FESTIVAL SEGNI
BAROCCHI - FOLIGNO
Comune di Foligno
La prima edizione del
festival, promossa e organizzata dal Consorzio economico
urbanistico per i beni e le attività culturali della
Valle Umbra Sud, si è svolta dal 1° settembre al 4
ottobre 1981.
Il 28 gennaio del 1981 il
“Bollettino ufficiale della Regione dell’Umbria”
pubblicava la legge regionale 20 gennaio 1981 n. 7
“Norme per la programmazione e lo sviluppo regionale
delle attività culturali”: la legge fu l’occasione per
avviare una ampia riflessione sulle iniziative culturali
che si svolgevano a Foligno e nella Valle Umbra Sud. In
una serie di incontri, da me convocati in qualità di
coordinatore delle attività culturali del Consorzio,
abbiamo ideato e progettato (Massimo Stefanetti, con
Fabio Bettoni e Piero Arcangeli) Segni Barocchi,
partendo dalla constatazione che il punto di riferimento
costante della città di Foligno dal dopoguerra era la
Giostra della Quintana.
Questa constatazione
trovava elementi confermativi della giustezza dell’idea
nella considerazione che segni importanti di stile
barocco, nella città di Foligno, si rintracciano nella
tipologia architettonica, negli interni dei palazzi e
delle chiese e nella produzione artistica e letteraria.
Nasce così Segni
Barocchi che si proponeva e si propone di assumere
le caratteristiche di un festival finalizzato a
diventare un coerente punto di riferimento rispetto ai
segni del Barocco in Italia e nel Mondo.
Volendo ricostruire un
tempo per proiettarlo dialetticamente come festa nella
vita di oggi, il costante interesse del festival alle
categorie estetiche di Manierismo e di Barocco non si
limita ad una rivisitazione in chiave filologica ma
piuttosto costituisce uno strumento di interpretazione
della realtà contemporanea, nella quale spesso
predominano forti segnali neobarocchi. Segni, insomma
rispetto al Seicento, da ricercare guardando indietro,
estendendosi in avanti, o interpretando le attuali
espressioni artistiche presenti nei settori produttivi
di cultura e nel nostro vivere quotidiano.
In particolare Segni
Barocchi, in ventisette edizioni dal 1981 al 2006,
ha offerto, a pubblici differenziati, 365 iniziative
culturali:
113 concerti musicali
19 spettacoli di teatro
musicale
31 spettacoli di danza
79 spettacoli teatrali
36 spettacoli teatrali
itineranti ed eventi spettacolari
25 rassegne
cinematografiche e audiovisive
32 seminari, conferenze e
laboratori
30 mostre.
Il festival ha costruito
un vero e proprio laboratorio permanente della cultura
barocca e può, in questo ambito, considerarsi anche in
relazione all'immagine conquistata sulle pagine dei
giornali, nei siti Internet e nelle emittenti
radiofoniche e televisive, una delle più importanti
esperienze europee.
In particolare dal 1981 al
1990, in qualità di coordinatore generale, nel 1991 e
nel 1992 come componente della commissione per il
programma, nel 1993 e dal 1997 ad oggi in qualità di
direttore artistico, ho cercato di allargare, ma anche
di delimitare i confini del festival: «Le massime
espressioni del Barocco - annotavo presentando il
programma della XIV edizione - si sono realizzate con
coerenza in un'epoca storica che comprende i primi tre
quarti del diciassettesimo secolo, rivelandosi con la
sua maggiore intensità e nel senso più pieno dal 1605 al
1650: elementi barocchi si rintracciano però già nella
seconda metà del cinquecento e sopravvivono o meglio
vivono fino alla Rivoluzione francese e alla fine
dell'Assolutismo: così se l'inizio dell'architettura
barocca può considerarsi la Chiesa del Gesù a Roma i cui
lavori iniziarono nel 1568 per opera del Vignola, la sua
fine può farsi coincidere con l'edificazione della
Chiesa di Balthasar Neumann a Neresheim, terminata dai
suoi successori nel 1792. Ma segni barocchi si
rintracciano in tutti i secoli, in particolare nella
nostra epoca che, come afferma Omar Calabrese, può
definirsi 'età neobarocca'. Attraverso 'somiglianze' e
'differenze' emerge la cosa che c'è sotto, la 'forma
soggiacente', il gusto predominante e l'aria del nostro
tempo: il 'neobarocco'. Il festival si propone di
evidenziare i segni barocchi: le perle brillanti e
irregolari del “passato e del presente”». Nuovi studi
tendono a rilevare la consistenza del barocco nel
Novecento. Non credo però che Segni Barocchi
possa diventare un contenitore indistinto per tutto e
comunque, a mio avviso, occorre che, nel programma di
ogni edizione, si cerchi di raggiungere un equilibrio
tra diverse epoche, tra le diverse espressioni
artistiche, tra i diversi luoghi di rappresentazione,
anche in relazione ai diversi pubblici.
Dentro una strada lunga e
faticosa è cresciuta naturalmente l'applicazione del
principio che da cosa nasce cosa e si è diffusa la
convinzione che la trasformazione non è il risultato di
un disegno imprevedibile, ma di un progetto meditato che
deve trovare risorse finanziarie adeguate per
realizzarsi completamente.
Insieme al Festival hanno
fatto strada musicisti, attori, ricercatori, gruppi
musicali e compagnie teatrali: sono tornati a vivere,
attraverso le mostre, opere d'arte e d'artigianato,
libri e materiali di archivio; è cresciuto il lavoro
dell'artista, ma si è sviluppato anche il lavoro dello
spettatore. Esperienze e produzioni piccole hanno
trovato il loro palcoscenico insieme alle grandi
produzioni nazionali e internazionali: il Footsbarn, le
macchine pirotecniche, con il “Mago del Fuoco”, Els
Comedians di Barcellona con “Dimonis”, Eugenio Barba, il
teatro giapponese, le antiche danze indiane, i
Plasticiens Volants, il teatro studio Krypton, Giorgio
Albertazzi, Raf Vallone, il Teatro Stabile Abruzzese con
le “Metamorfosi” di Ovidio, la Compagnia La Piccionaia,
Valerio Festi, Claudio Morganti, Pamela Villoresi,
Andrea Liberovici, Ottavia Fusco, Peppe Barra, il Teatro
Tascabile di Bergamo, Silence Teatro, il Teatro Potlach,
il Teatro Scientifico di Verona, la compagnia çàjka,
Katia Ricciarelli, Antony Rooley, Jordi Savall,
Montserrat Figueras, Rinaldo Alessandrini, Alan Curtis,
Enrico Gatti, Fausto Razzi, Daniel Chorzempa, Franco
Battiato, Nil Rogers, Angelo Manzotti, Vadim Brodski,
Les Arts Florissants, I Solisti Aquilani, La Nuova
compagnia di Canto Popolare, la Compagnia Ris et
Danceris, l'Orchestra barocca Orpheon di Vienna,
l'Orchestra barocca dell'Unione Europea, I Solisti di
Perugia, il Coro St. Jacob di Stoccolma, l’ensemble
barocco l’Arpeggiata, la Compagnia Naturalis Labor, la
Compagnia di danza barocca l’Eventail, Materiali
Resistenti Dance Company, Sarruga Produccions,
Drammateatro, la Stagione Armonica, Les Talens Liriques,
Antonello Aleotti, i Solisti del Barocco di Mosca,
l’Ensemble Terra d’Otranto, l’Homme Armé, Cappella
Artimisia, l’Ensemble l’Arte dell’Arco, la Compagnia di
danza Eclat des Muses, il Teatro del Carretto, la Bande
des Hautbois du Roy, il Caledonian Companion, Clemencic
Consort, Les Passagers, Ana Yepes, Marcido Marcjdoris e
Famosa Mimosa, la Compagnia Transe Express ed il Teatro
della Tosse, lo spettacolo Ballet Des Nations con le
compagnie internazionali di musica e danza Ardente Sole
(Polonia), Collegium Marianum (Boemia)/Repubblica Ceca),
Solamente Naturali (Slovacchia), la compagnia Lenz
Rifrazioni il quartetto inglese Red Priest, il Neapolis
Ensemble, i Sonatori della Gioiosa Marca con Luigi
Mangiocavallo, l’Officina Teatrale della Casa di
Reclusione di Maiano di Spoleto, l’ensemble barocco e
coro della Scuola comunale di Musica di Foligno,
l’ensemble barocco con strumenti originali La Rosa
dell’Umbria, il Sans Souci ensemble barocco e
l’Orchestra a Pizzico Ligure hanno emozionato migliaia
di spettatori.
Dal progetto di mostre sul
costume secentesco, dirette da Carlo Ceccarelli, si è
sviluppata la progettazione e la realizzazione del Museo
Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi,
che, collocato temporaneamente a Palazzo Trinci, troverà
la sua definitiva sistemazione a Palazzo Candiotti, nel
quale potrebbe essere collocato anche il Centro di
documentazione di Segni Barocchi, allestendo altresì la
mostra permanente del festival.
Senza le urgenze
strutturali rappresentate da Segni Barocchi forse
oggi la città di Foligno non avrebbe avuto a
disposizione gli Orti Giusti Orfini e gli Orti Jacobilli,
diverso sarebbe stato il progetto del Campo Sportivo di
Porta Romana e dell'Auditorium San Domenico, che quest’anno
celebra il Decennale della sua inaugurazione, diversa
sarebbe stata la destinazione dell’Oratorio del
Gonfalone, della Chiesa di S. Caterina, della Chiesa di
Betlem e di Palazzo Candiotti, minore sarebbe stata
l'attenzione per i beni architettonici e artistici da
restaurare. In questo quadro e in questo percorso vanno
inoltre, a mio avviso, collocate tre nuove possibili
iniziative: l’Istituto internazionale per la cultura
barocca; la Mostra dell’antiquariato barocco, da
considerarsi non solamente come mostra-mercato, ma anche
come strumento di studio e di ricerca in collegamento
con il Museo multimediale; il Premio ‘neobarocco’,
attraverso il quale, le espressioni artistiche del
presente barocco, dall’arte all’artigianato,
dall’arredamento al design e alla moda, dal cinema ai
nuovi media, potranno dialogare in uno spazio espositivo
permanente e nelle reti informatiche e telematiche. Uno
spazio reale e virtuale per i produttori italiani e
stranieri, ma anche uno stimolo per i produttori locali.
E’, comunque, giunto il
tempo anche per queste ipotesi di lavoro, di passare
alla fase di progettazione e di fattibilità. In questo
percorso occorre esaminare la possibilità di liberare
dall’utilizzo scolastico, che peraltro doveva essere
temporaneo, l’ex Collegio Sgariglia che va destinato ad
iniziative correlate con le attività dell’Auditorium San
Domenico. In questa direzione occorre inoltre
perfezionare la progettazione dell’anfiteatro San
Domenico: la proposta consiste nella realizzazione di
una struttura adiacente all’attuale Auditorium,
destinata ad ospitare le attività culturali e i grandi
eventi nel periodo estivo.
Se nonostante le carenze
finanziarie e i mutamenti gestionali, Segni Barocchi
non solo ancora esiste ma è cresciuto per qualità e
quantità di pubblico e di iniziative ciò si deve, a mio
avviso, alla validità dell’idea da cui nasce: progettare
un festival che, assumendo a pretesto la Giostra
della Quintana, sviluppi ricerche e iniziative per
migliorare e modificare l’esistente sulla base del
presupposto che Segni Barocchi e Giostra della
Quintana debbano assolvere a compiti e ruoli
diversi, sia all’interno della città, sia all’esterno.
Foligno ha conquistato una
nuova attenzione: è diventata un nome da ricordare ed è
possibile che molti turisti di passaggio in Umbria, in
un mese qualsiasi dell’anno, abbiano messo la freccia
della propria auto in direzione della nostra città. Se
così è avvenuto, se così avverrà, è anche merito della
Giostra della Quintana, di Segni Barocchi
e del Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e
dei Giochi.
Il festival ha avuto
diversi mutamenti gestionali: dal 1981 al 1986 è stato
organizzato dal Consorzio economico urbanistico per i
beni e le attività culturali della Valle Umbra Sud, dal
1987 al 1990 dall’Associazione intercomunale Valle Umbra
Sud, dal 1991 al 1996 dall’Azienda di Promozione
Turistica del Folignate e Nocera Umbra, attraversando
con le sue iniziative i comuni di Montefalco, Trevi,
Spello, Bevagna, Nocera Umbra. Gualdo Cattaneo e
Valtopina. Dal 1997 ad oggi Segni Barocchi viene
organizzato dal Comune di Foligno. Nel 1982 si sono
tenute due edizioni del festival, una a Carnevale e una
a Settembre.
La ventottesima
edizione di Segni Barocchi si svolgerà dal 25 agosto al
15 settembre 2007 a Foligno negli splendidi spazi di
Palazzo Trinci, della Chiesa di San Giovanni Evangelista
di Fiamenga, della Chiesa di Santa Maria Assunta di
Colfiorito, della Chiesa di San Nicolò e in altri luoghi
suggestivi. Un concerto si terrà a Montefalco nella
splendida Chiesa Museo di San Francesco.
Il programma del festival
prevede:
-
la presentazione del video
dedicato ai venticinque anni di vita del festival
(1981-2006)
-
sette concerti
-
due spettacoli teatrali
-
due grandi eventi
(spettacoli itineranti con finale fisso)
-
uno spettacolo di danza
barocca
-
una rassegna (cinema e
altre visioni)
-
due mostre
-
una conferenza-spettacolo
con degustazione.
Dopo il grandioso successo
dell’anno scorso, torna, sabato 8 settembre, nel centro
storico di Foligno, la “Notte Barocca”, ideata e
progettata da Segni Barocchi e realizzata in
collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana.
Durante la “Notte Barocca”, resteranno aperti, con
ingresso gratuito dalle ore 18.00 “fin alle quattr’hore
di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale
dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi: resteranno
altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni
che saranno animate da giochi, spettacoli e gruppi
musicali itineranti.
Arrivederci
quindi alle iniziative della ventottesima edizione del
festival e alla grande festa barocca.
Massimo Stefanetti
Direttore Artistico
di Segni Barocchi Festival