terracotta è il miglior biglietto
da visita che il borgo di Fratte Rosa può
vantare. Una tradizione antica e serena che si
inserisce perfettamente nel contesto di un paesino
rotondo e pacato, arroccato su dolci colline distese
verso il mare, con un centro storico intatto e di
notevole valore.
Il
panorama che si vede dalle mura castellane è
sconfinato, spazia dai monti alla costa. Ma non
colpisce solo questo entrando a Fratte Rosa: si
ammira ovunque la compiutezza delle sue case basse e
pulite, la perfezione delle viuzze e delle
architetture, la forza della storia, e senza dubbio
il forte legame con la tradizione locale delle
terrecotte. Da secoli infatti si producono ceramiche
popolari di uso domestico che tramandano storia e
cultura di chi le ha prodotte e utilizzate. I
cosiddetti “cocci di Fratte Rosa” vengono da
sempre realizzati artigianalmente e sono ancora oggi
creati da abili maestri nei vari laboratori
frattesi.
L’appuntamento di Fratte Rosa guiderà alla scoperta
delle terrecotte da fuoco e dei segreti dell’antica
cucina al coccio che in luoghi e tempi differenti e
per tante diverse civiltà ha rappresentato la più
usata e comune forma di cottura. Grazie alla loro
grande versatilità, questi antichi recipienti capaci
e resistenti, sopportavano bene le cotture lente sul
camino dei cibi modesti abitualmente usati nel
quotidiano, e allo stesso tempo si adattavano, con
le loro varie forme, alla preparazione di
prelibatezze in occasione di speciali eventi o
celebrazioni.
L’itinerario entra da subito nel vivo con la visita
al Convento di Santa Vittoria, sicuramente il
monumento più importante del territorio non solo
perchè si dice fu fondato nel 1216 dai monaci
Classensi di Ravenna ma anche perchè è nei suoi
dintorni che secondo l’antica tradizione, si
raccoglie la preziosa argilla. Il convento ospita
oggi il Museo demoetnoantropologico delle
Terrecotte, non una semplice raccolta di oggetti
esplicativi di un tempo passato, ma uno spazio
espositivo che si propone di evidenziare quanto
ancora sia forte la tradizione della produzione
delle terrecotte. Non a caso uno degli ambienti è
stato destinato a laboratorio di ricerca e
sperimentazione.
Per conoscere dal vero la pratica della lavorazione
della terracotta, dopo la visita al Museo il
percorso prosegue con la visita al laboratorio
artigianale della famiglia Bonifazi, dove si
lavorano a mano terrecotte e ceramiche secondo
l'antica tradizione. Dopo aver scoperto i segreti
dei maestri delle terrecotte si raggiunge il
centro storico di Fratte Rosa per conoscerne la
storia, i monumenti e i suoi tanti tesori artistici.
Infine ritrovo al ristorante per gustare le squisite
ricette al coccio.
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domenica 26 agosto
itinerario: VIAGGIO NEL TEMPO
Escursione lungo gli antichi e suggestivi itinerari
percorsi dai monaci dell’Eremo di Fonte Avellana e
dal Sommo Poeta Dante per raggiungere la grotta di
San Pier Damiani; visita guidata all’Eremo e sosta
sotto le fronde del gigantesco tasso di Fonte
Avellana. Pranzo e visita del centro storico di
Serra Sant’Abbondio e della cripta di San Biagio.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Fonte Avellana
mezzo di trasporto:
auto propria
note:
è
consigliato un abbigliamento comodo, scarpe da
trekking o da ginnastica, impermeabile o K-way,
cappello, borraccia ecc.
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 23 AGOSTO
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento su “VIAGGIO NEL
TEMPO” :
Alle pendici del monte del Catria, ad un’altitudine
di circa 700 metri sul livello del mare, si trova il
Monastero di Fonte Avellana, regno di pace e
silenzio dove il tempo sembra essersi fermato da
secoli. Le sue origini risalgono all’anno 1000 ma di
certo già negli ultimi decenni del X secolo alcuni
eremiti avevano scelto di dimorare in questa boscosa
insenatura della montagna caratterizzata da una
vasta presenza di alberi di nocciolo (le avellane) e
da una sorgente d’acqua, da qui il nome di Fonte
Avellana.
Lo
sviluppo di Fonte Avellana iniziò con San Pier
Damiani, uomo dotato di forte personalità al
quale si devono, oltre al nucleo originario della
costruzione del Monastero, il grande impulso
spirituale, culturale e organizzativo che resero
l'eremo un ampio centro d'attrazione e di diffusione
della vita monastica in grado di influire fortemente
sulla riforma religiosa e sulla vita sociale. Una
tradizione costante e molto antica vuole che anche
il Sommo Poeta Dante Alighieri nel 1318 fosse
ospite di questo monastero che cantò nella Divina
Commedia: “..un gibbo che si chiama Catria, di
sotto al quale è consecrato un ermo..”.
Eretta abbazia nel 1325, Fonte Avellana divenne una
potenza socio-economica il cui splendore durò per
molti secoli: il declino si ebbe solo con l’avvento
di Napoleone a inizio ‘800. Fonte Avellana,
tuttavia, ha continuato a vivere come alimentata da
una sorgente interiore ed oggi, tornata ai monaci
camaldolesi, ha ritrovato oltre alla bellezza
austera delle sue strutture architettoniche (X – XIX
secolo) ormai riportate quasi per intero alla loro
bellezza primitiva, anche quella fede e quella
cultura che l’hanno contraddistinta fin dalle sue
origini.
La
visita guidata al Monastero percorre tutti
gli ambienti ad eccezione degli spazi privati
riservati alla vita dei monaci e alla clausura e
delle sale dell’accademia e della biblioteca antica.
Particolare attenzione meritano la cripta del
X secolo, considerata la parte più antica di Fonte
Avellana, forse la primitiva chiesa contemporanea
alle origini dell’eremo che, avendo ancora visibile
sulla parete di fondo la roccia viva della montagna,
testimonia come la chiesa fosse poggiata
direttamente sulla roccia (Ecclesia super petram
bene fundata); lo scriptorium, costruito
secondo i canoni della sezione aurea, una volta sede
del lavoro amanuense e oggi utilizzato per incontri
di spiritualità e di lectio divina; il
chiostro decorato da volte a crociera e archi a
tutto sesto tipici del Romanico italiano con
l’inserimento di due archi ogivali caratteristici
dell’arte fenicia che probabilmente i monaci di
Fonte Avellana conobbero durante i pellegrinaggi in
Terra Santa.
Il
Monastero, oltre ai bellissimi interni, offre anche
un favoloso paesaggio circostante da vivere grazie
ad una passeggiata su un sentiero ad anello
che percorre anche un tratto della strada delle
“Scalette”. Attraverso il bosco si giunge
fino alla grotta di San Pier Damiani e al
gigantesco tasso secolare all’ombra delle cui
ampie frondenon si può fare a meno di riposarsi un
pò.
Lasciato l’eremo di Fonte Avellana si raggiunge il
borgo di Serra Sant’Abbondio per il pranzo:
il ristorante, carino ed accogliente, serve delicate
faste fatte a mano e un’appetitosa grigliata
accompagnata da insalata e croccanti patate arrosto
come contorno. Vino, dolce e caffé completano il
menù della giornata.
Il
pomeriggio è dedicato alla visita del centro
storico di Serra Sant’Abbondio dove si può
osservare come la conformazione urbanistica del
paese conserva il tipico assetto dell'antico borgo
medievale con due porte d'accesso, la Porta Santa e
la Porta di Macione, le uniche che restano delle
quattro esistenti in origine. Dopo un breve giro che
tocca anche la chiesetta del Canale ci si
sposta poco lontano dal paese, sulla sponda sinistra
del fiume Cesano, dove é visibile la struttura
perfettamente conservata della cripta
paleocristiana di San Biagio del IV o V secolo,
costruita con reperti d'epoca romana provenienti da
un vicino tempio pagano.
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domenica 9 settembre
itinerario: PERCORSO diVINO
Visita guidata presso due cantine in cui si produce
il Verdicchio dei Castelli di Jesi e visita al Museo
dell’etichetta di Cupramontana. Suggestivo pranzo in
cantina.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Cupramontana
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 6 SETTEMBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Protagonista di questo itinerario è
il vino e in particolare il
Verdicchio dei Castelli di Jesi
che grazie alla sua particolare fisionomia è
diventato uno dei più famosi vini bianchi del mondo.
Prodotto nella suggestiva zona dei castelli di Jesi
dove la particolare natura del terreno, le
favorevoli condizioni climatiche e, soprattutto, la
costante ventilazione che impedisce il formarsi di
umidità sui grappoli, creano le condizioni
necessarie alla corretta maturazione dell'uva, il
Verdicchio
è uno degli esempi
più significativi di vino italiano del tutto
autoctono che ben rappresenta un territorio in cui
le campagne, sempre perfettamente coltivate,
raccontano la storia del lavoro di tanti uomini, di
tradizioni e di valori antichissimi ed ancora oggi
presenti.
L’itinerario si snoda nel cuore di
una delle capitali storiche del Verdicchio:
Cupramontana in cui la coltivazione della terra
ed in particolare della vite ha una tradizione
antichissima che risale all’anno Mille quando i
monaci benedettini-camaldolesi reintrodussero in
maniera significativa questo tipo di coltivazione
dopo che la guerra greco-gotica del secolo VI d.C.
aveva completamente distrutto l'antico municipio
romano di Cupra Montana facendone perdere per secoli
ogni traccia.
Si parte con la visita ad
un’azienda vitivinicola di grande prestigio in
cui la pluriennale esperienza artigianale di
vinificazione sposata a modernissimi sistemi di
ottimizzazione dei risultati, permettono la
produzione delle diverse tipologie di Verdicchio dei
Castelli di Jesi: Classico, Superiore, Riserva,
Spumante e Passito. Dopo una visita alla cantina
accompagnati dal produttore si passa in quello che
può essere considerato un museo di famiglia in cui
sono conservati vecchi attrezzi di lavoro che
ricordano storie e folklore della preparazione del
vino e quanto duro lavoro fosse necessario per
ottenere un prodotto di qualità. Nella suggestiva
cornice di quella che fu la prima cantina
dell’azienda sempre in compagnia del produttore si
avrà la possibilità di assaggiare gli ottimi
vini dell’azienda e pranzare con cibi tipici
e appetitosi che stuzzicano il palato e ben si
abbinano ai vini degustati.
Dopo pranzo, il primo pomeriggio è
dedicato alla visita, sempre a tema, del Museo
internazionale dell'etichetta da vino. Attivo
dal 1987, esso costituisce una raccolta singolare e
unica nel suo genere, emblema della vocazione
vitivinicola del territorio del Comune. Sono esposte
oltre 60.000 etichette che formano un patrimonio in
continuo aumento in grado di soddisfare la curiosità
e catturare l'interesse non solo degli appassionati
di cose legate al vino. Nelle tre sezioni in cui è
articolato, il museo raggruppa le etichette per
tema, soggetto e provenienza geografica passando da
quelle commemorative, a quelle con le automobili,
con gli stemmi araldici, le serie con gli animali e
tanto altro, per finire con l’iconografia femminile
e persino quella erotica. L’etichetta più antica
risale al 1880 e proviene da Montepulciano. Una sala
è poi dedicata a progetti e bozzetti realizzati da
artisti italiani e stranieri, fra cui nomi molto
noti.
Non sazi di questo tesoro prezioso
delle cantine cuprensi, il pomeriggio continua con
la visita ad un’altra azienda vitivinicola
della città. Anche qui la produzione di un
Verdicchio dei Castelli di Jesi di elevata qualità é
garantita dalle condizioni microclimatiche del
territorio e dalla perizia dei viticoltori di unire
alle tradizionali lavorazioni nei vigneti le più
moderne tecniche di vinificazione adottate in
cantina. La visita guidata prevede una
gradevolissima passeggiata nei vigneti, la
spiegazione delle lavorazioni che avvengono in
cantina e, a conclusione, una stimolante
degustazione dei vini prodotti dall’azienda.
TORNA AL PROGRAMMA GENERALE
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domenica 16 settembre
itinerario: VINO, ORCI & ROCCHE’nrolll
Visita al museo degli orci e degli orciai di Barchi
e al centro storico del piccolo castello. Visita ad
un’azienda di Bianchello del Metauro, pranzo con
degustazione di vino e visita guidata al castello di
Mondavio e alla sua rocca.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Barchi/Mondavio
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
la
quota comprende:
visite guidate, ingressi ai musei, degustazione e
pranzo
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 13 SETTEMBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320 0971943 o info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 20 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Un
viaggio nella storia, nelle tradizioni e nei sapori
della terra dei lubachi che vi porterà alla scoperta
di un antico mestiere e delle leggende popolari ad
esso legate, che vi farà sbirciare nella splendida
residenza di una nobile famiglia che da più di un
secolo si dedica alla produzione di ottimi vini e
che vi racconterà come durante il medioevo si
trascorrevano le giornate tra le mura di
un’imponente rocca.
L’itinerario inizia con la visita al piccolo
castello di Barchi che ha visto nei secoli il
succedersi delle varie e travagliate vicende
storiche: dallo splendore dei fasti romani, alla
forza e alla grandezza delle signorie del Medioevo,
al quasi totale annientamento e distruzione della
seconda guerra mondiale.
Oggi il paesino si sviluppa tutt’intorno all’antico
Castello il cui simbolo è Porta Nova ovvero il
trionfale arco d’ingresso risalente al XVII secolo.
Lungo la via principale si trova il Museo degli
orci e degli orciai e della Banda Grossi, diviso
in due sezioni dedicate l’una alla tradizione
barchiese della fabbricazione di orci in terracotta
che secondo le testimonianze pare risalire alla
seconda metà del Settecento e l’altra alla memoria
del brigante Terenzio Grossi che attorno al 1860
insieme ad un gruppo di fedelissimi seminò il
terrore nelle campagne locali. Il Grossi
(1832-1862), amante del vino e delle perpetue, fu
per certi preti e contadini simbolo di ribellione e
speranza per la perdita del potere temporale della
Chiesa e per l'allora incomprensibile legge
dell'obbligo di leva voluta dal nuovo Regno
d'Italia, tanto che ancora oggi certi anziani lo
ricordano come un eroe e hanno voluto dedicargli un
museo.
Dopo la visita del centro storico ci si sposta
appena fuori dal borgo per visitare un’ azienda
vitivinicola di nobile ed antica tradizione. Il
primo vigneto fu piantato nel 1930 e gli
straordinari risultati ottenuti spinsero i
proprietari a studiare la zona, particolarmente
vocata a questo tipo di coltivazione, in tutti i
suoi caratteri per renderne al meglio ogni sua
espressione. I vitigni si stendono su un terreno
collinare ricco di passione, colori, profumi e sole,
a poche miglia dall'Adriatico ma già prossimo ai
verdi monti dell'Appennino. La cantina antica e
moderna ospita vari stabilimenti: uno risalente ai
primi anni del Novecento, un altro edificato attorno
alla metà del secolo scorso e un terzo nato nel
nuovo millennio. L'evoluzione dell'enologia si vede
più nei materiali che nell'impiantistica: l'uva
rimane il primo elemento che dà carattere ai vini.
Conclusa la visita ai vigneti e alla cantina si va a
Mondavio, per la degustazione dei vini
dell’azienda che viene servita direttamente al
ristorante in cui si svolgerà il pranzo,
che, in linea con la qualità e la competenza del
locale, prevede un raffinato menù a base di prodotti
tipici e ricette del territorio.
Il
pomeriggio è dedicato alla scoperta di Mondavio.
Dall'alto dei suoi 280 m, Mondavio è un borgo unico
nel suo genere a cavallo fra il Medio Evo ed il
Rinascimento, miracolosamente preservato da
sovrapposizioni e deturpazioni. Oltre alla
famosissima Rocca Mondavio è ricordata anche per le
sue torri campanarie e la sua cinta muraria
perfettamente conservata. La visita al centro
storico inizia dalla parte di maggior effetto ovvero
la Rocca. Progettata e dall'architetto senese
Francesco di Giorgio Martini fra il 1482 e il 1492
su commissione del Signore del Vicariato di Mondavio
Giovanni Della Rovere, la Rocca costituisce una
testimonianza unica di arte fortificata innovativa,
giunto sino a noi nella sua quasi integrità
originale. All’interno della Rocca è stata allestita
una pregevole collezione di armature e armi bianche
da difesa e attacco,
pezzi originali dei secoli XIII - XVII che
testimoniano il passato bellicoso della piccola
cittadina. Gli altri ambienti interni della Rocca
corrispondono in gran parte alle strutture
originarie e attualmente sono destinati a spazi
espositivi e museali, tra cui il museo della
rievocazione, ricostruzione di diverse
ambientazioni e possibili scene di vita
rinascimentali all’interno di un castello.
Nell’estate 2000 è stata inaugurata la
mostra permanente di riproduzioni a grandezza
naturale di macchine da guerra utilizzate nei
secoli XV e XVI. Unica nel suo genere, l’esposizione
comprende 12 ricostruzioni di catapulte, bombarde e
altre macchine da assedio elaborate su progetti
originali di Francesco di Giorgio Martini. La mostra
è dislocata nel fossato e in altre posizioni della
Rocca, ambientazione ideale per queste opere.
Per i Mondaviesi la Rocca ha suscitato talvolta
terrore, come luogo di oscuri misteri e torture
innominabili, talvolta un sentimento di sicurezza
che potrebbe infondere un gigante buono che veglia
sul paese dormiente, oggi suscita in tutti
meraviglia e stupore.
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domenica 23 settembre
itinerario: LE ANTICHE USANZE
Visita ad un’azienda biologica in cui producono
legumi e cereali tra cui la cicerchia di Serra de’
Conti. Pranzo a base di prodotti della tradizione e
visita al Museo delle Arti Monastiche “Le stanze del
Tempo sospeso”. A seguire visita guidata al borgo di
Serra de’ Conti.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Serra de’Conti
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 20 SETTEMBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
La
cittadina di Serra dè Conti nasce sulle
alture della Valle del fiume Misa ed offre alla
vista un suggestivo scorcio del passato che solo gli
antichi borghi medievali sanno donare. Poco distante
dal centro abitato si trova la sede di una
cooperativa agricola che da anni produce le
principali tipicità enogastronomiche del territorio
tra cui la cicerchia di Serra de’ Conti, la sapa e
il lonzino di fico. La cicerchia, Lathyrus
sativus, è una leguminosa a granella molto
simile al cece. Arrivata in Italia dal medio
oriente, era conosciuta ed utilizzata già in epoca
romana anche se poi per vari motivi è stata
abbandonata. A Serra de’ Conti, alcuni anni fa, un
gruppo di giovani agricoltori ha ripreso la
coltivazione di questo antico legume che altrimenti
sarebbe andato perduto per sempre.
La
cooperativa nasce per desiderio di fare agricoltura
biologica e di adottare un modo di vita ecologico,
rispettoso dei vari regni della natura unendo anche
ideali e valori che vadano oltre il modo di lavorare
consueto, dando importanza ai rapporti umani in una
dimensione non solo puramente materiale. La
visita all’azienda e all’esposizione dei prodotti
è seguita dalla visita al mulino, distante
appena 800 metri dalla cooperativa con la quale
lavora in stretto rapporto di collaborazione. La
molitura avviene attraverso tre mulini, di cui il
principale è un antico mulino ad acqua; la molitura
con macine tradizionali in pietra naturale permette
d’ottenere farine d’ottima qualità che mantengono
inalterate le loro proprietà organolettiche. Il
mastro mugnaio raccoglie l’esperienza di una
tradizione molitoria familiare ultracentenaria, le
cui origini si perdono nel lontano passato.
Conclusa la visita all’azienda e al mulino chi non
avrebbe voglia d’assaggiare i prodotti appena
descritti? Davvero caratteristico e particolare il
ristorante scelto per il pranzo. Nato
all'interno di una vecchia fornace completamente
ristrutturata, il locale propone specialità legate
alla terra nel pieno rispetto delle tipicità
marchigiane e soprattutto del luogo ma anche piatti
della stessa cucina locale reinterpretati con
sapienza e originalità.
Il
pomeriggio prosegue con la visita al castello di
Serra de’ Conti. Di origine duecentesca,
riadattato e trasformato prima in età tardomedievale
e poi moderna sotto la spinta dei mutamenti
economici-sociali, il centro storico di Serra de’
Conti si presenta circondato da un’imponente cinta
muraria in laterizio perfettamente conservata sulla
quale svettano i quattrocenteschi torrioni di difesa
di forma poligonale. Passeggiando per le strette
viuzze del castello tra scorci mozzafiato sul
panorama collinare e piacevoli incontri con gli
abitanti del luogo, ci si imbatte in costruzioni di
pregevole valore come la Chiesa di San Michele
edificio romanico-gotico che presenta un curioso
portale ad arco ogivale con incise alla base due
mani nell’atto di sorreggere gli stipiti e in cui si
conserva un raro ciborio quattrocentesco e
interessanti affreschi di scuola marchigiana, e la
Chiesa di Santa Maria Maddalena la cui
struttura, inglobata nel complesso monastico, è un
vero e proprio gioiello barocco: l'interno,
dall'elegante forma elissoidale ispirata al
Borromini, è decorato da tele seicentesche, stucchi
ed arredi lignei di notevole qualità artistica.
Gioiello e vanto del paese, il Museo delle Arti
Monastiche “Le Stanze del Tempo Sospeso”
raccoglie una ricca collezione di manufatti di uso
quotidiano e di artigianato artistico realizzati o
acquistati nel corso dei secoli dalle clarisse del
Monastero di Santa Maria Maddalena, oltre ad oggetti
di arte sacra provenienti dal medesimo convento.
L’esposizione si articola attraverso sale tematiche
che ricostruiscono i diversi ambienti monastici,
quali la spezieria, la cucina ed il lavoriero, dove
si svolgevano le attività artigianali della
filatura, del ricamo, della ceroplastica e della
tintura. Il museo è dotato di apparati video e
multimediali, nonché di un percorso teatrale con
audioguide che lascerà i visitatori letteralmente
senza parole!
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domenica 30 settembre
itinerario: SULLE ORME DEI FOLLETTI
Visita guidata e attività ludiche nel Bosco dei
Folletti per una giornata dedicata alle famiglie e a
tutti coloro che credono nelle favole e amano
sognare. Pranzo in compagnia dei folletti che
doneranno un grazioso ricordo della giornata a tutti
i bambini.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Urbania
mezzo di trasporto:
auto propria
note:
si consigliano abbigliamento comodo e scarpe adatte.
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
la
quota comprende:
visita guidata al bosco dei folletti, alla fattoria
didattica e all’orto botanico, attività ludiche,
pranzo e merenda.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 27 SETTEMBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Credi alle favole? Esistono i folletti? No?? Ne sei
proprio sicuro? Perché allora non vieni a conoscere
la storia di Checchino detto “il folletto” che
viveva con la sua bella moglie in un’allegra
fattoria ai piedi del Monte Montiego? Immersi nella
natura incontaminata, in un luogo carico di emozioni
e di ricordi dove vivono animali addomesticati e
non, chissà che con un po’ di fortuna, oltre ai muli
tenuti in ricordo di Basilio che perse il suo mentre
faceva legna sul dirupo e alle cinque pecore una
volta allevate nella vicina casa colonica, questo
luogo non riuscirà a farci avvistare un capriolo,
una volpe, un istrice, una lepre o perfino un
folletto!
Una passeggiata nel meraviglioso bosco sul quale si
affacciano le casette di Pitìcu, Rasvan
e dei loro amici e nel quale si incontrano alberi
attempati come Gino il ginepro più vecchio della
zona, rivelerà qualcosa a chi vorrà
ascoltare…bisogna dunque attraversarlo per scoprire
cosa ci vuole comunicare! Si inizia con una domanda:
“Ci credi nei sogni?”
E
via si parte insieme alla fatina del bosco e al
micio Ulisse lungo questo percorso magico che
infonde nei bimbi un senso vago di mistero che
incanta ed appassiona e negli adulti la dolce
suggestione che ancora esiste nel mondo qualcuno che
crede ingenuamente nei personaggi delle favole, come
gente che vive al di fuori dei tempi, in perfetta
beatitudine. Dopo la passeggiata nel bosco dei
folletti una piccola pausa per ristorarsi è
d’obbligo!!! In perfetto stile con la fattoria,
verrà servito uno sfizioso pranzetto sotto il
portico della casa colonica dal quale si ammira
tutto il verde paesaggio circostante.
Il
pomeriggio è dedicato alla visita degli animali
della fattoria e dell’orto botanico, e anche
alla scoperta dei curiosi racconti legati alla zona
e alla cascina. Inoltre la fatina del bosco proporrà
divertenti attività per i più piccini. E perché
allora non cimentarsi nel gioco dei santini, tipico
e antico passatempo di Urbania? E per chi non si
stanca di camminare, non mancano i sentieri per
belle escursioni. Prima di ripartire una piccola
merenda a base di marmellate del bosco annaffiate
dallo squisito elisir del folletto vi darà le
energie necessarie per tornare a casa con il cuore
pieno di entusiasmo e magia e con un
grazioso ricordo della giornata che i
folletti doneranno ai piccoli partecipanti.
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domenica 7 ottobre
itinerario: L’OASI DEL VITELLONE
MARCHIGIANO
Visita ad un’azienda di allevamento di bovini di
razza marchigiana con passeggiata nei pascoli delle
colline marchigiane. Visita guidata al centro di
Jesi e pranzo all'Enoteca Regionale a base di
deliziosi piatti tipici abbinati agli ottimi vini
della nostra regione. Nel pomeriggio escursione
naturalistica all’Oasi di Ripa Bianca, riserva
naturale del WWF.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Jesi
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 4 OTTOBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
L’itinerario di questa giornata è dedicato a tutti
gli appassionati di natura e genuinità che vogliono
avere un contatto autentico con il territorio e le
sue ricchezze. Si parte con la visita ad un
allevamento di bovini di razza Marchigiana,
specie tipica delle Marche da cui poi si è diffusa
in tutto il centro Italia. La storia di questa razza
ha radici molto antiche: introdotta in Italia nel VI
secolo d.C. a seguito delle invasioni barbariche,
nel tempo è stata oggetto di diversi incroci con
tori chianini e romagnoli che hanno reso il bovino
marchigiano particolarmente apprezzato sia
esteticamente visto che i capi si presentano di
grossa taglia, imponenti e con una muscolosità
piuttosto accentuata, sia dal punto di vista della
qualità delle carni che risultano alquanto sapide,
tenere e gustose.
L'azienda agraria “Arca Felice” del Comune di Jesi
che produce carne di bovino marchigiano, nasce con
l’obiettivo di difendere i marchi tipici e i
prodotti di qualità e di garantire qualità ed
efficienza negli allevamenti e nelle produzioni
agricole. L’azienda osserva rigorosamente le norme
biologiche in tutta la propria filiera: dalla
nascita del vitello alla sua alimentazione, dalla
macellazione alla lavorazione e commercializzazione.
Durante la visita all’azienda sarà divertente vedere
da vicino gli esemplari di bovini di razza
Marchigiana e sorprendersi, dinanzi a cotanta mole,
del loro aspetto armonico e sciolto e del
temperamento così docile. Non mancherà nemmeno una
bella passeggiata per i pascoli dove bovini
(e suini) vengono lasciati all’aperto, allevati
appunto secondo il metodo biologico che garantisce
l’assoluto rispetto dell’animale e al tempo stesso
la certezza per il consumatore di avere carni di
grande qualità, ma soprattutto sicure, senza
trattamenti antibiotici e rigidamente controllate.
Segue poi una degustazione di produzioni tipiche
biologiche tra le quali miele e olio
extravergine di oliva, prodotte dall’azienda insieme
a carne, vino e confetture.
Dopo la visita in azienda si giunge in città per una
visita allo splendido centro storico di Jesi.
Fondata dagli Umbri, conquistata dagli Etruschi,
contesa tra Galli Senoni e Piceni e trasformata
definitivamente in colonia dai Romani nel 295 a.C.,
Jesi mantiene ancora intatto l’impianto urbano sul
modello del castrum romano sebbene tutto
appare fuso con i segni monumentali della successiva
città medievale.
Tante sono le cose da conoscere e ammirare durante
il tour di questo ricco centro abitato, uno dei più
vivaci e caratteristici della valle dell’Esino,
prima di fermarsi in Enoteca per il pranzo
dove verranno serviti appetitosi piatti realizzati
con prodotti tipici e abbinamenti stuzzicanti con
vino locale.
Ristorati da un abbondante pasto si riprende il
percorso verso la periferia est di Jesi dove è
situata l’Oasi di Ripa Bianca, riserva naturale
del WWF. Il paesaggio si compone di quattro
diversi ambienti: quello fluviale , con un tratto
del fiume Esino circondato da numerose zone umide e
da un bosco ripariale; l’ambiente
agricolo con le colture tradizionali
della vallata e la presenza di filari di querce,
gelsi, pioppi, siepi campestri; l’ambiente lacustre,
sede della più importante garzaia delle Marche;
l’ambiente
calanchivo da cui deriva il toponimo
“Ripa Bianca”.
Vegetazione ripariale, animali, uccelli stanziali e
migratori, testuggini e altro ancora cattureranno
l’attenzione di grandi e piccini e renderanno
l’escursione naturalistica all’Oasi di Ripa Bianca
un’esperienza emozionante difficile da dimenticare!
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domenica 21 ottobre
itinerario: IL SAPORE DELLE LACRIME
Passeggiata nel centro storico di Morro d'Alba,
visita a due cantine di Lacrima con degustazione
guidata di vino e prodotti locali e pranzo in
ristorante tipico.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Morro d’Alba
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 18 OTTOBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Il
nome di questo paese è sinonimo di confine poiché la
“mora” dell’ “alba” era il cippo che segnava il
limite del colle (sul quale ogni mattina sorgeva
l’alba) che separava i comitati di Jesi e di
Senigallia. Una definizione pratica ma anche molto
poetica di un luogo che deve la sua lunghissima vita
alla coltivazione di una terra alquanto fertile e
altrettanto bella, che si può ammirare in tutto il
suo splendore dalle svariate finestre che si aprono
lungo il camminamento di ronda coperto delle mura
quattrocentesche che circondano il paese e che
viene chiamato “la scarpa” perchè segna la
forma a orma di piede di Morro.
La
guida ci condurrà per le vie del centro storico
di Morro d’Alba a conoscere i monumenti più
importanti del patrimonio artistico e culturale
della città. Il vero protagonista della giornata è
però il vino Lacrima di Morro che rappresenta
una delle principali eccellenze di questa zona.
Questo vino che nel 1985 ha ottenuto il
riconoscimento DOC, ha origini antichissime: la
prima citazione storica riguardante i vini di Morro
d’Alba l’abbiamo grazie a Federico Barbarossa che,
già nel 1167 durante l’assedio di Ancona , scelse le
mura di Morro d’Alba come dimora e riparo e chiese
agli abitanti di consegnargli le cose più buone e
prelibate , tra cui il famoso succo d’uva di Morro
d’Alba.
Il
“Lacrima” è un vitigno autoctono a frutto nero,
unico ed esclusivo della zona, da sempre allevato
nel territorio di Morro d’Alba. La zona di
produzione comprende un ristretto territorio in
provincia di Ancona, a nord del fiume Esino e
riguarda, in tutto o in parte, 6 comuni: Morro
d'Alba, da cui prende il nome, Monte San Vito,
S.Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia.
Sono esclusi i fondo valle e i versanti delle
colline di Senigallia affacciati sul mare. Le uve
vengono raccolte tardivamente quando raggiungono la
piena maturazione e le bucce si rompono lasciando
“lacrimare” la parte succosa all’interno, da cui il
nome “Lacrima”. Il vino si presenta di colore rosso
rubino intenso con notevoli ed evidenti sfumature
violacee. Se consumato giovane si nota un delicato e
caratteristico profumo vinoso, di cantina in
fermentazione. Con l'invecchiamento i toni passano
invece ad un fruttato-floreale di fragola,
ciliegino, more di rovo, mirtilli, viola e violetta.
La struttura è abbastanza corposa e dal gusto
asciutto, con un tannino evidente ma mai spigoloso e
pungente.
Per gustarne lo speciale sapore, l’itinerario
prevede la visita a due delle cantine di
Morro d’Alba che hanno creduto e investito in
questo vino; la prima azienda che produce anche
grappa di Lacrima grazie alla distilleria, unica
nella provincia di Ancona, ci accoglierà la mattina
dopo la passeggiata per il centro storico, mentre la
seconda sarà l’appuntamento principe del pomeriggio.
La degustazione dei loro prodotti completerà
il goloso percorso alla scoperta delle tipicità
enogastronomiche dell’entroterra marchigiano.
La
visita alle cantine sarà intervallata da un gustoso
pranzo presso un ristorante tipico di Morro
d’Alba che vanta una tradizione a conduzione
familiare di quattro generazioni. Oltre all’ambiente
che si presenta cordiale ed accogliente, la vera
forza del locale sono le prelibatezze rigorosamente
fatte a mano e le carni prelibate che verranno
ovviamente abbinati al rosso Lacrima di Morro
d’Alba.
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domenica 28 ottobre
itinerario: C’ERA UNA VOLTA...IL
FORMAGGIO
Visita ad un'azienda agrocasearia per assistere alla
mungitura, alla lavorazione del latte e alla
realizzazione del formaggio, pranzo, passeggiata
guidata nell’area archeologica di Ostra Antica alla
casa di terra e al centro storico di Ostra Vetere.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Vaccarile di Ostra, Ostra Vetere
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
la
quota comprende:
visite guidate, degustazioni e pranzo
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 25 OTTOBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 10 adulti e/o ragazzi
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
La
tradizione casearia ha radici antiche che si perdono
nella notte dei tempi. Il documento più antico che
testimonia con particolare precisione le fasi di
lavorazione del latte si può ammirare nel
bassorilievo di civiltà Sumera denominato “Fregio
della latteria”, che risale al III millennio a.C.,
dove sono rappresentati i sacerdoti (esperti caseari
dell'epoca) nei diversi momenti applicativi della
tecnica casearia. Nel tempo questo prodotto è stato
utilizzato da tutte le civiltà e in tutte le epoche
poichè rappresentava un ottima scorta di calorie e
proteine utilizzabili anche in periodi in cui
altrimenti non sarebbe stato possibile averli.
Oggi il formaggio è diffusissimo in tutto il
territorio nazionale in moltissime varietà
regionali. Nelle Marche i formaggi tipici vanno
dalla famosa caciotta d’Urbino, al bazzotto di
Senigallia, al formaggio di fossa ma alcuni giovani
casari sperimentano nei loro laboratori nuovi
prodotti sposando la tradizione con l’innovazione e
la creatività come nel caso di una piccola
azienda a conduzione familiare situata nelle
dolci colline dell’entroterra marchigiano dove sono
nati prodotti unici e straordinari come il
Caserotto, formaggio con olio extravergine di
oliva; la Luna Nera, delizioso formaggio a
pasta morbida con Lacrima di Morro d’Alba DOC
all’interno; il Ciocco Forma, morbida crema di
formaggio ricoperta da un croccante strato di
cioccolato; e tanti altri prodotti più tradizionali
come la ricotta, il pecorino fresco e stagionato e
molto altro ancora.
La
singolarità di questa visita sta non solo nell’assistere
ai processi di lavorazione e trasformazione del
latte ma anche nel provare con le proprie
mani come si realizza un formaggio fresco da
degustare appena pronto e giudicare, con il
sorriso sulle labbra, il proprio lavoro più o meno
riuscito. Assistere alla mungitura delle caprette
sarà per i bambini un divertimento in più.
Dopo aver degustato i prodotti di qualità
dell’azienda agrocasearia ci si sposta per una breve
passeggiata tra le rovine di quella che fu
l’antica città di Ostra vi farà scoprire la
grandezza e l’importanza di questa zona dove grazie
alle varie campagne di scavi sono venuti alla luce i
resti di un tempio e di un teatro che doveva avere
un diametro di 45 metri; i resti di un grande
edificio termale a pianta quadrangolare con fronte
di 59 metri costituito da almeno 12 ambienti, alcuni
con pavimento a mosaico e i resti di un insediamento
rustico di età romana del I secolo d.C. Vicinissimo
all’area archeologica rimane uno dei rari esemplari
di costruzione rurale; la casa di terra
testimonianza ancora intatta di come si viveva da
poveri all’inizio del secolo scorso.
Proseguendo lungo le sponde del fiume Misa
l’itinerario prosegue con una meritata sosta per il
pranzo in un caratteristico ristorante
immerso nel verde dove la signora Orietta prepara
per i suoi ospiti ottimi piatti tradizionali a base
di prodotti tipici locali.
Ultima tappa di questo viaggio è lo splendido centro
storico di Ostra Vetere città fondata nel
medioevo dagli abitanto di Ostra Antica in fuga dopo
la distruzione della città. colpisce subito per il
suo profilo caratterizato dai bellissimi campanili
che svettano sulle altre costruzioni. Una
passeggiata per le vie del centro tra le strette
viuzze e gli splendidi palazzi antichi, vi regalerà
emozioni di incomparabile bellezza.
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domenica 11 novembre
itinerario: DELIZIE IN ABBAZIA
Visita guidata alle stupende abbazie di Santa Maria
in Castagnola a Chiaravalle e di Santa Maria delle
Moje. Pranzo in ristorante tipico e visita ad
un’azienda in cui si produce il lonzino di fico.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Chiaravalle, Moje
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 8 NOVEMBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
Se
amate l’architettura religiosa e desiderate
conoscere uno straordinario e raro prodotto di
nicchia delle nostre terre non fatevi sfuggire
questo itinerario.
Si
inizia con la visita all’Abbazia di Santa Maria
in Castagnola di Chiaravalle che secondo
un’attendibile tradizione fu fondata dai monaci
cistercensi che, giunti a Chiaravalle nel 1172,
edificarono la loro abbazia nella “selva di
castagnola”, un fitto bosco che si estendeva in
tutta la bassa vallesina. Diventato in breve tempo
esteso ed importante, il complesso monastico
alterna, nel corso della sua esistenza, periodi di
lento declino a fasi di grande prosperità come nel
caso della creazione, nel 1759, della prima
Manifattura Tabacchi, centro propulsore
dell’economia di tutta la zona circostante alla
quale si deve la nascita e il consolidamento nel
tempo della cittadina di Chiaravalle. L’architettura
dell’abbazia, ispirata agli ideali monastici della
spiritualità cistercense e in particolare del
fondatore Bernardo di Chiaravalle, risulta imponente
ma allo stesso tempo sobria nelle decorazioni e nei
colori naturali che richiamano la semplicità e la
purezza della fede.
Un
altro stupendo esempio di architettura romanica
nelle Marche è l'Abbazia benedettina di Santa
Maria delle Moje. Così chiamata per il fatto che
è situata tra quei tratti di vegetazione paludosa
lungo le rive del fiume detti "moje", era
originariamente conosciuta con il nome di Santa
Maria Plani Molearum e sorgeva anch’essa nella selva
"santa" della Vallesina. Eretta nel XII secolo,
esternamente la chiesa appare come una tipica
costruzione basilicale con la navata centrale più
alta delle laterali, a croce greca inscritta,
ripartita in nove campate uguali definite da
pilastri che reggono volte a crociera e a botte.
Dopo questa coinvolgente visita alle abbazie della
vallesina, la cittadina di Moje ci accoglie anche
per il pranzo. Come sempre il ristorante è
curato ed accogliente e il menu prevede piatti
tipici della tradizione locale realizzati con i
freschi prodotti di stagione.
La
seconda parte della giornata è dedicata ad una
specialità tipica del territorio apprezzata davvero
in tutto il mondo ovvero la lonzetta di fico
della vallesina. E' di Moje il primo
produttore che la realizza ancora secondo l'antica
tradizione e cioè scegliendo i fichi più sani e
maturi per che vengono disposti su di una tavola e
lasciati asciugare al sole. Una volta raggiunta la
disidratazione ottimale vengono macinati a mano. La
massa ottenuta viene impastata in una terrina ma non
vogliamo svelare qui tutti gli altri ingredienti che
verranno spiegati da chi è certamente maestro in
quest’arte. L'impasto viene poi modellato a forma di
lonzetta e avvolto con foglie di fico legate con del
filo di lana leggero e colorato. Abbinamenti ideali?
Lonzetta e buon pecorino stagionato, meglio se di
fossa, oppure parmigiano o anche miele. La
degustazione offerta saprà restituire la bontà
di questi sapori.
Vittorio e la sua famiglia si sono specializzati
nella realizzazione della lonzetta sin dai primi del
Novecento, fino alla costituzione di un vero e
proprio laboratorio nel 1990. L’unico macchinario
utilizzato è quello che dà la forma al lonzino
mentre tutte le altre operazioni sono rigorosamente
artigianali secondo regole ferree che il titolare
dell’azienda promette di non disattendere mai. La
lonzetta di fico è un dolce povero, castigato
nell’aspetto e misurato negli ingredienti;
costituito di tutta frutta e senza zucchero, ha
sapori autunnali dolci, suadenti, di spezie
aromatiche. La procedura di confezionamento prevede
che i fichi, sani e maturi, siano
La
lonzetta nasce nelle campagne marchigiane per
conservare i fichi che maturavano tutti nello stesso
periodo in sovrabbondanza. Nella cultura povera del
passato i fichi facevano parte, insieme ad arance,
lupini e noci, della simbologia della festa
popolare. Si portavano ai padroni dei poderi e si
mangiavano nelle feste, tagliata a fette grosse
serviva anche da companatico per la merenda degli
scolari. Oggi la lonzetta di fico si trova sempre
più raramente; fra i pochi che lo confezionano in
casa, Vittorio è riuscito a tener viva l’usanza di
questo prodotto dell'antica tradizione contadina
della vallesina.
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domenica 25 novembre
itinerario: L’APERTURA DELLE FOSSE
Visita guidata ad un’azienda produttrice di
formaggio di fossa dove sarà possibile assistere
all’apertura delle fosse e degustare i formaggi
appena usciti dalle fosse. Pranzo in osteria e
visita guidata al Museo della civiltà contadina di
Mombaroccio.
durata:
intera giornata con pranzo
luogo:
Cartoceto, Mombaroccio
mezzo di trasporto:
auto propria
Quota di partecipazione:
adulti
30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50
€
bambini 0-5 anni
GRATIS (pranzo
non compreso)*
*
Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento
della prenotazione.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro
GIOVEDì 22 NOVEMBRE
PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o
info@percorsiparalleli.it
L’itinerario verrà annullato se non
si raggiungerà un minimo di 15 adulti
partecipanti. In caso di annullamento
l’organizzazione si curerà di contattare i
partecipanti.
Approfondimento
L’apertura delle fosse
è un momento molto particolare che regala profumi ed
emozioni inaspettate. Fiero delle sue origini
contadine, dietro a folti baffi, Vittorio ci parlerà
della nobile arte di creare formaggi, legata alle
tradizioni del passato, ai ritmi e ai tempi della
natura, all’alternarsi delle stagioni. Egli ama
profondamente la terra e il mondo rurale. Tra i suoi
più grandi interessi c’è la tutela del territorio,
la riscoperta della manualità, dei lavori semplici
della vita di campagna. Durante la visita alle
fosse e alla sua azienda ci racconta di
atmosfere perdute, nebbie e piogge, colline e
pianure, dei profumi della terra, il calore della
famiglia...e dell’arte antica di inventar formaggi.
La passione per le cose buone di una volta, la
voglia di scoprire e riscoprire, valorizzare i
prodotti della terra, lo ha portato a dare vita a
prodotti dai sapori antichi e nuovi al tempo stesso,
da sposare ai vini giusti e alle esigenze dei tempi
moderni, traendo spunti dal passato ma guardando al
futuro secondo una filosofia che lui ama definire
“retro-innovazione” ossia un cammino idelale per
ideare prodotti enogastronomici nuovi che parte
dalla tradizione ma che si avvale di strumenti
innovativi.
Quando in un antico palazzo di Cartoceto
vennero trovate due neviere che molto si prestavano
alla stagionatura dei formaggi, Vittorio diede
inizio ad un percorso alla ricerca di sapori perduti
attraverso una tradizione, quella delle fosse, che
pare risalga al XV secolo. Grazie ad un attento
studio su come fare una particolare stagionatura,
Vittorio riesce a produrre anche formaggi più
leggeri, adatti alle diverse esigenze dei tempi
moderni - per l’estate, per l’aperitivo, per le
persone attente alle calorie - da abbinare ai
diversi vini. Il formaggio stagionato in fossa è
sicuramente una delle espressioni più
rappresentative del pecorino nella nostra regione. I
formaggi prodotti nei ‘maggeti’ (ossia nei mesi di
marzo, aprile, maggio) vengono deposti nelle fosse a
stagionare una volta all’anno, in agosto, dentro
sacchi di tela, insieme a erbe dei nostri pascoli
montani. ‘Sfossati’ dopo circa cento giorni di
stagionatura, tra novembre e dicembre, il loro
aspetto è davvero singolare: la temperatura,
l’assenza di aria e di luce rendono i formaggi color
avorio nella pasta e ocra-arancio all’esterno, dalle
forme uniche, dai profumi tipici di fermentato che
ritroviamo in bocca assieme a piacevoli ed intense
sensazioni di latte. Un evento davvero da non
perdere.
Dopo aver assisitito all’apertura
della fossa e aver degustato i formaggi appena
usciti,
l’itinerario continua con una breve camminata per
le vie del centro storico di Cartoceto per
riprendere l’auto per spostarsi nel grazioso borgo
di Mombaroccio.
Su
un lato dell’imponente porta d’ingresso al paese,
Porta Maggiore, si trova una raffinata osteria,
molto curata nei particolari e nelle sue salette –
d’effetto quella ricavata nel torrione della Porta
Maggiore - e soprattutto nelle squisite pietanze che
verranno servite per pranzo dove sicuramente
non mancherà l’assaggio del prelibato formaggio di
fossa.
La
passeggiata pomeridiana ci farà scoprire le bellezze
del borgo medievale di Mombaroccio. Un
piccolo centro fortificato che racchiude opere
d’arte inaspettate, dal palazzo dei marchesi Del
Monte con il suo magnifico giardino, al Museo
del ricamo, antica tradizione di Mombaroccio,
alla mostra fotografica retrospettiva del periodo
tra le due grandi guerre, al complesso
conventuale dei frati Girolomini ora adibito a
sede comunale e Museo.
Assolutamente da non perdere la visita alla
chiesa di San Marco, al Museo d’Arte Sacra
che contiene tele, statue, oggetti curiosi della
vita dei frati del convento e delle vicine
parrocchie, e al caratteristico Museo della
Civiltà Contadina allestito nei sotterranei e
nelle grotte una volta usati dai frati come
magazzino e neviera. In questo Museo si trovano
ricostruzioni delle stanze della casa dei nostri
nonni, di botteghe artigiane e un’attenta
esposizione di oggetti usati dai contadini e di
attrezzi per i lavori nei campi. Pezzi unici che
restituiranno ai più il ricordo di una vita passata
ma poi non troppo lontana.
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