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TIPICANDO 2007

itinerari alla scoperta dei sapori dell’entroterra
 

3 giugno – 25 novembre 2007

 

organizzato da:

Associazione culturale PerCorsi Paralleli

 

con la compartecipazione di:

Provincia di Ancona - Assessorato al turismo

Provincia di Pesaro e Urbino - Assessorato al Turismo

CIA provinciale di Ancona

CIA Provinciale di Pesaro e Urbino

 

Anche quest’anno gli itinerari di TIPICANDO porteranno i visitatori alla scoperta dell’entroterra e delle sue tradizioni: dalla produzione artigianale dei prodotti tipici agli antichi mestieri ai borghi e ai luoghi sconosciuti ai più.

 

Nata nel 2005 ad opera dell’associazione Culturale PerCorsi Paralleli TIPICANDO ha visto in questi due anni di attività la collaborazione di alcuni enti pubblici tra cui l’assessorato al Turismo della Provincia di Ancona, la CIA Ancona, il Call Center Alta Marca, STL Misa Esino Frasassi, Associazioni albergatori di Senigallia ed alcuni Comuni.

 

L’intento è stato anche quello di creare delle sinergie e di “fare sistema” tra le realtà operanti nel territorio: aziende, associazioni di categoria, STL, Province e Comuni.

 

Un’attenta selezione dei luoghi e delle aziende ci permette di offrire un prodotto di elevata qualità, fruibile non solo dai turisti e viaggiatori che si recano in villeggiatura nella nostra Regione, ma anche da coloro che abitano il territorio e desiderano conoscerne le sua caratteristiche, quelle persone cioè che saranno i promotori stessi del territorio.

 

Ogni itinerario è incentrato su un’eccellenza che può essere un prodotto tipico, una realtà storico-culturale o archeologica oppure un percorso naturalistico.

 

Nel caso dei prodotti tipici si parte da una visita ad un’azienda agricola nella quale vengono spiegati i processi di lavorazione delle materie prime e si assiste (quando possibile) alla trasformazione delle stesse in prodotto finale. A questa breve parte “didattica” segue una degustazione guidata in cui è possibile assaggiare i vari prodotti dell’azienda e anche acquistarli.

 

Questo perché tra le finalità di TIPICANDO c’è anche quella di promuovere e valorizzare quelle aziende che si adoperano per mantenere vive le tradizioni enogastronomiche locali. Le visite in azienda hanno infatti lo scopo di avvicinare il potenziale consumatore non solo al prodotto, ma anche e soprattutto al produttore e al processo di produzione che sono spesso sconosciuti a chi fa acquisti nei supermercati. In tal modo si sensibilizza il consumatore all’acquisto responsabile e si permette al produttore di ampliare la diffusione e la commercializzazione dei propri prodotti.

 

La componente culturale è rappresentata dalle varie realtà storico-artistiche, archeologiche o naturalistiche che durante le visite guidate ai borghi vengono toccate dall’itinerario stesso: musei, centri storici, mostre o eventi presenti, convegni tematici, ricorrenze tradizionali e folkloristiche.


 

Presentazione del calendario degli appuntamenti

 

“Tipicando - itinerari alla scoperta dei sapori dell’entroterra”
 

3 giugno – 25 novembre 2007

 

Spiagge, colline, montagne, città, piccoli borghi, rocche, castelli, santuari, abbazie, musei, aziende agricole, prodotti tipici… questo e molto di più a TIPICANDO.

Venti itinerari alla scoperta dell’entroterra marchigiano per immergersi in una realtà sospesa nel tempo dove cultura, storia, arte, tradizione e natura si fondono con i profumi, i sapori e i colori di un paesaggio rurale intatto e carico di suggestioni per regalare ai visitatori emozioni uniche e indimenticabili.

 

domenica 3 giugno – NELLA VECCHIA FATTORIA - Località: San Lorenzo in Campo

Visita guidata ad una fattoria didattica con passeggiata nel bosco e attività didattiche per grandi e piccini. Pranzo con i prodotti della fattoria e visita guidata al Museo delle Terre Marchigiane.

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domenica 10 giugno – SE SON ROSE… FIORIRANNO - Località: Ostra

Visita ad un antico roseto e al Santuario della Madonna della Rosa. Passeggiata per le vie del centro storico di Ostra, pranzo a tema e visita ad un’azienda florovivaistica. 

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domenica 17 giugno – IL SENTIERO DEL GRANCHIO NERO - Località: Castelplanio

Passeggiata naturalistica lungo il “Sentiero del granchio nero”, visita al centro storico di Castelplanio e alla Civica Raccolta d’Arte. Pranzo in ristorante tipico con menù a base di prodotti locali.

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domenica 24 giugno –  LA VIA ROMANA - Località: Castelleone di Suasa

Visita guidata al Parco Archeologico e al Museo dell’antica città di Suasa, pranzo con menù del legionario e visita guidata alla Chiesa di San Gervasio di Bulgaria.

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domenica 1 luglio – FRATTULA: LA MEZZADRIA, LA TERRA, I PRODOTTI - Località: Scapezzano/Castel Colonna

Visita guidata al museo di storia della Mezzadria e alla chiesa Madonna delle Grazie. Passeggiata guidata nell’antico castello di Scapezzano, pranzo, visita guidata ad un’azienda vitivinicola delle Terre di Frattula.

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domenica 15 luglio – FRUTTI PREZIOSI - Località: Sant’Ippolito

Visita ad un’azienda agricola per raccogliere con le proprie mani i deliziosi frutti di stagione ed apprendere come utilizzarli in cucina. Nel pomeriggio visita guidata al centro storico di Sant’Ippolito e alle botteghe degli scalpellini.

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domenica 29 luglio – I TESORI DEL METAURO - Località: Montemaggiore al Metauro/ Saltara

Visita a Montemaggiore al Metauro e al Museo Winston Churchill, visita ad un’azienda in cui si produce Bianchello del Metauro e degustazione guidata di vino. Visita al Museo della Scienza e al planetario della Villa del Balì. Cena a base di prodotti delle terre del Metauro.

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domenica 12 agosto –  I “COCCI” DI FRATTE ROSA - Località: Fratte Rosa

Visita guidata al Convento di Santa Vittoria e al museo demoetnoantropologico delle terrecotte, visita ad una bottega artigiana e visita al centro storico di Fratte Rosa. Cena in ristorante tipico a base di ricette al coccio.

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domenica 26 agosto – VIAGGIO NEL TEMPO - Località: Fonte Avellana

Escursione lungo gli antichi sentieri percorsi dai monaci di Fonte Avellana verso la grotta di San Pier Damiani e visita guidata all’Eremo. Pranzo in ristorante tipico e visita a Serra Sant’Abbondio e alla cripta di San Biagio.

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domenica 9 settembre - PERCORSO diVINO - Località: Cupramontana

Visita guidata presso due cantine in cui si produce il Verdicchio dei Castelli di Jesi e visita al Museo dell’etichetta di Cupramontana. Suggestivo pranzo in cantina.

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domenica 16 settembre – VINO, ORCI E ROCCHE’nroll - Località: Barchi/Mondavio

Visita al museo degli orci e degli orciai di Barchi e visita al centro storico del piccolo castello. Visita ad un’azienda di Bianchello del Metauro, pranzo con degustazione di vino e visita guidata al castello di Mondavio e alla sua rocca.

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domenica 23 settembre LE ANTICHE USANZE – Località: Piticchio/Serra de’ Conti

Visita ad un’azienda biologica in cui producono legumi e cereali tra cui la cicerchia di Serra de’ Conti. Pranzo a base di prodotti della tradizione e visita al Museo delle Arti Monastiche “Le stanze del Tempo sospeso”. A seguire visita guidata al borgo di Serra de’ Conti

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domenica 30 settembre – SULLE ORME DEI FOLLETTI - Località: Urbania

Visita guidata e attività ludiche nel Bosco dei Folletti per una giornata dedicata alle famiglie e a tutti coloro che credono nelle favole e amano sognare. Pranzo in compagnia dei folletti che doneranno un grazioso ricordo della giornata a tutti i bambini.

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domenica 7 ottobre – L’OASI DEL VITELLONE MARCHIGIANO - Località: Jesi

Visita ad un allevamento di bovini di razza marchigiana con degustazione di prodotti tipici. Visita guidata a Jesi e pranzo presso l'Enoteca Regionale per assaggiare i deliziosi piatti tipici e gli ottimi vini della nostra regione. Nel pomeriggio escursione naturalistica all’Oasi di Ripa Bianca.

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domenica 21 ottobre – IL SAPORE DELLE LACRIME - Località: Morro d’Alba

Passeggiata nel centro storico di Morro d'Alba, visita a due cantine di Lacrima e pranzo in ristorante tipico.

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domenica 28 ottobre – C’ERA UNA VOLTA… IL FORMAGGIO - Località: Ostra/Ostra Vetere

Visita ad un'azienda agrocasearia per assistere alla realizzazione del formaggio. Pranzo a base di prodotti tipici e passeggiata guidata nell’area archeologica di Ostra Antica, alla casa di terra e al centro storico di Ostra.

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domenica 11 novembre – DELIZIE IN ABBAZIA - Località: Chiaravalle/Moje

Visita guidata alle stupende abbazie di Santa Maria in Castagnola a Chiaravalle e di Santa Maria delle Moje. Pranzo in ristorante tipico e visita ad un’azienda in cui si produce il lonzino di fico.

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domenica 25 novembre – L’APERTURA DELLE FOSSE - Località: Cartoceto/ Mombaroccio

Visita guidata ad un’azienda produttrice di formaggio di fossa dove sarà possibile assistere all’apertura delle fosse e degustare i formaggi appena usciti dalle fosse. Pranzo in osteria e visita guidata al Museo della civiltà contadina di Mombaroccio.

(Dettagli…)

 

 


 

per partecipare:

 

quota di partecipazione: 30 €

(La quota comprende: le visite guidate, il pranzo o la cena, la degustazione dei prodotti e gli ingressi ai musei.)

 

RIDUZIONI:

Bambini da 6 a 12 anni riduzione del 25%.

Bambini da 0 a 5 anni GRATIS (pranzo non compreso)*

 

*Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

La prenotazione è obbligatoria e da effettuarsi entro il giovedì precedente la data dell’itinerario.

 

Al momento della prenotazione verranno indicati l’orario e i diversi punti d’ incontro.

 

L’organizzazione si riserva di modificare e/o cancellare gli appuntamenti qualora non si raggiunga un numero minimo di partecipanti.

 

Info e prenotazioni:

PerCorsi Paralleli

Tel. 320 0971943 – Fax 0721 826027

info@percorsiparalleli.it

www.percorsiparalleli.it



 

domenica 3 giugno

itinerario: NELLA VECCHIA FATTORIA

 

Visita guidata ad una fattoria didattica con passeggiata nel bosco e attività didattiche per grandi e piccini. Pranzo con i prodotti della fattoria e visita guidata al Museo delle Terre Marchigiane.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: San Lorenzo in Campo

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 31 MAGGIO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 10 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Immersi nella paesaggio collinare marchigiano, a pochi chilometri da Pergola, esiste una realtà in cui il tempo pare essersi fermato. Paolo e Bini due una giovane coppia appassionata di natura e ambiente ha scelto di abbandonare i ritmi frenetici e “innaturali” della città per dedicarsi alla campagna e fare i contadini. Dopo 16 anni di duro lavoro ora conducono con successo e sacrificio una bella fattoria dove con metodi biologici e biodinamici coltivano cereali, legumi e ortaggi e allevano pecore di razza Fabrianese.

 

La passione per il loro lavoro e il desiderio di trasmetterlo alle nuove generazioni ha spinto Paolo e Bini a fare della propria fattoria una fattoria didattica, dove grandi e bambini possono riscoprire i valori e le tradizioni di un tempo ormai passato i cui valori e le cui tradizioni hanno costituito l’elemento portante della nostra società.

 

Il percorso inizia con una visita alla fattoria vera e propria dove sarà possibile vedere come anticamente veniva fatto il formaggio con il “preso” ovvero lo stomaco del vitello per poi passare a visitare la serra a letto caldo dove vengono coltivati ortaggi rari al fine di tutelarli dal rischio d’estinzione. La visita prosegue con una piacevole passeggiata all’ombra del fitto bosco che circonda la fattoria per imparare a riconoscere le specie arboree e, con un po’ di fortuna, avvistare qualche animale selvatico. Dopo la passeggiata cosa meglio di un buon pranzo preparato con i prodotti della fattoria può ristorare il corpo e la mente dalle fatiche della mattinata?

 

L’itinerario prosegue, nel pomeriggio, con una visita ad uno dei migliori musei demoantropologici della zona: il museo delle Terre Marchigiane di San Lorenzo in Campo che costituisce una testimonianza fedele della civiltà rurale, mezzadrile ed artistica delle Marche del XIX e XX secolo e che costituisce una sorta di ricerca socio-culturale dei luoghi e degli oggetti utilizzati tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del Novecento. Le macchine e le piccole utensilerie quotidianamente impiegate dalle genti marchigiane hanno suggerito l’allestimento e la ricostruzione di ambienti caratteristici, animati da immagini e suoni.

 

Risultato di un lungo lavoro di ricerca e di conservazione, questo spazio è stato concepito da un lato come prezioso tentativo di mantenere vivo il ricordo di vecchi mestieri, di usanze ed abitudini scomparse; dall’altro come luogo di incontro, di approfondimento e studio, completamente aperto a collaborazioni progettuali e didattiche. Il Museo che raccoglie più di mille pezzi, è strutturato secondo quattro differenti percorsi: i luoghi di vita, dove sono stati ricostruiti alcuni ambienti della casa del mezzadro, i luoghi di incontro, in cui vengono mostrati gli spazi dello svago e del contatto con la realtà sociale, i vecchi mestieri, con le botteghe e i luoghi di lavoro degli artigiani e le collezioni, sezioni dedicate alla ceramica, agli oggetti in rame e in ferro.

 

Un itinerario nel cuore della vita rurale marchigiana per capirne tutti gli aspetti e comprendere per quale motivo due giovani del terzo millennio abbiano scelto di calarsi in questa realtà da molti considerata “superata.

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domenica 10 giugno

itinerario: SE SON ROSE...FIORIRANNO

 

Visita ad un antico roseto e visita guidata al Santuario della Madonna della Rosa. Passeggiata per le vie del centro storico di Ostra, pranzo e visita ad un’azienda in cui si coltivano fiori. 

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Scapezzano, Ostra

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 7 GIUGNO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Nel momento del suo massimo splendore, passando dalla frizzante primavera alla calda estate, abbiamo voluto dedicare una giornata al più bell'ornamento della terra, la rosa, il fiore cantato da tanti poeti, simbolo per eccellenza dell’amore, dell’eleganza e della bellezza. Votate a mille usi, da pianta medicinale ad aroma a tè, le rose sono presenti soprattutto nei nostri giardini e sui pergolati come fascinoso orpello dalle tinte brillanti o dai colori tenui e delicati. La loro coltivazione risale a tempi molto antichi quando l'uomo ha desiderato rendere più confortevole ed accogliente il luogo in cui viveva.   

 

L’itinerario inizia con la visita ad un antico roseto di Scapezzano. Il proprietario è un progettista e realizzatore di giardini che per l’occasione ci farà da cicerone tra le stradine del prezioso roseto raccontandoci nei particolari le storie legate alle sue amate rose. Ci si sposta poi ad Ostra per la visita al Santuario della Madonna della Rosa che sorge proprio sul luogo in cui, in epoca immemorabile, sorgeva un'edicola con l’immagine della Vergine, dipinta su rozza parete, ai piedi della quale scorreva un ruscello d’acqua limpida. Per via del fiore che la Vergine tiene nella mano sinistra, i fedeli cominciarono ad invocarla col dolce nome di "Madonna della Rosa".

 

Si dice che un tempo, in un giorno di maggio, una fanciulla pose davanti all’immagine un candido giglio in segno di amore. Il fiore, con grande meraviglia di tutti, rimase per mesi e mesi fresco e profumato come fosse stato appena reciso dalla pianta. Da allora numerosi fedeli accorsero ai piedi della Vergine così la modesta e disadorna edicola due anni dopo venne trasformata in una graziosa chiesetta. Raggiunta la città di Ostra, prima di fermarsi a mangiare, c’è ancora tempo per un breve giretto per il centro storico. L’attuale cittadina riprende il nome dell’antico municipio romano i cui resti si trovano fuori del castello in località Muracce ma mantiene la posizione e la conformazione medievale nonché la cinta muraria con i suoi torrioni.

 

La passeggiata conduce infine al ristorante che ci ospita per il pranzo dove l’ottima cucina locale unita ad un ambiente raffinato ed elegante e molto confortevole richiama per l’occasione il tema dell’itinerario sia nei piatti che nelle decorazioni. Una vera e propria oasi di pace con un magnifico giardino a disposizione per una pausa relax da primo pomeriggio. Si riparte per l’ultimo appuntamento della giornata. Durante la visita ad un’azienda florovivaistica di Ostra, un floricoltore nonché abile oratore, ci guiderà all’interno del suo vivaio per conoscere le sue odorose serre, le tecniche di coltivazione e i particolari accorgimenti per rendere al meglio anche i più delicati dei nostri bellissimi fiori. 

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� � domenica 17 giugno

itinerario: IL SENTIERO DEL GRANCHIO NERO

 

Passeggiata naturalistica lungo il “Sentiero del granchio nero”, visita al centro storico di Castelplanio e alla Civica Raccolta d’Arte. Pranzo in ristorante tipico con menù a base di prodotti locali.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Castelplanio

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 14 GIUGNO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Nel territorio di confine tra Castelplanio e Rosora, in una cornice suggestiva di natura primordiale, ha inizio il sentiero del Granchio Nero così chiamato per la presenza del raro granchio di fiume dal caratteristico colore nero. Scendendo vicino al fosso e alla zona umida regno del granchio nero e passeggiando lungo i 2 km di percorso che attraversano il bosco fluviale e ripariale si può ammirare una grande varietà di specie arboree rare come l'ontàno bianco e specie floreali che vanno dal narciso all'orchidea selvatica.

 

Lungo il sentiero si incontra l’antica Fonte del Coppo che dal sec. XVIII rappresenta un importante fonte di approvvigionamento idrico per Castelplanio. L'acqua che sgorga da questa fonte crea un piccolo fiume che lungop il suo percorso dà vita a cascate e mini laghetti molto suggestivi perché circondati e protetti da un rigoglioso e imponente bosco fluviale. La stessa presenza del granchio nero di fiume è un ottimo indicatore ambientale dello stato di salute delle acque del ruscello. Alla fine del sentiero ci si ritrova nei pressi del Municipio di Castelplanio da dove si parte per un altro giro, questa volta alla scoperta del castello e delle sue tante emergenze storico artistiche. La struttura quattrocentesca rimane ancora ben visibile, nonostante i rimaneggiamenti successivi. La pavimentazione del castello ed il pozzo nel cortile centrale, intorno cui si sviluppa tutto l'edificio ne sono una spelndida testimonianza. Per quanto riguarda le mura, nella parte rimasta della doppia cinta fortificata, si evidenziano due torrioni con abitazioni sopraelevate, mentre la rocca che esisteva a sud-ovest è stata in parte inglobata nel palazzo Gianfranceschi-Zucchi.

 

Prima di riprendere il sentiero del granchio nero e ripercorrerlo al contrario, merita una sosta la chiesa di San Sebastiano, edificio fatto costruire nel 1878 dal vescovo Rambaldo Magagnini sulle fondamenta di una vecchia chiesa del 1500. Qui sono conservati un busto di terracotta policroma di S.Sebastiano attribuito ad un allievo della scuola di fra' Mattia della Robbia, la statua in legno dorato di S. Giuseppe, patrono di Castelplanio, e il Crocifisso ligneo del 1700.

 

La bella camminata naturalistica della mattina avrà sicuramente messo fame. Ci si ferma dunque per il pranzo presso una caratteristica locanda della zona situata alle porte del paese, in cui si potranno provare piatti tipici come sempre legati e preparati secondo la tradizione. Nel pomeriggio si torna nel centro storico di Castelplanio per la visita alla Civica Raccolta d’Arte, Storia e Cultura. Il Muse è collocato nel settecentesco Palazzo dei Conti Fossa Mancini dove tra bei soffitti decorati a pergolato e preziose sale in stile barocco sono conservati una serie di quadri ad olio su tela in stile neoclassico.

 

Il percorso storico-didattico del Museo, va dall'età tardo romana attraverso il medioevo e tocca in particolare il periodo che dal XV al XVI secolo mostrando reperti lapidei, stemmi vescovili e un affresco del 1522 attribuito ad Andrea Aquilini (detto Andrea da Jesi), proveniente dall'antica cappellina del quattrocentesco Palazzo dei Priori. Nel museo sono esposte anche le grandi riproduzioni fotografiche delle superstiti tele del polittico castelplanese di Lorenzo Lotto, oggi conservate presso lo Staatliche Museen di Berlino, datate al 1531 e nelle vetrine sono state sistemate alcune antiche pergamene, manoscritti del XV secolo e atti di varie epoche, provenienti dall'Archivio storico di Castelplanio. La sezione contemporanea raccoglie invece preziose incisioni ad acquaforte e acquatinta di grandi artisti italiani del '900.

 

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domenica 24 giugno

itinerario: LA VIA ROMANA

 

Visita guidata al Parco Archeologico e al Museo dell’antica città romana di Suasa, pranzo con menù del legionario e visita guidata alla Chiesa di San Gervasio di Bulgaria.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Castelleone di Suasa

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 21 GIUGNO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Un itinerario dedicato all’archeologia per respirare i grandi fasti della Roma repubblicana e imperiale. La visita alla Città romana di Suasa è una imperdibile occasione per ammirare un bellissimo esempio di quelle che erano sfarzose colonie romane presenti sul nostro territorio.

 

I rilevamenti effettuati sugli assi viari dell’antica Suasa hanno mostrato come queste strade fossero enormemente trafficate e dimostrano la centralità che doveva avere la città nel territorio. La sua nascita è legata al processo di romanizzazione dell’ager Gallicus intrapreso da Roma dopo la battaglia di Sentinum (Sassoferrato) del 295 a.C. e alle assegnazioni di terre a numerosi coloni e legionari che frequentarono e poi abitarono questa zona.

 

Gli scavi condotti dall’Università di Bologna nel corso di questi anni hanno riportato alla luce una vera e propria fortuna, già evidenziata dalle foto aeree che mostravano sulla superficie del terreno le inequivocabili tracce di strutture murarie ancora coperte dalla terra. L’attuale strada comunale ricalca l’antico tratto stradale del decumano massimo della città, sul quale si affacciano sia le strutture abitative che gli spazi pubblici e le necropoli. Attraverso un percorso guidato si visiteranno le varie strutture a partire dalla Domus dei Coiedii, lussuosa residenza privata, una delle più belle dell’Italia centrale, di notevole estensione e ricca di decorazioni musive assai pregevoli, fornita addirittura di un quartiere termale e di una grande piscina scoperta.

 

Il percorso comprende anche la visita guidata al foro commerciale, alle necropoli, all’anfiteatro, ad altri significativi edifici e a ciò che è visibile del teatro.

 

Conclusa la visita all’area archeologica ci si sposta nel centro storico di Castelleone di Suasa dove si trova il Museo Civico Archeologico “A. Casagrande” della Città Romana di Suasa, in cui sono visibili gli affreschi, recuperarti e ricomposti, che arricchivano le pareti della domus.

 

Dopo aver conosciuto le abitazioni e gli usi degli antichi romani di Suasa, scopriremo anche che cosa mangiavano. A pranzo infatti verrà proposto il menù del legionario, composto da curiosi piatti che, secondo un attendo studio dello chef, riprendono alcuni alimenti base della tradizione culinaria romana ma ovviamente rivisitati e adattati al nostro palato. Il menù prevede una deliziosa crema di legumi con guanciale croccante e insalata cruda, un’insalata fredda di farro e per secondo formaggi misti con miele, il tutto accompagnato da acqua e buon vino.

 

Dopo pranzo il ristorante offre anche un momento di relax presso lo spazio all’aperto circostante con possibilità di rilassarsi sotto una delle quercie secolari del Cesano o di godersi una tranquilla passeggiata sulle sponde del lago.

 

Ultima tappa dell’itinerario è la chiesa di San Gervasio di Bulgaria, Originaria del V-VI secolo d.C. sorge al centro di un’area archeologica, nel territorio abitato nell’alto medioevo dai Bulgari. Nella cripta conserva un sarcofago di VI secolo in marmo del proconesso in stile ravennate, che dovrebbe contenere il corpo di San Gervasio, antico patrono della comunità mondolfese. Ad evidenziare ancor di più la presenza romana e dei suoi soldati in questo territorio è il fatto che la chiesa con tutta probabilità sorse laddove si trovava la stazione di posta di epoca romana Ad Pirum Filumeni.

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domenica 1 luglio

itinerario: FRATTULA: LA MEZZADRIA, LA TERRA, I PRODOTTI

 

Visita guidata al museo di storia della Mezzadria, visita al chiostro e alla chiesa della Madonna delle Grazie, visita guidata presso l’antico castello di Scapezzano e ad un frantoio con degustazione di prodotti tipici delle Terre di Frattula. Pranzo e visita guidata presso azienda vitivinicola delle Terre di Frattula.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Scapezzano, Castel Colonna

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 28 GIUGNO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Nella semplice e beata atmosfera delle Terre di Frattula le giornate della gente del contado scorrevano all’insegna del lavoro nei campi e dell’allevamento. Guidati dai monaci dell’Avellana, i contadini sperimentavano la cooperazione, lo scambio di informazioni e di esperienze e l'aiuto reciproco nell’esecuzione dei grandi lavori periodici. Il risultato di questo stimolante confronto è stata la creazione di prodotti unici nel proprio genere, strettamente legati al territorio e generati tutt’oggi secondo la tradizione e il disciplinare di una volta.

 

Un’eccezionale testimonianza della cultura rurale delle Terre di Frattula è conservata nel Museo di Storia della Mezzadria “Sergio Anselmi” di Scapezzano, dal quale inizia il nostro itinerario. Situato in un’ala del quattrocentesco Convento delle Grazie il museo è una delle più significative testimonianze della storia dell’agricoltura e dell’ambiente rurale marchigiano. Costruito con l’intento di far emergere i caratteri del lavoro e della vita del mezzadro, il museo contiene più di 2.000 oggetti e delle belle gigantografie di foto d’epoca che riprendono il lavoro nei campi.

 

Dopo il tuffo nel passato l’itinerario prosegue con la visita al centro storico di Scapezzano, antico castello di Senigallia che nel XIV secolo grazie alla sua posizione strategica fu scelto dai nobili della malsana e insicura Senigallia come rifugio e residenza. Oggi la particolare posizione di Scapezzano che sorge sulla sommità di un colle a ridosso del mare permette al piccolo castello di godere di un panorama unico che dall’adriatico all’Appennino è ricoperto di ulivi. Da queste parti la coltivazione dell’ulivo e la produzione di olio hanno origini molto antiche. Sin dall’Alto Medioevo il clima favorevole e le caratteristiche del terreno hanno permesso la buona riuscita delle coltivazioni di ulivo e questo giustifica la presenza di un consistente numero di frantoi nel piccolo comune di Scapezzano. D’obbligo dunque la visita ad un frantoio dove poter assaporare il gusto della centenaria tradizione dell’olio del paese di Scapezzano in cui storia e cultura si fondono con l'amore per la terra. Durante la visita guidata degli impianti saranno spiegate le tecniche di lavorazione delle olive, dalla molitura all’estrazione dell’olio, e verrà data la possibilità di assaggiare questo sapido prodotto di Frattula grazie ad una degustazione preparata per l’occasione.

 

Il pranzo, sempre a Scapezzano, sarà molto gradevole: il ristorante che ci ospita è ricavato in una meravigliosa dimora di fine '800 recentemente ristrutturata, immersa nel verde del suo parco secolare che conserva inalterati il fascino e la quiete di un tempo. Il menù,  particolarmente curato, offre specialità locali tipiche di Frattula.

 

Il percorso di questa giornata a spasso per le terre di Frattula si conclude con la visita ad un’azienda vitivinicola a conduzione familiare situata nel territorio comunale di Castel Colonna dove Floriano e Roberta da anni producono vini con metodo biologico nel pieno rispetto della natura.

 

Tra gli straordinari prodotti dell’azienda si potranno degustare Esino Doc Rosso ottenuto da uve Montepulciano e Sangiovese, Esino Doc Bianco ottenuto da uve Verdicchio e Trebbiano, il fresco e brillante Rosato prodotto con uve Sangiovese e Montepulciano. La visita guidata ai vigneti e alla cantina permetterà di capire le diverse fasi di trasformazione dell’uva in vino e di degustarne i risultati.

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domenica 15 luglio

itinerario: FRUTTI PREZIOSI

 

Visita ad un’azienda agricola per raccogliere con le proprie mani i deliziosi frutti di stagione ed apprendere come utilizzarli in cucina. Nel pomeriggio visita guidata al centro storico di Sant’Ippolito e alle botteghe degli scalpellini.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Sant’Ippolito

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 12 LUGLIO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

La frutta, fresca delizia della stagione estiva, è la protagonista di questa giornata. A chi è preso dalla frenesia del lavoro e delle mille occupazioni quotidiane, non capita spesso di poterla assaporare appena colta dall’albero, succosa, giovane, profumata e soprattutto genuina.

 

Il percorso inizia con la visita ad un’azienda agricola immersa nel cuore delle colline di Sant’Ippolito dove da anni si coltivano albicocche, prugne e ciliegie. Il titolare dell’azienda accoglie chi, con vivo interesse, vuole raccogliere con le proprie mani la frutta fresca pendente dai rami facilmente raggiungibili degli alberi da lui coltivati. Dotati di cestino, grandi e bambini potranno dedicarsi con entusiasmo alla raccolta della frutta di stagione e portare a casa un succoso bottino. L’azienda produce anche legumi, miele d’acacia e millefiori e, grazie alle particolari attrezzature di cui è dotata, realizza dell’ottima frutta disidratata che anche se a prima vista non si direbbe, possiede un intenso sapore godibile anche “fuori stagione”.

 

Trascorsa la mattinata tra i frutteti dell’azienda, si raggiunge la vicina frazione di Pian di Rose per trovarsi in un luogo in cui la tranquillità regna sovrana. Qui lo chef Simone accoglie i suoi ospiti con entusiasmo facendogli scoprire i segreti della preparazione dei suoi piatti che per l’occasione saranno a base di frutta: dall’antipasto al dolce insoliti e gustosi abbinamenti tra cibo e frutta sveglieranno i vostri sensi facendovi riscoprire l’antico gusto del benessere.

 

Su e giù per i colli metaurensi, dopo pranzo l’itinerario continua con la visita al centro storico di Sant’Ippolito, antico borgo fortificato noto per la presenza, sin dal XIV secolo, di scalpellini: abili scultori di pietra arenaria conosciuti in tutta Italia e all’estero grazie alle loro opere. Oltre a produrre oggetti di uso quotidiano, gli scalpellini si dedicavano anche ad opere artistiche volte a decorare nicchie con immagini della Madonna e dei santi, edicole sacre, cappelle, portali, scalinate, stemmi, ecc. Ancora oggi è possibile vedere molte delle opere degli scalpellini lungo le strade e sugli edifici del paese e delle sue frazioni in una sorta di museo diffuso sul territorio che comprende anche la Chiesa di San Giuseppe, il laboratorio artistico della pietra e il Museo degli scalpellini che conserva manufatti dell’epoca nonché creazioni nate dal lavoro degli artisti partecipanti al Simposio di scultura in pietra arenaria che si tiene ogni anno a Sant’Ippolito con lo scopo di tenere viva quest’arte secolare. A conclusione dell’itinerario lasciamo parlare una stravagante artista del luogo, Natalia Gasparucci, la quale ci presenterà la sua bottega e la mostra permanente delle sue opere raccontandoci la sua lunga esperienza di scalpellino.

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� � domenica 29 luglio

itinerario: I TESORI DEL METAURO

 

Visita al centro storico e al Museo Winston Churchill di Montemaggiore al Metauro, visita ad un’azienda di Bianchello del Metauro con degustazioni guidate di vino. Visita al Museo della Scienza e al planetario della Villa del Balì con cena a base di prodotti delle terre del Metauro.

 

durata: mezza giornata con cena

luogo: Montemaggiore al Metauro, Saltara

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

la quota comprende: visite guidate, ingresso al museo e al planetario, degustazioni e cena

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 26 LUGLIO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 20 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento su “ I TESORI DEL METAURO ” :

 

Le colline del Metauro sono da tempi antichissimi sede ideale per la coltivazione della vite, Bianchello del Metauro e Sangiovese accompagnano una superba gastronomia che connota tutta la vallata. Tali eccellenze rendono questa valle una delle più belle al mondo, dove la sostenibilità e la vivibilità sono ancora presenti e si coniugano con la tradizionale ospitalità della terra marchigiana. Tutta raccolta intorno alla vecchia via Flaminia, la valle del Metauro è intrisa di romanità, di storia, d'archeologia, con siti naturalistici incomparabili e bellezze monumentali insigni.

 

Il comune di Montemaggiore al Metauro, da cui parte la visita guidata, si estende dal lato destro del fiume fino alla collina dove sorge il centro storico. E’ un centro molto attivo nella produzione del noto vino Bianchello, di pregiati formaggi e di crisantemi, le cui coltivazioni caratterizzano l’intero paesaggio circostante.

 

Il paese è famoso anche le vicende storiche verificatesi nel suo territorio: l’antica battaglia del Metauro combattuta nel 207 a.C. tra i cartaginesi di Asdrubale e l’esercito romano e la più recente battaglia del Metauro dell’agosto 1944 tra alleati e tedeschi. A memoria di quest’ultimo avvenimento è stato allestito in paese il Museo storico del Fiume Metauro Winston Churchill che vuole ricordare ai suoi visitatori il passaggio del premier inglese insieme ai generali alleati Alexander e Leese per seguire da Montemaggiore il lancio dell'offensiva alla "Linea Gotica" delle truppe alleate contro i tedeschi.

 

L’itinerario prosegue con la visita ad un’azienda vitivinicola della zona dove si potrà degustare il morbido ed elegante Bianchello del Metauro vino che, secondo la leggenda, valse ai romani la vittoria sull’esercito cartaginese che abbandonatosi ai piaceri del vino la sera prima della battaglia, non è stato in grado di difendersi dall’offensiva nemica e è stato miseramente sopraffatto dai soldati di Marco Livio Salinatore e Tiberio Claudio Nerone. Oltre al Bianchello l’azienda produce un fragrante ed armonico Rosso da vitigno Montepulciano, un delicato Moscato caratterizzato da tipiche note aromatiche e un ambrato vino passito ottenuto da uve Biancame che hanno la particolarità, una volta appesa in soffitta ad “appassire”, di mantenersi bene per molti mesi e venire vinificata dopo una prima fase di avvizzimento dei grappoli. Questo vino veniva (e viene) fatto dai contadini che lo riservavano ai momenti conviviali e significativi della loro vita sociale.

 

Dai tesori della terra ai misteri del cielo. Dopo la degustazione guidata in cantina ci si reca a Saltara presso la Villa del Balì che, rinnovando la sua antica tradizione di ricerca, oggi è diventata sede di un museo e di un centro dedicato alla scienza. La villa fu costruita circa cinque secoli fa come residenza di campagna da Vincenzo Negusanti, Conte fanese e uomo di grande cultura e scienza, nella zona in cui sorgeva la cappella dedicata a San Martino, la quale non è da escludersi fosse anche una commenda templare. Il Conte Negusanti fece riedificare la cappella in chiesa e vi aggiunse quattro torri dalle quali osservava il cielo per i suoi studi di astronomia. Il nome Balì deriva dal grado di Gran Priore Balì ottenuto dal Conte Marcolini, Cavaliere dell'Ordine di S.Stefano Papa e Martire, che acquistò la villa dai Negusanti nel 1677. Ampliata, rimaneggiata e ristrutturata nel corso dei secoli, la Villa del Balì ha assunto l'aspetto esterno attuale nel XVIII secolo, con l'apposizione di una imponente scalinata di accesso centrale a doppia rampa. 

 

In linea con la tradizione scientifica della villa, dal 2004 essa ospita il Museo del Balì, museo interattivo della scienza con attività di astronomia, astrofisica, matematica e fisica. Il percorso mette a disposizioni 35 postazioni interattive, un planetario, un osservatorio, aule didattiche, il tutto distribuito su uno spazio espositivo di due mila metri quadrati. Dopo la Città delle Scienze di Napoli, è il secondo science centre in Italia per dimensioni e qualità di attrezzature.

 

Dopo una visita al planetario e alle postazioni interattive la giornata si conclude con una cena in compagnia di uno dei più bravi chef del territorio che per l’occasione preparerà un menù realizzato esclusivamente con prodotti e tipicità artigianali marchigiane. Una piacevole serata estiva all’insegna dei gusti genuini di queste terre.

 

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domenica 12 agosto

itinerario: I COCCI DI FRATTEROSA

 

Visita al Museo demoetnoantropologico delle terrecotte presso il complesso conventuale Santa Vittoria, visita ad un laboratorio di terrecotte e partecipazione a “LE ETERNE CUCINE AL COCCIO” in Sala Vittoria con cena presso il ristorante “ La graticola”.

 

durata: mezza giornata con cena

luogo: Fratterosa

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 9 AGOSTO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

L'antica tradizione artigiana della realizzazione di oggetti d'uso in terracotta è il miglior biglietto da visita che il borgo di Fratte Rosa può vantare. Una tradizione antica e serena che si inserisce perfettamente nel contesto di un paesino rotondo e pacato, arroccato su dolci colline distese verso il mare, con un centro storico intatto e di notevole valore.

 

Il panorama che si vede dalle mura castellane è sconfinato, spazia dai monti alla costa. Ma non colpisce solo questo entrando a Fratte Rosa: si ammira ovunque la compiutezza delle sue case basse e pulite, la perfezione delle viuzze e delle architetture, la forza della storia, e senza dubbio il forte legame con la tradizione locale delle terrecotte. Da secoli infatti si producono ceramiche popolari di uso domestico che tramandano storia e cultura di chi le ha prodotte e utilizzate. I cosiddetti “cocci di Fratte Rosa” vengono da sempre realizzati artigianalmente e sono ancora oggi creati da abili maestri nei vari laboratori frattesi.

 

L’appuntamento di Fratte Rosa guiderà alla scoperta delle terrecotte da fuoco e dei segreti dell’antica cucina al coccio che in luoghi e tempi differenti e per tante diverse civiltà ha rappresentato la più usata e comune forma di cottura. Grazie alla loro grande versatilità, questi antichi recipienti capaci e resistenti, sopportavano bene le cotture lente sul camino dei cibi modesti abitualmente usati nel quotidiano, e allo stesso tempo si adattavano, con le loro varie forme, alla preparazione di prelibatezze in occasione di speciali eventi o celebrazioni.

 

L’itinerario entra da subito nel vivo con la visita al Convento di Santa Vittoria, sicuramente il monumento più importante del territorio non solo perchè si dice fu fondato nel 1216 dai monaci Classensi di Ravenna ma anche perchè è nei suoi  dintorni che secondo l’antica tradizione, si raccoglie la preziosa argilla. Il convento ospita oggi il Museo demoetnoantropologico delle Terrecotte, non una semplice raccolta di oggetti esplicativi di un tempo passato, ma uno spazio espositivo che si propone di evidenziare quanto ancora sia forte la tradizione della produzione delle terrecotte. Non a caso  uno degli ambienti è stato destinato a laboratorio di ricerca e sperimentazione.

 

Per conoscere dal vero la pratica della lavorazione della terracotta, dopo la visita al Museo il percorso prosegue con la visita al laboratorio artigianale della famiglia Bonifazi, dove si lavorano a mano terrecotte e ceramiche secondo l'antica tradizione. Dopo aver scoperto i segreti dei maestri delle terrecotte si raggiunge il centro storico di Fratte Rosa per conoscerne la storia, i monumenti e i suoi tanti tesori artistici.

Infine ritrovo al ristorante per gustare le squisite ricette al coccio.


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domenica 26 agosto

itinerario: VIAGGIO NEL TEMPO

 

Escursione lungo gli antichi e suggestivi itinerari percorsi dai monaci dell’Eremo di Fonte Avellana e dal Sommo Poeta Dante per raggiungere la grotta di San Pier Damiani; visita guidata all’Eremo e sosta sotto le fronde del gigantesco tasso di Fonte Avellana. Pranzo e visita del centro storico di Serra Sant’Abbondio e della cripta di San Biagio. 

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Fonte Avellana

mezzo di trasporto: auto propria

note: è consigliato un abbigliamento comodo, scarpe da trekking  o da ginnastica, impermeabile o K-way, cappello, borraccia ecc.

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 23 AGOSTO


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento su “VIAGGIO NEL TEMPO” :

 

Alle pendici del monte del Catria, ad un’altitudine di circa 700 metri sul livello del mare, si trova il Monastero di Fonte Avellana, regno di pace e silenzio dove il tempo sembra essersi fermato da secoli. Le sue origini risalgono all’anno 1000 ma di certo già negli ultimi decenni del X secolo alcuni eremiti avevano scelto di dimorare in questa boscosa insenatura della montagna caratterizzata da una vasta presenza di alberi di nocciolo (le avellane) e da una sorgente d’acqua, da qui il nome di Fonte Avellana.

 

Lo sviluppo di Fonte Avellana iniziò con San Pier Damiani, uomo dotato di forte personalità al quale si devono, oltre al nucleo originario della costruzione del Monastero, il grande impulso spirituale, culturale e organizzativo che resero l'eremo un ampio centro d'attrazione e di diffusione della vita monastica in grado di influire fortemente sulla riforma religiosa e sulla vita sociale. Una tradizione costante e molto antica vuole che anche il Sommo Poeta Dante Alighieri nel 1318 fosse ospite di questo monastero che cantò nella Divina Commedia: “..un gibbo che si chiama Catria, di sotto al quale è consecrato un ermo..”.

 

Eretta abbazia nel 1325, Fonte Avellana divenne una potenza socio-economica il cui splendore durò per molti secoli: il declino si ebbe solo con l’avvento di Napoleone a inizio ‘800. Fonte Avellana, tuttavia, ha continuato a vivere come alimentata da una sorgente interiore ed oggi, tornata ai monaci camaldolesi, ha ritrovato oltre alla bellezza austera delle sue strutture architettoniche (X – XIX secolo) ormai riportate quasi per intero alla loro bellezza primitiva, anche quella fede e quella cultura che l’hanno contraddistinta fin dalle sue origini.

 

La visita guidata al Monastero percorre tutti gli ambienti ad eccezione degli spazi privati riservati alla vita dei monaci e alla clausura e delle sale dell’accademia e della biblioteca antica. Particolare attenzione meritano la cripta del X secolo, considerata la parte più antica di Fonte Avellana, forse la primitiva chiesa contemporanea alle origini dell’eremo che, avendo ancora visibile sulla parete di fondo la roccia viva della montagna, testimonia come la chiesa fosse poggiata direttamente sulla roccia (Ecclesia super petram bene fundata); lo scriptorium, costruito secondo i canoni della sezione aurea, una volta sede del lavoro amanuense e oggi utilizzato per incontri di spiritualità e di lectio divina; il chiostro decorato da volte a crociera e archi a tutto sesto tipici del Romanico italiano con l’inserimento di due archi ogivali caratteristici dell’arte fenicia che probabilmente i monaci di Fonte Avellana conobbero durante i pellegrinaggi in Terra Santa.

 

Il Monastero, oltre ai bellissimi interni, offre anche un favoloso paesaggio circostante da vivere grazie ad una passeggiata su un sentiero ad anello che percorre anche un tratto della strada delle “Scalette”. Attraverso il bosco si giunge fino alla grotta di San Pier Damiani e al gigantesco tasso secolare all’ombra delle cui ampie frondenon si può fare a meno di riposarsi un pò.

 

Lasciato l’eremo di Fonte Avellana si raggiunge il borgo di Serra Sant’Abbondio per il pranzo: il ristorante, carino ed accogliente, serve delicate faste fatte a mano e un’appetitosa grigliata accompagnata da insalata e croccanti patate arrosto come contorno. Vino, dolce e caffé completano il menù della giornata.

 

Il pomeriggio è dedicato alla visita del centro storico di Serra Sant’Abbondio dove si può osservare come la conformazione urbanistica del paese conserva il tipico assetto dell'antico borgo medievale con due porte d'accesso, la Porta Santa e la Porta di Macione, le uniche che restano delle quattro esistenti in origine. Dopo un breve giro che tocca anche la chiesetta del Canale ci si sposta poco lontano dal paese, sulla sponda sinistra del fiume Cesano, dove é visibile la struttura perfettamente conservata della cripta paleocristiana di San Biagio del IV o V secolo, costruita con reperti d'epoca romana provenienti da un vicino tempio pagano.

 

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domenica 9 settembre

itinerario: PERCORSO diVINO

 

Visita guidata presso due cantine in cui si produce il Verdicchio dei Castelli di Jesi e visita al Museo dell’etichetta di Cupramontana. Suggestivo pranzo in cantina.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Cupramontana

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 6 SETTEMBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

Protagonista di questo itinerario è il vino e in particolare il Verdicchio dei Castelli di Jesi che grazie alla sua particolare fisionomia è diventato uno dei più famosi vini bianchi del mondo. Prodotto nella suggestiva zona dei castelli di Jesi dove la particolare natura del terreno, le favorevoli condizioni climatiche e, soprattutto, la costante ventilazione che impedisce il formarsi di umidità sui grappoli, creano le condizioni necessarie alla corretta maturazione dell'uva, il Verdicchio è uno degli esempi più significativi di vino italiano del tutto autoctono che ben rappresenta un territorio in cui le campagne, sempre perfettamente coltivate, raccontano la storia del lavoro di tanti uomini, di tradizioni e di valori antichissimi ed ancora oggi presenti.

 

L’itinerario si snoda nel cuore di una delle capitali storiche del Verdicchio: Cupramontana in cui la coltivazione della terra ed in particolare della vite ha una tradizione antichissima che risale all’anno Mille quando i monaci benedettini-camaldolesi reintrodussero in maniera significativa questo tipo di coltivazione dopo che la guerra greco-gotica del secolo VI d.C. aveva completamente distrutto l'antico municipio romano di Cupra Montana facendone perdere per secoli ogni traccia.

 

Si parte con la visita ad un’azienda vitivinicola di grande prestigio in cui la pluriennale esperienza artigianale di vinificazione sposata a modernissimi sistemi di ottimizzazione dei risultati, permettono la produzione delle diverse tipologie di Verdicchio dei Castelli di Jesi: Classico, Superiore, Riserva, Spumante e Passito. Dopo una visita alla cantina accompagnati dal produttore si passa in quello che può essere considerato un museo di famiglia in cui sono conservati vecchi attrezzi di lavoro che ricordano storie e folklore della preparazione del vino e quanto duro lavoro fosse necessario per ottenere un prodotto di qualità. Nella suggestiva cornice di quella che fu la prima cantina dell’azienda sempre in compagnia del produttore si avrà la possibilità di assaggiare gli ottimi vini dell’azienda e pranzare con cibi tipici e appetitosi che stuzzicano il palato e ben si abbinano ai vini degustati.

 

Dopo pranzo, il primo pomeriggio è dedicato alla visita, sempre a tema, del Museo internazionale dell'etichetta da vino. Attivo dal 1987, esso costituisce una raccolta singolare e unica nel suo genere, emblema della vocazione vitivinicola del territorio del Comune. Sono esposte oltre 60.000 etichette che formano un patrimonio in continuo aumento in grado di soddisfare la curiosità e catturare l'interesse non solo degli appassionati di cose legate al vino. Nelle tre sezioni in cui è articolato, il museo raggruppa le etichette per tema, soggetto e provenienza geografica passando da quelle commemorative, a quelle con le automobili, con gli stemmi araldici, le serie con gli animali e tanto altro, per finire con l’iconografia femminile e persino quella erotica. L’etichetta più antica risale al 1880 e proviene da Montepulciano. Una sala è poi dedicata a progetti e bozzetti realizzati da artisti italiani e stranieri, fra cui nomi molto noti.

 

Non sazi di questo tesoro prezioso delle cantine cuprensi, il pomeriggio continua con la visita ad un’altra azienda vitivinicola della città. Anche qui la produzione di un Verdicchio dei Castelli di Jesi di elevata qualità é garantita dalle condizioni microclimatiche del territorio e dalla perizia dei viticoltori di unire alle tradizionali lavorazioni nei vigneti le più moderne tecniche di vinificazione adottate in cantina. La visita guidata prevede una gradevolissima passeggiata nei vigneti, la spiegazione delle lavorazioni che avvengono in cantina  e, a conclusione, una stimolante degustazione dei vini prodotti dall’azienda.

 

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domenica 16 settembre

itinerario: VINO, ORCI & ROCCHE’nrolll

 

Visita al museo degli orci e degli orciai di Barchi e al centro storico del piccolo castello. Visita ad un’azienda di Bianchello del Metauro, pranzo con degustazione di vino e visita guidata al castello di Mondavio e alla sua rocca.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Barchi/Mondavio

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

la quota comprende: visite guidate, ingressi ai musei, degustazione e pranzo

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 13 SETTEMBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320 0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 20 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Un viaggio nella storia, nelle tradizioni e nei sapori della terra dei lubachi che vi porterà alla scoperta di un antico mestiere e delle leggende popolari ad esso legate, che vi farà sbirciare nella splendida residenza di una nobile famiglia che da più di un secolo si dedica alla produzione di ottimi vini e che vi racconterà come durante il medioevo si trascorrevano le giornate tra le mura di un’imponente rocca.

 

L’itinerario inizia con la visita al piccolo castello di Barchi che ha visto nei secoli il succedersi delle varie e travagliate vicende storiche: dallo splendore dei fasti romani, alla forza e alla grandezza delle signorie del Medioevo, al quasi totale annientamento e distruzione della seconda guerra mondiale.

 

Oggi il paesino si sviluppa tutt’intorno all’antico Castello il cui simbolo è Porta Nova ovvero il trionfale arco d’ingresso risalente al XVII secolo. Lungo la via principale si trova il Museo degli orci e degli orciai e della Banda Grossi, diviso in due sezioni dedicate l’una alla tradizione barchiese della fabbricazione di orci in terracotta che secondo le testimonianze pare risalire alla seconda metà del Settecento e l’altra alla memoria del brigante Terenzio Grossi che attorno al 1860 insieme ad un gruppo di fedelissimi seminò il terrore nelle campagne locali. Il Grossi (1832-1862), amante del vino e delle perpetue, fu per certi preti e contadini simbolo di ribellione e speranza per la perdita del potere temporale della Chiesa e per l'allora incomprensibile legge dell'obbligo di leva voluta dal nuovo Regno d'Italia, tanto che ancora oggi certi anziani lo ricordano come un eroe e hanno voluto dedicargli un museo.

 

Dopo la visita del centro storico ci si sposta appena fuori dal borgo per visitare un’ azienda vitivinicola di nobile ed antica tradizione. Il primo vigneto fu piantato nel 1930 e gli straordinari risultati ottenuti spinsero i proprietari a studiare la zona, particolarmente vocata a questo tipo di coltivazione, in tutti i suoi caratteri per renderne al meglio ogni sua espressione. I vitigni si stendono su un terreno collinare ricco di passione, colori, profumi e sole, a poche miglia dall'Adriatico ma già prossimo ai verdi monti dell'Appennino. La cantina antica e moderna ospita vari stabilimenti: uno risalente ai primi anni del Novecento, un altro edificato attorno alla metà del secolo scorso e un terzo nato nel nuovo millennio. L'evoluzione dell'enologia si vede più nei materiali che nell'impiantistica: l'uva rimane il primo elemento che dà carattere ai vini.

 

Conclusa la visita ai vigneti e alla cantina si va a Mondavio, per la degustazione dei vini dell’azienda che viene servita direttamente al ristorante in cui si svolgerà il pranzo, che, in linea con la qualità e la competenza del locale, prevede un raffinato menù a base di prodotti tipici e ricette del territorio.

 

Il pomeriggio è dedicato alla scoperta di Mondavio. Dall'alto dei suoi 280 m, Mondavio è un borgo unico nel suo genere a cavallo fra il Medio Evo ed il Rinascimento, miracolosamente preservato da sovrapposizioni e deturpazioni. Oltre alla famosissima Rocca Mondavio è ricordata anche per le sue torri campanarie e la sua cinta muraria perfettamente conservata. La visita al centro storico inizia dalla parte di maggior effetto ovvero la Rocca. Progettata e dall'architetto senese Francesco di Giorgio Martini fra il 1482 e il 1492 su commissione del Signore del Vicariato di Mondavio Giovanni Della Rovere, la Rocca costituisce una testimonianza unica di arte fortificata innovativa, giunto sino a noi nella sua quasi integrità originale. All’interno della Rocca è stata allestita una pregevole collezione di armature e armi bianche da difesa e attacco, pezzi originali dei secoli XIII - XVII che testimoniano il passato bellicoso della piccola cittadina. Gli altri ambienti interni della Rocca corrispondono in gran parte alle strutture originarie e attualmente sono destinati a spazi espositivi e museali, tra cui il museo della rievocazione, ricostruzione di diverse ambientazioni e possibili scene di vita rinascimentali all’interno di un castello. Nell’estate 2000 è stata inaugurata la mostra permanente di riproduzioni a grandezza naturale di macchine da guerra utilizzate nei secoli XV e XVI. Unica nel suo genere, l’esposizione comprende 12 ricostruzioni di catapulte, bombarde e altre macchine da assedio elaborate su progetti originali di Francesco di Giorgio Martini. La mostra è dislocata nel fossato e in altre posizioni della Rocca, ambientazione ideale per queste opere.

 

Per i Mondaviesi la Rocca ha suscitato talvolta terrore, come luogo di oscuri misteri e torture innominabili, talvolta un sentimento di sicurezza che potrebbe infondere un gigante buono che veglia sul paese dormiente, oggi suscita in tutti meraviglia e stupore.

 

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� � domenica 23 settembre

itinerario: LE ANTICHE USANZE

 

Visita ad un’azienda biologica in cui producono legumi e cereali tra cui la cicerchia di Serra de’ Conti. Pranzo a base di prodotti della tradizione e visita al Museo delle Arti Monastiche “Le stanze del Tempo sospeso”. A seguire visita guidata al borgo di Serra de’ Conti.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Serra de’Conti

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 20 SETTEMBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

La cittadina di Serra dè Conti nasce sulle alture della Valle del fiume Misa ed offre alla vista un suggestivo scorcio del passato che solo gli antichi borghi medievali sanno donare. Poco distante dal centro abitato si trova la sede di una cooperativa agricola che da anni produce le principali tipicità enogastronomiche del territorio tra cui la cicerchia di Serra de’ Conti, la sapa e il lonzino di fico. La cicerchia, Lathyrus sativus, è una leguminosa a granella molto simile al cece. Arrivata in Italia dal medio oriente, era conosciuta ed utilizzata già in epoca romana anche se poi per vari motivi è stata abbandonata. A Serra de’ Conti, alcuni anni fa, un gruppo di giovani agricoltori ha ripreso la coltivazione di questo antico legume che altrimenti sarebbe andato perduto per sempre.

 

La cooperativa nasce per desiderio di fare agricoltura biologica e di adottare un modo di vita ecologico, rispettoso dei vari regni della natura unendo anche ideali e valori che vadano oltre il modo di lavorare consueto, dando importanza ai rapporti umani in una dimensione non solo puramente materiale. La visita all’azienda e all’esposizione dei prodotti è seguita dalla visita al mulino, distante appena 800 metri dalla cooperativa con la quale lavora in stretto rapporto di collaborazione. La molitura avviene attraverso tre mulini, di cui il principale è un antico mulino ad acqua; la molitura con macine tradizionali in pietra naturale permette d’ottenere farine d’ottima qualità che mantengono inalterate le loro proprietà organolettiche. Il mastro mugnaio raccoglie l’esperienza di una tradizione molitoria familiare ultracentenaria, le cui origini si perdono nel lontano passato.

 

Conclusa la visita all’azienda e al mulino chi non avrebbe voglia d’assaggiare i prodotti appena descritti? Davvero caratteristico e particolare il ristorante scelto per il pranzo. Nato all'interno di una vecchia fornace completamente ristrutturata, il locale propone specialità legate alla terra nel pieno rispetto delle tipicità marchigiane e soprattutto del luogo ma anche piatti della stessa cucina locale reinterpretati con sapienza e originalità.

 

Il pomeriggio prosegue con la visita al castello di Serra de’ Conti. Di origine duecentesca, riadattato e trasformato prima in età tardomedievale e poi moderna sotto la spinta dei mutamenti economici-sociali, il centro storico di Serra de’ Conti si presenta circondato da un’imponente cinta muraria in laterizio perfettamente conservata sulla quale svettano i quattrocenteschi torrioni di difesa di forma poligonale. Passeggiando per le strette viuzze del castello tra scorci mozzafiato sul panorama collinare e piacevoli incontri con gli abitanti del luogo, ci si imbatte in costruzioni di pregevole valore come la Chiesa di San Michele edificio romanico-gotico che presenta un curioso portale ad arco ogivale con incise alla base due mani nell’atto di sorreggere gli stipiti e in cui si conserva un raro ciborio quattrocentesco e interessanti affreschi di scuola marchigiana, e la Chiesa di Santa Maria Maddalena la cui struttura, inglobata nel complesso monastico, è un vero e proprio gioiello barocco: l'interno, dall'elegante forma elissoidale ispirata al Borromini, è decorato da tele seicentesche, stucchi ed arredi lignei di notevole qualità artistica.

 

Gioiello e vanto del paese, il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo Sospeso” raccoglie una ricca collezione di manufatti di uso quotidiano e di artigianato artistico realizzati o acquistati nel corso dei secoli dalle clarisse del Monastero di Santa Maria Maddalena, oltre ad oggetti di arte sacra provenienti dal medesimo convento. L’esposizione si articola attraverso sale tematiche che ricostruiscono i diversi ambienti monastici, quali la spezieria, la cucina ed il lavoriero, dove si svolgevano le attività artigianali della filatura, del ricamo, della ceroplastica e della tintura. Il museo è dotato di apparati video e multimediali, nonché di un percorso teatrale con audioguide che lascerà i visitatori letteralmente senza parole!

 

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� � domenica 30 settembre

itinerario: SULLE ORME DEI FOLLETTI

 

Visita guidata e attività ludiche nel Bosco dei Folletti per una giornata dedicata alle famiglie e a tutti coloro che credono nelle favole e amano sognare. Pranzo in compagnia dei folletti che doneranno un grazioso ricordo della giornata a tutti i bambini.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Urbania

mezzo di trasporto: auto propria

note: si consigliano abbigliamento comodo e scarpe adatte.

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

la quota comprende: visita guidata al bosco dei folletti, alla fattoria didattica e all’orto botanico, attività ludiche, pranzo e merenda.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 27 SETTEMBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

Credi alle favole? Esistono i folletti? No?? Ne sei proprio sicuro? Perché allora non vieni a conoscere la storia di Checchino detto “il folletto” che viveva con la sua bella moglie in un’allegra fattoria ai piedi del Monte Montiego? Immersi nella natura incontaminata, in un luogo carico di emozioni e di ricordi dove vivono animali addomesticati e non, chissà che con un po’ di fortuna, oltre ai muli tenuti in ricordo di Basilio che perse il suo mentre faceva legna sul dirupo e alle cinque pecore una volta allevate nella vicina casa colonica, questo luogo non riuscirà a farci avvistare un capriolo, una volpe, un istrice, una lepre o perfino un folletto!  

 

Una passeggiata nel meraviglioso bosco sul quale si affacciano le casette di Pitìcu, Rasvan e dei loro amici e nel quale si incontrano alberi attempati come Gino il ginepro più vecchio della zona, rivelerà qualcosa a chi vorrà ascoltare…bisogna dunque attraversarlo per scoprire cosa ci vuole comunicare! Si inizia con una domanda: “Ci credi nei sogni?”

 

E via si parte insieme alla fatina del bosco e al micio Ulisse lungo questo percorso magico che infonde nei bimbi un senso vago di mistero che incanta ed appassiona e negli adulti la dolce suggestione che ancora esiste nel mondo qualcuno che crede ingenuamente nei personaggi delle favole, come gente che vive al di fuori dei tempi, in perfetta beatitudine. Dopo la passeggiata nel bosco dei folletti una piccola pausa per ristorarsi è d’obbligo!!! In perfetto stile con la fattoria, verrà servito uno sfizioso pranzetto sotto il portico della casa colonica dal quale si ammira tutto il verde paesaggio circostante.

 

Il pomeriggio è dedicato alla visita degli animali della fattoria e dell’orto botanico, e anche alla scoperta dei curiosi racconti legati alla zona e alla cascina. Inoltre la fatina del bosco proporrà divertenti attività per i più piccini. E perché allora non cimentarsi nel gioco dei santini, tipico e antico passatempo di Urbania? E per chi non si stanca di camminare, non mancano i sentieri per belle escursioni. Prima di ripartire una piccola merenda a base di marmellate del bosco annaffiate dallo squisito elisir del folletto vi darà le energie necessarie per tornare a casa con il cuore pieno di entusiasmo e magia e con un grazioso ricordo della giornata che i folletti doneranno ai piccoli partecipanti.

 

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� � domenica 7 ottobre

itinerario: L’OASI DEL VITELLONE MARCHIGIANO

 

Visita ad un’azienda di allevamento di bovini di razza marchigiana con passeggiata nei pascoli delle colline marchigiane. Visita guidata al centro di Jesi e pranzo all'Enoteca Regionale a base di deliziosi piatti tipici abbinati agli ottimi vini della nostra regione. Nel pomeriggio escursione naturalistica all’Oasi di Ripa Bianca, riserva naturale del WWF.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Jesi

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 4 OTTOBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

L’itinerario di questa giornata è dedicato a tutti gli appassionati di natura e genuinità che vogliono avere un contatto autentico con il territorio e le sue ricchezze. Si parte con la visita ad un allevamento di bovini di razza Marchigiana, specie tipica delle Marche da cui poi si è diffusa in tutto il centro Italia. La storia di questa razza ha radici molto antiche: introdotta in Italia nel VI secolo d.C. a seguito delle invasioni barbariche, nel tempo è stata oggetto di diversi incroci con tori chianini e romagnoli che hanno reso il bovino marchigiano particolarmente apprezzato sia esteticamente visto che i capi si presentano di grossa taglia, imponenti e con una muscolosità piuttosto accentuata, sia dal punto di vista della qualità delle carni che risultano alquanto sapide, tenere e gustose.

 

L'azienda agraria “Arca Felice” del Comune di Jesi che produce carne di bovino marchigiano, nasce con l’obiettivo di difendere i marchi tipici e i prodotti di qualità e di garantire qualità ed efficienza negli allevamenti e nelle produzioni agricole. L’azienda osserva rigorosamente le norme biologiche in tutta la propria filiera: dalla nascita del vitello alla sua alimentazione, dalla macellazione alla lavorazione e commercializzazione.

 

Durante la visita all’azienda sarà divertente vedere da vicino gli esemplari di bovini di razza Marchigiana e sorprendersi, dinanzi a cotanta mole, del loro aspetto armonico e sciolto e del temperamento così docile. Non mancherà nemmeno una bella passeggiata per i pascoli dove bovini (e suini) vengono lasciati all’aperto, allevati appunto secondo il metodo biologico che garantisce l’assoluto rispetto dell’animale e al tempo stesso la certezza per il consumatore di avere carni di grande qualità, ma soprattutto sicure, senza trattamenti antibiotici e rigidamente controllate. Segue poi una degustazione di produzioni tipiche biologiche tra le quali miele e olio extravergine di oliva, prodotte dall’azienda insieme a carne, vino e confetture.

 

Dopo la visita in azienda si giunge in città per una visita allo splendido centro storico di Jesi. Fondata dagli Umbri, conquistata dagli Etruschi, contesa tra Galli Senoni e Piceni e trasformata definitivamente in colonia dai Romani nel 295 a.C., Jesi mantiene ancora intatto l’impianto urbano sul modello del castrum romano sebbene tutto appare fuso con i segni monumentali della successiva città medievale.

 

Tante sono le cose da conoscere e ammirare durante il tour di questo ricco centro abitato, uno dei più vivaci e caratteristici della valle dell’Esino, prima di fermarsi in Enoteca per il pranzo dove verranno serviti appetitosi piatti realizzati con prodotti tipici e abbinamenti stuzzicanti con vino locale.

 

Ristorati da un abbondante pasto si riprende il percorso verso la periferia est di Jesi dove è situata l’Oasi di Ripa Bianca, riserva naturale del WWF. Il paesaggio si compone di quattro diversi ambienti: quello fluviale , con un tratto del fiume Esino circondato da numerose zone umide e da un bosco ripariale; l’ambiente agricolo con le colture tradizionali della vallata e la presenza di filari di querce, gelsi, pioppi, siepi campestri; l’ambiente lacustre, sede della più importante garzaia delle Marche; l’ambiente calanchivo da cui deriva il toponimo “Ripa Bianca”.

 

Vegetazione ripariale, animali, uccelli stanziali e migratori, testuggini e altro ancora cattureranno l’attenzione di grandi e piccini e renderanno l’escursione naturalistica all’Oasi di Ripa Bianca un’esperienza emozionante difficile da dimenticare!

 

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domenica 21 ottobre

itinerario: IL SAPORE DELLE LACRIME

 

Passeggiata nel centro storico di Morro d'Alba, visita a due cantine di Lacrima con degustazione guidata di vino e prodotti locali e pranzo in ristorante tipico.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Morro d’Alba

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 18 OTTOBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

Il nome di questo paese è sinonimo di confine poiché la “mora” dell’ “alba” era il cippo che segnava il limite del colle (sul quale ogni mattina sorgeva l’alba) che separava i comitati di Jesi e di Senigallia. Una definizione pratica ma anche molto poetica di un luogo che deve la sua lunghissima vita alla coltivazione di una terra alquanto fertile e altrettanto bella, che si può ammirare in tutto il suo splendore dalle svariate finestre che si aprono lungo il camminamento di ronda coperto delle mura quattrocentesche che circondano il paese e che viene chiamato “la scarpa” perchè segna la forma a orma di piede di Morro.

 

La guida ci condurrà per le vie del centro storico di Morro d’Alba a conoscere i monumenti più importanti del patrimonio artistico e culturale della città. Il vero protagonista della giornata è però il vino Lacrima di Morro che rappresenta una delle principali eccellenze di questa zona. Questo vino che nel 1985 ha ottenuto il riconoscimento DOC, ha origini antichissime: la prima citazione storica riguardante i vini di Morro d’Alba l’abbiamo grazie a Federico Barbarossa che, già nel 1167 durante l’assedio di Ancona , scelse le mura di Morro d’Alba come dimora e riparo e chiese agli abitanti di consegnargli le cose più buone e prelibate , tra cui il famoso succo d’uva di Morro d’Alba.

 

Il “Lacrima” è un vitigno autoctono a frutto nero, unico ed esclusivo della zona, da sempre allevato nel territorio di Morro d’Alba. La zona di produzione comprende un ristretto territorio in provincia di Ancona, a nord del fiume Esino e riguarda, in tutto o in parte, 6 comuni: Morro d'Alba, da cui prende il nome, Monte San Vito, S.Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia. Sono esclusi i fondo valle e i versanti delle colline di Senigallia affacciati sul mare. Le uve vengono raccolte tardivamente quando raggiungono la piena maturazione e le bucce si rompono lasciando “lacrimare” la parte succosa all’interno, da cui il nome “Lacrima”. Il vino si presenta di colore rosso rubino intenso con notevoli ed evidenti sfumature violacee. Se consumato giovane si nota un delicato e caratteristico profumo vinoso, di cantina in fermentazione. Con l'invecchiamento i toni passano invece ad un fruttato-floreale di fragola, ciliegino, more di rovo, mirtilli, viola e violetta. La struttura è abbastanza corposa e dal gusto asciutto, con un tannino evidente ma mai spigoloso e pungente.

 

Per gustarne lo speciale sapore, l’itinerario prevede la visita a due delle cantine di Morro d’Alba che hanno creduto e investito in questo vino; la prima azienda che produce anche grappa di Lacrima grazie alla distilleria, unica nella provincia di Ancona, ci accoglierà la mattina dopo la passeggiata per il centro storico, mentre la seconda sarà l’appuntamento principe del pomeriggio. La degustazione dei loro prodotti completerà il goloso percorso alla scoperta delle tipicità enogastronomiche dell’entroterra marchigiano.

 

La visita alle cantine sarà intervallata da un gustoso pranzo presso un ristorante tipico di Morro d’Alba che vanta una tradizione a conduzione familiare di quattro generazioni. Oltre all’ambiente che si presenta cordiale ed accogliente, la vera forza del locale sono le prelibatezze rigorosamente fatte a mano e le carni prelibate che verranno ovviamente abbinati al rosso Lacrima di Morro d’Alba.

 

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domenica 28 ottobre

itinerario: C’ERA UNA VOLTA...IL FORMAGGIO

 

Visita ad un'azienda agrocasearia per assistere alla mungitura, alla lavorazione del latte e alla realizzazione del formaggio, pranzo, passeggiata guidata nell’area archeologica di Ostra Antica alla casa di terra e al centro storico di Ostra Vetere.

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Vaccarile di Ostra, Ostra Vetere

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

la quota comprende: visite guidate, degustazioni e pranzo

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 25 OTTOBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 10 adulti e/o ragazzi partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti.

 

Approfondimento

 

La tradizione casearia ha radici antiche che si perdono nella notte dei tempi. Il documento più antico che testimonia con particolare precisione le fasi di lavorazione del latte si può ammirare nel bassorilievo di civiltà Sumera denominato “Fregio della latteria”, che risale al III millennio a.C., dove sono rappresentati i sacerdoti (esperti caseari dell'epoca) nei diversi momenti applicativi della tecnica casearia. Nel tempo questo prodotto è stato utilizzato da tutte le civiltà e in tutte le epoche poichè rappresentava un ottima scorta di calorie e proteine utilizzabili anche in periodi in cui altrimenti non sarebbe stato possibile averli.

 

Oggi il formaggio è diffusissimo in tutto il territorio nazionale in moltissime varietà regionali. Nelle Marche i formaggi tipici vanno dalla famosa caciotta d’Urbino, al bazzotto di Senigallia, al formaggio di fossa ma alcuni giovani casari sperimentano nei loro laboratori nuovi prodotti sposando la tradizione con l’innovazione e la creatività come nel caso di una piccola azienda a conduzione familiare situata nelle dolci colline dell’entroterra marchigiano dove sono nati prodotti unici e straordinari come il Caserotto, formaggio con olio extravergine di oliva; la Luna Nera, delizioso formaggio a pasta morbida con Lacrima di Morro d’Alba DOC all’interno; il Ciocco Forma, morbida crema di formaggio ricoperta da un croccante strato di cioccolato; e tanti altri prodotti più tradizionali come la ricotta, il pecorino fresco e stagionato e molto altro ancora.

 

La singolarità di questa visita sta non solo nell’assistere ai processi di lavorazione e trasformazione del latte ma anche nel provare con le proprie mani come si realizza un formaggio fresco da degustare appena pronto e giudicare, con il sorriso sulle labbra, il proprio lavoro più o meno riuscito. Assistere alla mungitura delle caprette sarà per i bambini un divertimento in più.

 

Dopo aver degustato i prodotti di qualità dell’azienda agrocasearia ci si sposta per una breve passeggiata tra le rovine di quella che fu l’antica città di Ostra vi farà scoprire la grandezza e l’importanza di questa zona dove grazie alle varie campagne di scavi sono venuti alla luce i resti di un tempio e di un teatro che doveva avere un diametro di 45 metri; i resti di un grande edificio termale a pianta quadrangolare con fronte di 59 metri costituito da almeno 12 ambienti, alcuni con pavimento a mosaico e i resti di un insediamento rustico di età romana del I secolo d.C. Vicinissimo all’area archeologica rimane uno dei rari esemplari di costruzione rurale; la casa di terra testimonianza ancora intatta di come si viveva da poveri all’inizio del secolo scorso.

 

Proseguendo lungo le sponde del fiume Misa l’itinerario prosegue con una meritata sosta per il pranzo in un caratteristico ristorante immerso nel verde dove la signora Orietta prepara per i suoi ospiti ottimi piatti tradizionali a base di prodotti tipici locali.

 

Ultima tappa di questo viaggio è lo splendido centro storico di Ostra Vetere città fondata nel medioevo dagli abitanto di Ostra Antica in fuga dopo la distruzione della città. colpisce subito per il suo profilo caratterizato dai bellissimi campanili che svettano sulle altre costruzioni. Una passeggiata per le vie del centro tra le strette viuzze e gli splendidi palazzi antichi, vi regalerà emozioni di incomparabile bellezza.

 

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� � domenica 11 novembre

itinerario: DELIZIE IN ABBAZIA

 

Visita guidata alle stupende abbazie di Santa Maria in Castagnola a Chiaravalle e di Santa Maria delle Moje. Pranzo in ristorante tipico e visita ad un’azienda in cui si produce il lonzino di fico.

 

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Chiaravalle, Moje

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 8 NOVEMBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

Se amate l’architettura religiosa e desiderate conoscere uno straordinario e raro prodotto di nicchia delle nostre terre non fatevi sfuggire questo itinerario.

 

Si inizia con la visita all’Abbazia di Santa Maria in Castagnola di Chiaravalle che secondo un’attendibile tradizione fu fondata dai monaci cistercensi che, giunti a Chiaravalle nel 1172, edificarono la loro abbazia nella “selva di castagnola”, un fitto bosco che si estendeva in tutta la bassa vallesina. Diventato in breve tempo esteso ed importante, il complesso monastico alterna, nel corso della sua esistenza, periodi di lento declino a fasi di grande prosperità come nel caso della creazione, nel 1759, della prima Manifattura Tabacchi, centro propulsore dell’economia di tutta la zona circostante alla quale si deve la nascita e il consolidamento nel tempo della cittadina di Chiaravalle. L’architettura dell’abbazia, ispirata agli ideali monastici della spiritualità cistercense e in particolare del fondatore Bernardo di Chiaravalle, risulta imponente ma allo stesso tempo sobria nelle decorazioni e nei colori naturali che richiamano la semplicità e la purezza della fede.

 

Un altro stupendo esempio di architettura romanica nelle Marche è l'Abbazia benedettina di Santa Maria delle Moje. Così chiamata per il fatto che è situata tra quei tratti di vegetazione paludosa lungo le rive del fiume detti "moje", era originariamente conosciuta con il nome di Santa Maria Plani Molearum e sorgeva anch’essa nella selva "santa" della Vallesina. Eretta nel XII secolo, esternamente la chiesa appare come una tipica costruzione basilicale con la navata centrale più alta delle laterali, a croce greca inscritta, ripartita in nove campate uguali definite da pilastri che reggono volte a crociera e a botte.

 

Dopo questa coinvolgente visita alle abbazie della vallesina, la cittadina di Moje ci accoglie anche per il pranzo. Come sempre il ristorante è curato ed accogliente e il menu prevede piatti tipici della tradizione locale realizzati con i freschi prodotti di stagione.

 

La seconda parte della giornata è dedicata ad una specialità tipica del territorio apprezzata davvero in tutto il mondo ovvero la lonzetta di fico della vallesina. E' di Moje il primo produttore che la realizza ancora secondo l'antica tradizione e cioè scegliendo i fichi più sani e maturi per che vengono disposti su di una tavola e lasciati asciugare al sole. Una volta raggiunta la disidratazione ottimale vengono macinati a mano. La massa ottenuta viene impastata in una terrina ma non vogliamo svelare qui tutti gli altri ingredienti che verranno spiegati da chi è certamente maestro in quest’arte. L'impasto viene poi modellato a forma di lonzetta e avvolto con foglie di fico legate con del filo di lana leggero e colorato. Abbinamenti ideali? Lonzetta e buon pecorino stagionato, meglio se di fossa, oppure parmigiano o anche miele. La degustazione offerta saprà restituire la bontà di questi sapori.

 

Vittorio e la sua famiglia si sono specializzati nella realizzazione della lonzetta sin dai primi del Novecento, fino alla costituzione di un vero e proprio laboratorio nel 1990. L’unico macchinario utilizzato è quello che dà la forma al lonzino mentre tutte le altre operazioni sono rigorosamente artigianali secondo regole ferree che il titolare dell’azienda promette di non disattendere mai. La lonzetta di fico è un dolce povero, castigato nell’aspetto e misurato negli ingredienti; costituito di tutta frutta e senza zucchero, ha sapori autunnali dolci, suadenti, di spezie aromatiche. La procedura di confezionamento prevede che i fichi, sani e maturi, siano

 

La lonzetta nasce nelle campagne marchigiane per conservare i fichi che maturavano tutti nello stesso periodo in sovrabbondanza. Nella cultura povera del passato i fichi facevano parte, insieme ad arance, lupini e noci, della simbologia della festa popolare. Si portavano ai padroni dei poderi e si mangiavano nelle feste, tagliata a fette grosse serviva anche da companatico per la merenda degli scolari. Oggi la lonzetta di fico si trova sempre più raramente; fra i pochi che lo confezionano in casa, Vittorio è riuscito a tener viva l’usanza di questo prodotto dell'antica tradizione contadina della vallesina.

 

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domenica 25 novembre

itinerario: L’APERTURA DELLE FOSSE

 

Visita guidata ad un’azienda produttrice di formaggio di fossa dove sarà possibile assistere all’apertura delle fosse e degustare i formaggi appena usciti dalle fosse. Pranzo in osteria e visita guidata al Museo della civiltà contadina di Mombaroccio.

 

 

durata: intera giornata con pranzo

luogo: Cartoceto, Mombaroccio

mezzo di trasporto: auto propria

 

Quota di partecipazione:

adulti 30 €
ragazzi 6-12 anni
22,50 €
bambini 0-5 anni GRATIS (
pranzo non compreso)*

* Possibilità di pranzo a 10 € da segnalare al momento della prenotazione.

 

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro GIOVEDì 22 NOVEMBRE


PER INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI:
320.0971943 o info@percorsiparalleli.it

 

L’itinerario verrà annullato se non si raggiungerà un minimo di 15 adulti partecipanti. In caso di annullamento l’organizzazione si curerà di contattare i partecipanti. 

 

Approfondimento

 

L’apertura delle fosse è un momento molto particolare che regala profumi ed emozioni inaspettate. Fiero delle sue origini contadine, dietro a folti baffi, Vittorio ci parlerà della nobile arte di creare formaggi, legata alle tradizioni del passato, ai ritmi e ai tempi della natura, all’alternarsi delle stagioni. Egli ama profondamente la terra e il mondo rurale. Tra i suoi più grandi interessi c’è la tutela del territorio, la riscoperta della manualità, dei lavori semplici della vita di campagna. Durante la visita alle fosse e alla sua azienda ci racconta di atmosfere perdute, nebbie e piogge, colline e pianure, dei profumi della terra, il calore della famiglia...e dell’arte antica di inventar formaggi. La passione per le cose buone di una volta, la voglia di scoprire e riscoprire, valorizzare i prodotti della terra, lo ha portato a dare vita a prodotti dai sapori antichi e nuovi al tempo stesso, da sposare ai vini giusti e alle esigenze dei tempi moderni, traendo spunti dal passato ma guardando al futuro secondo una filosofia che lui ama definire “retro-innovazione” ossia un cammino idelale per ideare prodotti enogastronomici nuovi che parte dalla tradizione ma che si avvale di strumenti innovativi.

 

Quando in un antico palazzo di Cartoceto vennero trovate due neviere che molto si prestavano alla stagionatura dei formaggi, Vittorio diede inizio ad un percorso alla ricerca di sapori perduti attraverso una tradizione, quella delle fosse, che pare risalga al XV secolo. Grazie ad un attento studio su come fare una particolare stagionatura, Vittorio riesce a produrre anche formaggi più leggeri, adatti alle diverse esigenze dei tempi moderni - per l’estate, per l’aperitivo, per le persone attente alle calorie - da abbinare ai diversi vini. Il formaggio stagionato in fossa è sicuramente una delle espressioni più rappresentative del pecorino nella nostra regione. I formaggi prodotti nei ‘maggeti’ (ossia nei mesi di marzo, aprile, maggio) vengono deposti nelle fosse a stagionare una volta all’anno, in agosto, dentro sacchi di tela, insieme a erbe dei nostri pascoli montani. ‘Sfossati’ dopo circa cento giorni di stagionatura, tra novembre e dicembre, il loro aspetto è davvero singolare: la temperatura, l’assenza di aria e di luce rendono i formaggi color avorio nella pasta e ocra-arancio all’esterno, dalle forme uniche, dai profumi tipici di fermentato che ritroviamo in bocca assieme a piacevoli ed intense sensazioni di latte. Un evento davvero da non perdere.

 

Dopo aver assisitito all’apertura della fossa e aver degustato i formaggi appena usciti, l’itinerario continua con una breve camminata per le vie del centro storico di Cartoceto per riprendere l’auto per spostarsi nel grazioso borgo di Mombaroccio.

 

Su un lato dell’imponente porta d’ingresso al paese, Porta Maggiore, si trova una raffinata osteria, molto curata nei particolari e nelle sue salette – d’effetto quella ricavata nel torrione della Porta Maggiore - e soprattutto nelle squisite pietanze che verranno servite per pranzo dove sicuramente non mancherà l’assaggio del prelibato formaggio di fossa.

 

La passeggiata pomeridiana ci farà scoprire le bellezze del borgo medievale di Mombaroccio. Un piccolo centro fortificato che racchiude opere d’arte inaspettate, dal palazzo dei marchesi Del Monte con il suo magnifico giardino, al Museo del ricamo, antica tradizione di Mombaroccio, alla mostra fotografica retrospettiva del periodo tra le due grandi guerre, al complesso conventuale dei frati Girolomini ora adibito a sede comunale e Museo.

 

Assolutamente da non perdere la visita alla chiesa di San Marco, al Museo d’Arte Sacra che contiene tele, statue, oggetti curiosi della vita dei frati del convento e delle vicine parrocchie, e al caratteristico Museo della Civiltà Contadina allestito nei sotterranei e nelle grotte una volta usati dai frati come magazzino e neviera. In questo Museo si trovano ricostruzioni delle stanze della casa dei nostri nonni, di botteghe artigiane e un’attenta esposizione di oggetti usati dai contadini e di attrezzi  per i lavori nei campi. Pezzi unici che restituiranno ai più il ricordo di una vita passata ma poi non troppo lontana. 

 

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