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MARCHE' AU FORT - Bard (AO)

Bard (Aosta) - domenica 14 ottobre 2007

Tutti i sapori della Valle d’Aosta alla quarta edizione del Marché au Fort

 

Comunicato stampa

 

Il 14 ottobre, nella suggestiva cornice del borgo medievale di Bard, ai piedi dello storico Forte, torna l’appuntamento con il Marché au Fort, la più importante e vasta rassegna enogastronomica dedicata alla degustazione e vendita dei prodotti tipici della Valle d’Aosta. La manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione, è promossa dall’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, dall’Associazione Forte di Bard per la valorizzazione del turismo culturale del Forte di Bard, dalla Camera valdostana delle imprese e delle professioni, dal Comune di Bard. Le scorse edizioni hanno fatto registrare ogni anno oltre 25.000 visitatori.

 

E’ infatti nell’enogastronomia e nelle sue espressioni più genuine che si conserva ancor oggi l’identità più autentica della comunità valdostana, nonostante la forte tendenza all’omologazione dei sapori che la nostra economia porta con sé. Un’occasione preziosa quindi per conoscerne i prodotti, la sua cultura e la sua storia.

 

Una tradizione, quella valligiana, particolarmente affascinante, perché fortemente determinata dalle caratteristiche climatiche e morfologiche di questa terra, che da sempre ha chiesto all’uomo un grande sforzo di adattamento. La splendida e a lungo inaccessibile catena alpina ha isolato per secoli la Valle, provocando lo sviluppo di una cucina quasi esclusivamente basata su prodotti locali. A questa con il tempo si sono aggiunte influenze francesi e svizzere. Terra di confine, la Valle d’Aosta da sempre vive di legami e scambi fondamentali, lungo l’arco alpino, con la Svizzera e la Francia. 

La montagna è all'origine della particolarità dei prodotti regionali. Sono i profumi delle sue erbe a dare a carni e formaggi sapori inconfondibili e ricchi di aromi, è la pendenza dei suoi terreni a permettere all'uva di acquistare il carattere che contraddistingue l'ormai pregiata produzione di vini valdostani, è la varietà del polline della flora montana ad aiutare le api a produrre il miele di rododendro e di millefiori. Il contesto naturale spesso incontaminato, accompagnato dalla sapienza che i montanari hanno sviluppato nei secoli, offre un panorama di prodotti tipici ampio e variegato.

Panorama fatto di molti prodotti DOP, primi tra tutti la Fontina e gli altri formaggi, la cui varietà soddisfa intenditori e avvicina la tradizione valdostana a quella francese. Passando ai salumi, si può ricordare il lardo di Arnad e il Jambon de Bosses, che non possono mancare nel tipico tagliere valdostano. E poi i prodotti della terra: mele, castagne, noci, frutti di bosco, miele ed erbe officinali. La coltura di quest’ultime, usate poi nelle zuppe e nei bolliti, è stata negli ultimi anni valorizzata. Anche il settore viticolo, da sempre presente ma un tempo legato ad una produzione familiare, ha ricevuto negli ultimi tempi importanti riconoscimenti. La vite viene coltivata fra i 300-400 metri della Bassa Valle e i 1.225 metri sul livello del mare di Morgex, in Alta Valle: i più alti vigneti d'Europa. La scarsità delle piogge, il clima secco e le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte durante il periodo di maturazione accentuano l'intensità dei profumi dei vini valdostani.

 

 

Domenica 14 ottobre dalle 9.00 alle 18.00 il Marché au Fort si svolgerà tra le antiche dimore e le tipiche case rurali che si affacciano sulla via principale del Borgo, che ricalca il tracciato dell’antica strada romana delle Gallie. Un centinaio di grandi e piccoli produttori della Vallée presenteranno i loro prodotti DOC, DOP, tradizionali e “tipici” di tutti i settori della tradizione gastronomica valdostana.

Per l’occasione resteranno aperti alcuni locali e cantine delle tipiche case rurali e delle dimore del Borgo medievale. In questi suggestivi spazi, un gruppo di esperti e tecnici illustreranno i prodotti cardine della produzione valdostana, le proprietà nutrizionali e alcune tecniche di lavorazione, anche grazie al supporto di materiali illustrativi.

Visitatori grandi e piccini verranno coinvolti in degustazioni e percorsi guidati tra i sapori della produzione enogastronomica valdostana, accompagnati da animazioni lungo le vie e le piazze del borgo.

Per tutta la giornata saranno in funzione diversi punti ristorazione, allestiti per l’occasione nel borgo e all’interno del Forte, dove ha sede il ristorante-caffetteria La Polveriera.

Ad accogliere il visitatore due info-point turistico-culturali, situati nei punti di accesso alla via principale del borgo.

 

La giornata è anche l’occasione per una visita al Forte di Bard, imponente piazzaforte sabauda, divenuta il principale centro di interpretazione delle Alpi e luogo privilegiato di comunicazione del patrimonio culturale della Valle d’Aosta.

Durante tutta la giornata sarà aperto al pubblico il Museo delle Alpi: un percorso pluridisciplinare, multimediale e interattivo che conduce i visitatori di tutte le età in un viaggio virtuale nel tempo e nello spazio, alla scoperta dell’universo delle Alpi, quale dimensione fisica, geografica e simbolica. Il percorso di visita è articolato in ventinove sale nelle quali tradizione e nuove tecnologie si fondono. Suoni, video e proiezioni danno forma a scenografie, ricostruzioni, giochi e racconti che accompagnano il visitatore lungo un viaggio di esplorazione della montagna da vivere con i 5 sensi.

Dal Borgo, il Forte di Bard è raggiungibile a piedi o per mezzo di ascensori panoramici di cristallo, da cui è possibile ammirare la profondità della Valle e il Borgo che si stende ai piedi del Forte.

Sullo sfondo: lo splendido paesaggio della bassa Valle d’Aosta con i suoi caratteristici vigneti, i grandi boschi di castagno, i suoi storici centri da cui si dipartono le vallate che portano al Monte Rosa e al Cervino sulla sinistra orografica e, sulla destra, a Champorcher e al Parco naturale del Monte Avic.

 

 

Per informazioni

Regione Valle d’Aosta, Assessorato Agricoltura e risorse naturali: www.regione.vda.it/agricoltura - tel. +39 0165 275216

Associazione Forte di Bard : Tel. +39 0125 833811 - e-mail: info@fortedibard.it www.fortedibard.it

Comune di Bard: tel. + 39 0125 803134

 

Ufficio stampa Italia

SPAINI & PARTNERS T. +39  050 36660 / 36985

Guido Spaini C 347 1419507 guido.spaini@spaini.it

Matilde Meucci C 349 2381566 matilde.meucci@spaini.it

 

Ufficio stampa Valle d’Aosta

Amelio Ambrosi - a.ambrosi@fortedibard.it - cell. 347/7792051

 

 

 


 

Come si raggiunge Bard

In automobile: Bard è accessibile in automobile dalla SS 26 della Valle d’Aosta e con l’autostrada A5, con uscita dai caselli di Pont-Saint-Martin a Sud e di Verrès a Nord, rispettivamente a circa 5 e 9 chilometri di distanza.

In treno: la stazione più vicina della linea ferroviaria Torino-Pré-Saint-Didier è posta in territorio di Hône, sulla destra orografica della valle, a circa 500 metri dall’abitato di Bard, accessibile attraverso l’antico ponte a due arcate che collega i due comuni. Utili anche le stazioni di Pont Saint Martin e Verrès.


 

I prodotti del Marché au Fort

 

La montagna, in Valle d'Aosta, non è solo il principale elemento del paesaggio. E' anche all'origine della particolarità dei prodotti regionali. Sono i profumi delle sue erbe a dare a carni e formaggi sapori inconfondibili e ricchi di aromi, è la pendenza dei suoi terreni a permettere all'uva di acquistare il carattere che contraddistingue l'ormai pregiata produzione di vini valdostani, è la varietà del polline della flora montana ad aiutare le api a produrre il miele di rododendro e di millefiori. Un contesto naturale spesso incontaminato, accompagnato dalla sapienza che i montanari hanno sviluppato nei secoli, permette oggi di offrire a chi visita la Valle d'Aosta un panorama di prodotti tipici ampio e variegato: dai prodotti DOP, Fontina, Fromadzo, Lardo di Arnad e Jambon de Bosses, alle numerose varietà di altri formaggi e salumi, passando attraverso i prodotti della terra, mele, castagne, noci, frutti di bosco e miele.

 

Prodotti del territorio

 

Fontina

 

Prodotto per antonomasia dell’agricoltura valdostana ed elemento base della gastronomia locale, la Fontina è un formaggio grasso a pasta semicotta, fabbricato con il latte bovino intero proveniente da una sola mungitura. Un Decreto del Presidente della Repubblica del 1955 ha ufficialmente riconosciuto la Fontina come prodotto a denominazione di origine e nel 1996 essa ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP) dall’Unione Europea. La tipica attività casearia risale però a molto tempo prima e già nel XV secolo fu oggetto di un’accurata descrizione da parte del medico vercellese Pantaleone da Confienza, nel cui trattato sono annotate con chiarezza e precisione le tecniche di lavorazione e le caratteristiche organolettiche di questo formaggio. Il termine “fontina” compare per la prima volta nel 1717, in un documento dei monaci dell’Ospizio del Gran San Bernardo. Due le tesi etimologiche: secondo alcuni deriverebbe dal nome di alcuni alpeggi locali, ove ne viene prodotta una qualità particolarmente pregiata, secondo altri sarebbe da collegare alla spiccata attitudine alla fusione (“fontis” o “fondis” nell’antico francese). Le essenze fresche e profumate dei pascoli d’alta quota, che si estendono tra le montagne più imponenti d’Europa, sono l’alimentazione ideale per le mucche autoctone (pezzata rossa e pezzata nera), dalle quali si ricava l’elemento base della Fontina: il latte. Appena munto viene trasformato, evitando la pastorizzazione e i lunghi trasporti, secondo una procedura tuttora artigianale.       
Le forme (circa 9 kg caduna) sono cilindriche a facce piane con scalzo leggermente concavo e vengono riposte in grotte e magazzini, umidi e freschi, ove stagioneranno per un minimo di tre mesi. La salatura viene fatta a secco e periodicamente vengono spazzolate o strofinate affinché il sale si distribuisca uniformemente su tutta la superficie. La Fontina, dal gusto dolce e gradevole, ha un alto contenuto energetico ed è ricca di fosforo, calcio e vitamine (A e B). Viene consumata cruda o nell’ambito di prelibate ricette di cucina. Autentiche leccornie sono la fonduta, che si ottiene riscaldando il formaggio fino ad ottenere una pasta cremosa, che ben si accompagna con carni e verdure, e la zuppa alla vapelenentse, preparata con brodo, cavolo verza e pane integrale.         
Per reagire a tentativi di imitazione che si andavano diffondendo sul mercato è stato costituito nel 1952 il Consorzio Produttori Fontina, ente di tutela del marchio e della qualità di questo unico e inimitabile formaggio.

 

Fromadzo

 

Non è segreto per nessuno il fatto che la Valle d’Aosta sia terra di pascoli di alta montagna dove le mucche si nutrono di erbe profumate che danno al latte un sapore davvero unico. L’uomo poi, con impegno e arte, dona il suo contributo per ottenere il prodotto alimentare da sempre orgoglio dei “montagnards”: il formaggio. La maggior parte del latte viene infatti trasformato in prodotti caseari.           
Freschi o stagionati, i formaggi valdostani soddisfano tutti i palati, anche quelli dei degustatori più esigenti alla continua ricerca di antichi e raffinati sapori. Il Vallée d’Aoste Fromadzo è un prodotto DOP, preparato con latte vaccino di due mungiture, al quale è possibile aggiungere piccole quantità di latte caprino. Semidolce quando è fresco, diviene più pronunciato, leggermente salato, talvolta con una punta di piccante, quando raggiunge una maggiore stagionatura. Spicca il suo gradevole profumo di latte. Il disciplinare consente la produzione di diverse tipologie: semigrasso, semigrasso con aggiunta di erbe aromatiche (ginepro, cumino selvatico, ecc.), magro, misto vaccino-caprino. Le forme del Fromadzo, “invecchiate” dai sessanta giorni ai quattordici mesi, si presentano con una crosta di colore paglierino o grigia con sfumature rossastre. La pasta ha una struttura compatta con occhiature sparse di piccole e medie dimensioni.


 

Altri formaggi

 

La toma di Gressoney, apprezzato formaggio da tavola, viene lavorato direttamente negli alpeggi della valle del Lys. Ogni anno ne sono prodotte 1000-1500 forme di pezzatura media (5 kg), poi stagionate su assi di legno in cantine o grotte per un periodo che varia dai due ai quattro mesi.

Infine, il salignoùn, tipica ricotta piccante ottenuta dal siero residuo della lavorazione casearia e arricchito con latte o panna. Impastato con sale, pepe e peperoncino, viene sovente insaporito con erbe aromatiche di montagna. Si tratta di una vera prelibatezza, spesso preparato per il consumo familiare ma reperibile anche in alcuni caseifici della Regione. Il reblec, formaggio fresco, di pezzatura piccola ricavato dal latte intero (in alcuni casi si aggiunge anche della panna). La cagliata è tagliata a pezzi che, dopo essere stati inseriti nelle forme, vengono sottoposti a rivoltamenti e sgocciolature. Può essere consumato già dodici ore dopo la sua lavorazione. Ottimo come dessert, magari spolverato con zucchero e cannella. Fra le specialità casearie non possiamo dimenticare il seras, ricotta ottenuta dal siero residuo della lavorazione della Fontina. Può essere consumato fresco oppure salato e stagionato per affumicamento.

 

Jambon de Bosses e Lard d’Arnad

 

Sul tipico tagliere valdostano non può mancare il Vallée d’Aoste Jambon de Bosses DOP, prosciutto crudo speziato con erbe di montagna, prodotto a 1600 metri di altitudine, nell’omonima località di Saint-Rhémy-en-Bosses, nella Valle del Gran San Bernardo. I primi documenti che ne testimoniano la produzione risalgono al 1397, nei Contes de l’Hospice du Grand-Saint-Bernard. Le notizie storiche si susseguono poi nei secoli, confermando la notorietà di questo pregiato prosciutto. Le particolarità gustative del Jambon, per la cui maturazione serve almeno un anno, sono dovute all’abilità dei “maturatori”, tramandata di padre in figlio, oltre che alle caratteristiche ambientali. L’incrocio delle correnti provenienti dal Col Citrin, dal Gran San Bernardo, dal Malatrà e dal Serena gli consentono infatti di acquisire, durante la maturazione, quel gusto aromatico con una delicata venatura di selvatico. Momento ideale per gustare il jambon è la sagra che si tiene annualmente a Saint-Rhémy-en-Bosses, la seconda domenica di luglio. Da Arnad prende nome un altro prodotto rinomato, il famoso Vallée d’Aoste Lard d’Arnad DOP, una complessa alchimia di acqua, sale, erbe aromatiche e spezie, sapientemente miscelate e unite al lardo. Il sapore è piacevole e ricorda le erbe usate nella salamoia: ogni fetta è bianca al taglio, con possibile leggero strato di carne e cuore leggermente rosato. Viene conservato in appositi contenitori (doïls) di castagno, rovere o larice. Nel primo inventario del Castello di Arnad, del 1763, si trova già indicazione della presenza di quattro doïls all’interno della cucina. La “Féhta dou lar” (festa del lardo), ormai divenuta tradizione, si festeggia l’ultima domenica di agosto e richiama migliaia di turisti.

 

Altri prodotti a base di carne

 

Ma le specialità non si fermano qui. Sono numerosi i prodotti tradizionali locali che tentano i palati ed incantano gli amanti della buona tavola. Un posto d’onore lo meritano i salumi caratteristici e le carni essiccate, delizie esclusive particolarmente stuzzicanti da condividere con gli amici, magari intorno ad un caminetto acceso.
I boudin o sanguinacci, insaccati confezionati con sangue di maiale (o in alternativa con le barbabietole rosse), lardo, patate lesse e aromi, sono tradizionalmente abbinati in cucina con le patate rosse di montagna bollite.
Le saouseusse, salamini di carne bovina e/o suina alla quale, insieme al lardo, vengono aggiunte spezie e aromi.
La motsetta è una carne essiccata di muscolo di vacca, pecora o capra (quella di camoscio o di stambecco è ormai sempre più rara), nata dall’antica esigenza di conservare a lungo la carne per il fabbisogno invernale della famiglia. Al gusto ricorda le erbe aromatiche utilizzate insieme al sale, all’aglio e alle bacche di ginepro. La sua stagionatura può durare da un mese a un anno. Deve essere servita a fette sottili, accompagnata da pane di segale o da crostini.
Il teteun, altra esclusiva specialità valdostana, si ottiene dalla mammella delle bovine, posta in salamoia, pressata e fatta bollire.           
Viene servito sia freddo che tiepido, solitamente condito con una salsa “verde” a base di prezzemolo, olio e aglio. L’occasione più appropriata per degustarlo è la “Fèta du teteun”, che si svolge ogni anno a Gignod, la penultima domenica di agosto.        
Ai prodotti della gastronomia locale sono dedicate, durante la stagione estiva, numerose altre sagre tematiche che attirano migliaia di “interessati” visitatori.

 

Castagne, noci, miele

 

Se la mela è il frutto per eccellenza della Valle d’Aosta, la castagna ha da sempre rivestito un ruolo importante. È presente soprattutto nella zona compresa tra Châtillon e Pont-Saint-Martin e all’imbocco della Valle del Lys, dove si concentra l’80% dei castagneti della Regione.          
Frutto per eccellenza dell’autunno, risulta essere ingrediente primario di numerose specialità della gastronomia valdostana. La si abbina con i salumi (lardo e motsetta), la si serve in zuppe e minestre, la si accompagna con il burro e con il latte di montagna ma soprattutto la si apprezza come dolce: glassata, in confettura, con la panna montata o con il cioccolato. Di facile conservazione, sovente essiccata per poterla consumare durante l’intero arco dell’anno, la castagna valdostana è un prodotto di grande qualità, di piccola dimensione, ma straordinariamente gustosa. Della raccolta, lavorazione, conservazione (senza alcun trattamento) e commercializzazione del prodotto si occupa “Il Riccio”, cooperativa con sede a Lillianes, alla quale conferiscono la maggior parte dei produttori della Bassa Valle. Altro importante frutto della Valle sono le noci. Preziose, dal sapore inconfondibile, difficilmente reperibili in quanto prodotte quasi esclusivamente per il consumo familiare: sono una vera delizia da abbinare con dolci e formaggi.
Il miele, nettare zuccherino dalla purezza inconfondibile, trae origine da diversi ambienti montani che caratterizzano le spettacolari fioriture dei prati e dei pascoli, delle radure e dei boschi. Da queste fonti nettarifere nascono le tre tipologie di miele valdostano: chiaro e delicato è quello di rododendro, più scuro e con retrogusto amarognolo quello di castagno, fruttato e floreale il conosciutissimo millefiori.       
Il miele valdostano, antico alimento della comunità locale, viene lavorato ancora come una volta, senza subire alcun trattamento termico e mantenendo così invariate le sue proprietà organolettiche. La tutela del prodotto è affidata al Consorzio Apistico della Valle d’Aosta, che tra l’altro ne garantisce la provenienza, mentre buona parte della commercializzazione è curata dalla Cooperativa Miel du Val d’Aoste.
Provate il miele di castagno su fette di pane di segale, con burro e motsetta: una vera delizia!

 

Mele e pere

 

Attraversando il fondovalle si scorgono, sia sulla destra che sulla sinistra orografica della Dora, numerosi frutteti coltivati secondo regole rigorosamente tradizionali, ove il ricorso ai trattamenti antiparassitari è limitatissimo. Ciò grazie al clima secco e alla buona esposizione al sole, fattori indispensabili per ottenere frutti dolci, dai colori e dai profumi intensi. La mela è senza dubbio il frutto più diffuso in tutta la Valle d’Aosta (la produzione annua supera i 35 mila quintali), in prevalenza nelle zone di Saint-Pierre, Sarre e Villeneuve. Le sue virtù alimentari si conoscono da secoli e costituiscono un valido apporto nutrizionale, altamente digeribile da adulti e bambini. Le specie tipiche sono quattro.
La renetta, simbolo della tradizione frutticola valdostana, dalla polpa finissima e profumata e dalla buccia rugosa di colore giallo-ruggine, è una qualità particolarmente indicata per la produzione di torte, frittelle e altre specialità culinarie. La golden delicious, dalla polpa succosa, zuccherina e croccante e dalla buccia giallo-rosata, è molto aromatica, tanto da meritarsi l’appellativo di “perla” della tavola. La red delicious, dal colore rosso intenso e molto zuccherina, è conosciuta ed apprezzata nella versione starking. Infine la jonagold, col suo caratteristico sapore dolce-acidulo che deriva dall’incrocio di due differenti qualità (la golden e la jonathan), è gialla striata di rosso e la sua polpa è molto croccante e particolarmente succosa.          
Merita un assaggio anche il martin sec, una pera piccola e regolare, dalla buccia ruvida di color ruggine, utilizzata soprattutto nella versione sciroppata o cotta nel vino. La raccolta e la commercializzazione sono oggi prevalentemente affidate alla Cofruits, cooperativa di Saint-Pierre che ha lanciato sul mercato nuovi prodotti, quali confetture, succhi, mele essiccate, aceto di mele e acquavite di mela renetta.

 

I vini DOC

Le condizioni climatiche della Valle d'Aosta, unitamente alle caratteristiche dei terreni e alla loro esposizione, giacitura e pendenza, sono i punti di forza di una viticoltura di montagna che, inserita in un ambiente ancora incontaminato, ha saputo evolversi con modernità e oggi rappresenta una realtà di grande valore. I vigneti si snodano lungo tutto il versante esposto a mezzogiorno della Valle, che prende il nome di "adret", su terrazzamenti con pendenze tali da permettere ai raggi del sole di giungere sull'uva con un angolo di inclinazione di 90°, apportando maggiore energia alla vite e di conseguenza migliore qualità del vino. La vite viene coltivata fra i 300-400 metri della Bassa Valle e i 1.225 m sul livello del mare di Morgex, in Alta Valle: i più alti vigneti d'Europa. La scarsità delle piogge, il clima secco e le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte durante il periodo di maturazione accentuano l'intensità dei profumi dei vini valdostani.
In questo scenario i valdostani, con la pazienza e la tenacia che caratterizza i popoli alpini, hanno sviluppato una viticoltura eroica caratterizzata da terrazzamenti e muri a secco per aumentare la superficie disponibile e per smorzare i forti dislivelli, dalla difficoltà di meccanizzazione e dal ricorso alla difesa integrata, per salvaguardare la genuinità e la tipicità dei propri prodotti. Punta di diamante di una produzione limitata ed esclusiva è la riscoperta di alcuni vitigni autoctoni, inseriti nella Denominazione di origine controllata Doc “Valle d'Aosta- Vallée d'Aoste” che racchiude il meglio della produzione valdostana.

Blanc de Morgex et de La Salle - Dai vigneti più alti d'Europa, è un vino che va bevuto giovane. Adatto come aperitivo, ben si sposa con antipasti delicati e con la trota di montagna. Ottimo con la pizza. Nella versione “del ghiaccio”, da vendemmia tardiva, si abbina con formaggi stagionati e pasticceria secca.

Enfer d'Arvier - Intenso, di sapore corposo, nasce in vigneti posti in un anfiteatro naturale caratterizzato da un forte irraggiamento solare, da cui trae l'appellativo di “inferno”. Ideale con le carni rosse, gli arrosti e la selvaggina, ben si abbina con zuppe tipiche e formaggi locali.

Nus - La leggenda narra che già Ponzio Pilato apprezzasse questo vino. E' un vino di buona armonia, piacevolmente asciutto che deriva da un vitigno locale di buona vigoria. Servito a tutto pasto, ottimo con le carni, ben si abbina con motsetta, salumi locali, Fontina e pane nero.

Nus malvoisie - Nella versione flétri diventa un vino di grande carattere. I grappoli vengono portati a fermentazione e maturazione in piccole botti di legno. Vino ottimo dagli antipasti, ai primi, alle carni bianche e come vino da “chiacchiera” e da dolci secchi per la versione flétri.

Chambave - È un vino secco, di buona alcolicità. La sensazione tannica è marcata e accentua la nota erbacea che si avverte in chiusura. Buon rappresentante della tipicità dei vini rossi valdostani. Ben si abbina con salumi locali, zuppe, carni in umido, specialmente con la “carbonada”.

Chambave muscat - Molto ricercato nella versione flétri come vino da meditazione, viene vinificato quando i pregiati chicchi perdono gran parte dell'acqua, evidenziando la ricchezza zuccherina ed aromatica. Ottimo come aperitivo, si abbina anche a crostacei e formaggi di media stagionatura.

Torrette - Vino armonico, dal sapore secco e asciutto, nella versione supérieur ha una maggiore ricchezza zuccherina ed un invecchiamento più prolungato. Buono a tutto pasto, ottimo con le carni, gli arrosti e la selvaggina ma anche con salumi locali e formaggi invecchiati.

Arnad-Montjovet - Dal sapore asciutto, caratterizzato da sensazioni di cuoio e di spezie, ricorda alcuni prestigiosi vini a base di Nebbiolo. Il lardo di Arnad è il suo “degno compagno”, oltre alle carni di capretto e di maiale. Ottimo con formaggi stagionati, soprattutto tome vecchie.

Donnas - Vino prezioso, definito “il fratello montano del Barolo”, la credenza popolare lo vuole afrodisiaco. Nasce da uve Nebbiolo, localmente denominate Picotendro. Camoscio e selvaggina da pelo sono i suoi “accompagnatori” preferiti. Buono l'abbinamento con formaggi di lunga stagionatura.

Chardonnay - Vitigno plastico, utilizzato per produrre vini giovani, freschi e fruttati. Può generare, con vendemmie tardive, dei vini bianchi complessi e strutturati da fermentare e maturare in legno. Accompagna, secondo le versioni, piatti semplici o portate più impegnative.

Müller Thurgau - Vitigno adatto a climi freddi, gli sbalzi termici durante il periodo di maturazione favoriscono la formazione dei suoi eleganti profumi tipici. Ottimo come aperitivo, con crostacei, piatti di pesce e carni bianche, o con formaggi stagionati e pasticceria secca per la versione in vendemmia tardiva.

Petite Arvine - Vino bianco delicato, acquista eleganza con l'affinamento in bottiglia. Si accompagna bene con antipasti, leggeri spuntini e carni bianche e con molti piatti di pesce. Le vendemmie tardive vengono abbinate a formaggi stagionati od erborinati consumati con pane nero e miele.

Pinot gris - Vitigno a maturazione precoce, è ottimo come aperitivo (la sua alcolicità stimola l'appetito), si può abbinare con fonduta o antipasti sia a base di formaggio che di pesce. La versione vendemmia tardiva è ideale per accompagnare formaggi stagionati o pasticceria e frutta secca..

Fumin - Una vecchia perla dell'enologia locale, riscoperta e valorizzata grazie anche all'affinamento in legno e alla maturazione in bottiglia. Il Fumin trova armonia nell'abbinamento con carni rosse, civet e selvaggina in generale, oltre che con formaggi di lunga stagionatura.

Gamay - Vitigno originario della regione francese del Beaujolais, si è diffuso in Valle d'Aosta grazie alla sua produttività e resistenza. È un vino di buon equilibrio e di piacevoli profumi. Impiegato a tutto pasto, con salumi locali, minestre e zuppe. Ottimo con la bistecca alla valdostana.

Petit rouge - Storico vitigno valdostano, il Petit rouge è attualmente il più coltivato in Valle d'Aosta, nella zona fra Saint-Vincent e Avise, e trova le sue migliori espressioni nelle zone di Torrette e Enfer d'Arvier. Usato a tutto pasto con salumi, zuppe locali, casse-croûte e carni.

Pinot noir - Vino di buon corpo ed equilibrio nella versione tradizionale “in rosso” e la vinificazione “in bianco”. Ottimo con la motsetta e con piatti tipici valdostani, con carni rosse e salumi. La versione “in bianco” è adatta per aperitivi e ben si sposa con la trota di montagna.

Prëmetta - È un vero rosato naturale, che nasce da un vecchio vitigno autoctono ed è ottenuto da una fermentazione con macerazione delle bucce di alcuni giorni. Si accompagna bene con diversi primi piatti locali: la Vapelenentse, la Seupetta di Cogne e altre zuppe con verdure e Fontina.

Merlot - Vitigno principe della regione francese del Bordolese, ben si adatta al clima fresco ed asciutto della Valle d'Aosta. Origina vini ricchi di colore e tannini dolci. Rosso da tutto pasto, ben si presta ad accompagnare insaccati, carni e formaggi locali.

Syrah - Vitigno originario della valle del Rodano in Francia, in valle è in grado di produrre grandi vini. Ben si adatta alla maturazione in legno, trova la sua massima armonia nell'abbinamento con carni rosse in generale oltre che con formaggi di lunga stagionatura.

Cornalin - Vitigno coltivato in valle da tempo immemorabile e riscoperto negli ultimi anni, origina vini dalla spiccata personalità. Ha un colore rosso rubino intenso ed è buono a tutto pasto, ideale con le carni, risulta ottimo con gli arrosti ma si sposa anche con salumi e formaggi locali.

Mayolet - Vitigno precoce da sempre presente in Valle d'Aosta, è una delle "riscoperte" enologiche degli ultimi anni. Di colore rosso rubino brillante e profumo fine e delicato, con note di frutti rossi, può essere usato a tutto pasto con salumi, zuppe locali, casse-croûte e carni.

 

Liquori - Grappe e Génépy

In Valle d’Aosta esiste una vera e propria tradizione alla produzione di grappe e distillati di erbe di montagna.

La grappa, nettare trasparente dal profumo sottile e dal gusto secco, è il digestivo ideale dopo i ricchi pasti a base di specialità locali. La tipicità della produzione e una particolare regolamentazione regionale consentono, entro certi limiti, la distillazione delle vinacce per il consumo familiare, al quale si aggiunge oggi anche la produzione aziendale, che ha permesso l’ampliamento della gamma pur continuando a rispettare i metodi d’antan, che conferiscono al distillato un sapore e una genuinità unici nel loro genere.

Le erbe alpine, che crescono a quote prossime ai ghiacciai perenni, custodiscono, oltre alle notorie proprietà terapeutiche, le essenze particolari (artemisia glacialis e artemisia weber) di un altro distillato tipicamente valdostano. È il génépy, il cui aspetto giallo verdolino e il cui gusto pieno e amarognolo derivano proprio da queste essenze, raccolte con parsimonia e poi selezionate ed essiccate con meticolosità certosina. In Valle d’Aosta le distillerie sono tre: La Valdôtaine, azienda di Saint-Marcel specializzata nel settore, La Cave des Onze Communes di Aymavilles e La Crotta di Vegneron di Chambave; ad esse si aggiungono alcuni distillatori autorizzati.

 


 
 

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