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I prodotti del Marché au Fort
La montagna, in Valle d'Aosta,
non è solo il principale elemento del paesaggio.
E' anche all'origine della particolarità dei
prodotti regionali. Sono i profumi delle sue
erbe a dare a carni e formaggi sapori
inconfondibili e ricchi di aromi, è la pendenza
dei suoi terreni a permettere all'uva di
acquistare il carattere che contraddistingue
l'ormai pregiata produzione di vini valdostani,
è la varietà del polline della flora montana ad
aiutare le api a produrre il miele di rododendro
e di millefiori. Un contesto naturale spesso
incontaminato, accompagnato dalla sapienza che i
montanari hanno sviluppato nei secoli, permette
oggi di offrire a chi visita la Valle d'Aosta un
panorama di prodotti tipici ampio e variegato:
dai prodotti DOP, Fontina, Fromadzo, Lardo di
Arnad e Jambon de Bosses, alle numerose varietà
di altri formaggi e salumi, passando attraverso
i prodotti della terra, mele, castagne, noci,
frutti di bosco e miele.
Prodotti del territorio
Fontina
Prodotto per antonomasia dell’agricoltura valdostana ed
elemento base della gastronomia locale, la
Fontina è un formaggio grasso a pasta
semicotta, fabbricato con il latte bovino intero
proveniente da una sola mungitura. Un Decreto
del Presidente della Repubblica del 1955 ha
ufficialmente riconosciuto la Fontina come
prodotto a denominazione di origine e nel 1996
essa ha ottenuto la Denominazione di Origine
Protetta (DOP) dall’Unione Europea. La
tipica attività casearia risale però a molto
tempo prima e già nel XV secolo fu oggetto di
un’accurata descrizione da parte del medico
vercellese Pantaleone da Confienza, nel cui
trattato sono annotate con chiarezza e
precisione le tecniche di lavorazione e le
caratteristiche organolettiche di questo
formaggio. Il termine “fontina” compare per la
prima volta nel 1717, in un documento dei monaci
dell’Ospizio del Gran San Bernardo. Due le tesi
etimologiche: secondo alcuni deriverebbe dal
nome di alcuni alpeggi locali, ove ne viene
prodotta una qualità particolarmente pregiata,
secondo altri sarebbe da collegare alla spiccata
attitudine alla fusione (“fontis” o “fondis”
nell’antico francese). Le essenze fresche e
profumate dei pascoli d’alta quota, che si
estendono tra le montagne più imponenti
d’Europa, sono l’alimentazione ideale per le
mucche autoctone (pezzata rossa e pezzata nera),
dalle quali si ricava l’elemento base della
Fontina: il latte. Appena munto viene
trasformato, evitando la pastorizzazione e i
lunghi trasporti, secondo una procedura tuttora
artigianale.
Le forme (circa 9 kg caduna) sono cilindriche a
facce piane con scalzo leggermente concavo e
vengono riposte in grotte e magazzini, umidi e
freschi, ove stagioneranno per un minimo di tre
mesi. La salatura viene fatta a secco e
periodicamente vengono spazzolate o strofinate
affinché il sale si distribuisca uniformemente
su tutta la superficie. La Fontina, dal gusto
dolce e gradevole, ha un alto contenuto
energetico ed è ricca di fosforo, calcio e
vitamine (A e B). Viene consumata cruda o
nell’ambito di prelibate ricette di cucina.
Autentiche leccornie sono la fonduta, che
si ottiene riscaldando il formaggio fino ad
ottenere una pasta cremosa, che ben si
accompagna con carni e verdure, e la zuppa
alla vapelenentse, preparata con brodo,
cavolo verza e pane integrale.
Per reagire a tentativi di imitazione che si
andavano diffondendo sul mercato è stato
costituito nel 1952 il Consorzio Produttori
Fontina, ente di tutela del marchio e della
qualità di questo unico e inimitabile formaggio.
Fromadzo
Non è segreto per nessuno il fatto che la Valle d’Aosta
sia terra di pascoli di alta montagna dove le
mucche si nutrono di erbe profumate che danno al
latte un sapore davvero unico. L’uomo poi, con
impegno e arte, dona il suo contributo per
ottenere il prodotto alimentare da sempre
orgoglio dei “montagnards”: il formaggio.
La maggior parte del latte viene infatti
trasformato in prodotti caseari.
Freschi o stagionati, i formaggi valdostani
soddisfano tutti i palati, anche quelli dei
degustatori più esigenti alla continua ricerca
di antichi e raffinati sapori. Il Vallée
d’Aoste Fromadzo è un prodotto DOP,
preparato con latte vaccino di due mungiture, al
quale è possibile aggiungere piccole quantità di
latte caprino. Semidolce quando è fresco,
diviene più pronunciato, leggermente salato,
talvolta con una punta di piccante, quando
raggiunge una maggiore stagionatura. Spicca il
suo gradevole profumo di latte. Il disciplinare
consente la produzione di diverse tipologie:
semigrasso, semigrasso con aggiunta di erbe
aromatiche (ginepro, cumino selvatico, ecc.),
magro, misto vaccino-caprino. Le forme del
Fromadzo, “invecchiate” dai sessanta giorni
ai quattordici mesi, si presentano con una
crosta di colore paglierino o grigia con
sfumature rossastre. La pasta ha una struttura
compatta con occhiature sparse di piccole e
medie dimensioni.
Altri formaggi
La toma di Gressoney, apprezzato formaggio da
tavola, viene lavorato direttamente negli
alpeggi della valle del Lys. Ogni anno ne sono
prodotte 1000-1500 forme di pezzatura media (5
kg), poi stagionate su assi di legno in cantine
o grotte per un periodo che varia dai due ai
quattro mesi.
Infine, il salignoùn, tipica ricotta piccante
ottenuta dal siero residuo della lavorazione
casearia e arricchito con latte o panna.
Impastato con sale, pepe e peperoncino, viene
sovente insaporito con erbe aromatiche di
montagna. Si tratta di una vera prelibatezza,
spesso preparato per il consumo familiare ma
reperibile anche in alcuni caseifici della
Regione. Il reblec, formaggio fresco, di
pezzatura piccola ricavato dal latte intero (in
alcuni casi si aggiunge anche della panna). La
cagliata è tagliata a pezzi che, dopo essere
stati inseriti nelle forme, vengono sottoposti a
rivoltamenti e sgocciolature. Può essere
consumato già dodici ore dopo la sua
lavorazione. Ottimo come dessert, magari
spolverato con zucchero e cannella. Fra le
specialità casearie non possiamo dimenticare il
seras, ricotta ottenuta dal siero residuo
della lavorazione della Fontina. Può essere
consumato fresco oppure salato e stagionato per
affumicamento.
Jambon de Bosses e Lard d’Arnad
Sul tipico tagliere valdostano non può mancare il
Vallée d’Aoste Jambon de Bosses DOP,
prosciutto crudo speziato con erbe di montagna,
prodotto a 1600 metri di altitudine,
nell’omonima località di Saint-Rhémy-en-Bosses,
nella Valle del Gran San Bernardo. I primi
documenti che ne testimoniano la produzione
risalgono al 1397, nei Contes de l’Hospice du
Grand-Saint-Bernard. Le notizie storiche si
susseguono poi nei secoli, confermando la
notorietà di questo pregiato prosciutto. Le
particolarità gustative del Jambon, per
la cui maturazione serve almeno un anno, sono
dovute all’abilità dei “maturatori”, tramandata
di padre in figlio, oltre che alle
caratteristiche ambientali. L’incrocio delle
correnti provenienti dal Col Citrin, dal Gran
San Bernardo, dal Malatrà e dal Serena gli
consentono infatti di acquisire, durante la
maturazione, quel gusto aromatico con una
delicata venatura di selvatico. Momento ideale
per gustare il jambon è la sagra che si tiene
annualmente a Saint-Rhémy-en-Bosses, la seconda
domenica di luglio. Da Arnad prende nome un
altro prodotto rinomato, il famoso Vallée
d’Aoste Lard d’Arnad DOP, una complessa
alchimia di acqua, sale, erbe aromatiche e
spezie, sapientemente miscelate e unite al
lardo. Il sapore è piacevole e ricorda le erbe
usate nella salamoia: ogni fetta è bianca al
taglio, con possibile leggero strato di carne e
cuore leggermente rosato. Viene conservato in
appositi contenitori (doïls) di castagno,
rovere o larice. Nel primo inventario del
Castello di Arnad, del 1763, si trova già
indicazione della presenza di quattro doïls
all’interno della cucina. La “Féhta dou lar”
(festa del lardo), ormai divenuta tradizione, si
festeggia l’ultima domenica di agosto e richiama
migliaia di turisti.
Altri prodotti a base di carne
Ma le specialità non si fermano qui. Sono numerosi i
prodotti tradizionali locali che tentano i
palati ed incantano gli amanti della buona
tavola. Un posto d’onore lo meritano i salumi
caratteristici e le carni essiccate, delizie
esclusive particolarmente stuzzicanti da
condividere con gli amici, magari intorno ad un
caminetto acceso.
I boudin o sanguinacci, insaccati
confezionati con sangue di maiale (o in
alternativa con le barbabietole rosse), lardo,
patate lesse e aromi, sono tradizionalmente
abbinati in cucina con le patate rosse di
montagna bollite.
Le saouseusse, salamini di carne
bovina e/o suina alla quale, insieme al lardo,
vengono aggiunte spezie e aromi.
La motsetta è una carne essiccata
di muscolo di vacca, pecora o capra (quella di
camoscio o di stambecco è ormai sempre più
rara), nata dall’antica esigenza di conservare a
lungo la carne per il fabbisogno invernale della
famiglia. Al gusto ricorda le erbe aromatiche
utilizzate insieme al sale, all’aglio e alle
bacche di ginepro. La sua stagionatura può
durare da un mese a un anno. Deve essere servita
a fette sottili, accompagnata da pane di segale
o da crostini.
Il teteun, altra esclusiva
specialità valdostana, si ottiene dalla mammella
delle bovine, posta in salamoia, pressata e
fatta bollire.
Viene servito sia freddo che tiepido,
solitamente condito con una salsa “verde” a base
di prezzemolo, olio e aglio. L’occasione più
appropriata per degustarlo è la “Fèta du
teteun”, che si svolge ogni anno a Gignod,
la penultima domenica di agosto.
Ai prodotti della gastronomia locale sono
dedicate, durante la stagione estiva, numerose
altre sagre tematiche che attirano migliaia di
“interessati” visitatori.
Castagne, noci, miele
Se la mela è il frutto per eccellenza della Valle
d’Aosta, la castagna ha da sempre
rivestito un ruolo importante. È presente
soprattutto nella zona compresa tra Châtillon e
Pont-Saint-Martin e all’imbocco della Valle del
Lys, dove si concentra l’80% dei castagneti
della Regione.
Frutto per eccellenza dell’autunno, risulta
essere ingrediente primario di numerose
specialità della gastronomia valdostana. La si
abbina con i salumi (lardo e motsetta), la si
serve in zuppe e minestre, la si accompagna con
il burro e con il latte di montagna ma
soprattutto la si apprezza come dolce: glassata,
in confettura, con la panna montata o con il
cioccolato. Di facile conservazione, sovente
essiccata per poterla consumare durante l’intero
arco dell’anno, la castagna valdostana è un
prodotto di grande qualità, di piccola
dimensione, ma straordinariamente gustosa. Della
raccolta, lavorazione, conservazione (senza
alcun trattamento) e commercializzazione del
prodotto si occupa “Il Riccio”,
cooperativa con sede a Lillianes, alla quale
conferiscono la maggior parte dei produttori
della Bassa Valle. Altro importante frutto della
Valle sono le noci. Preziose, dal
sapore inconfondibile, difficilmente reperibili
in quanto prodotte quasi esclusivamente per il
consumo familiare: sono una vera delizia da
abbinare con dolci e formaggi.
Il miele, nettare zuccherino dalla
purezza inconfondibile, trae origine da diversi
ambienti montani che caratterizzano le
spettacolari fioriture dei prati e dei pascoli,
delle radure e dei boschi. Da queste fonti
nettarifere nascono le tre tipologie di miele
valdostano: chiaro e delicato è quello di
rododendro, più scuro e con retrogusto
amarognolo quello di castagno, fruttato e
floreale il conosciutissimo millefiori.
Il miele valdostano, antico alimento della
comunità locale, viene lavorato ancora come una
volta, senza subire alcun trattamento termico e
mantenendo così invariate le sue proprietà
organolettiche. La tutela del prodotto è
affidata al Consorzio Apistico della Valle
d’Aosta, che tra l’altro ne garantisce la
provenienza, mentre buona parte della
commercializzazione è curata dalla Cooperativa
Miel du Val d’Aoste.
Provate il miele di castagno su fette di pane di
segale, con burro e motsetta: una vera delizia!
Mele e pere
Attraversando il fondovalle si scorgono, sia sulla
destra che sulla sinistra orografica della Dora,
numerosi frutteti coltivati secondo regole
rigorosamente tradizionali, ove il ricorso ai
trattamenti antiparassitari è limitatissimo. Ciò
grazie al clima secco e alla buona esposizione
al sole, fattori indispensabili per ottenere
frutti dolci, dai colori e dai profumi intensi.
La mela è senza dubbio il frutto più diffuso in
tutta la Valle d’Aosta (la produzione annua
supera i 35 mila quintali), in prevalenza nelle
zone di Saint-Pierre, Sarre e Villeneuve. Le sue
virtù alimentari si conoscono da secoli e
costituiscono un valido apporto nutrizionale,
altamente digeribile da adulti e bambini. Le
specie tipiche sono quattro.
La renetta, simbolo della
tradizione frutticola valdostana, dalla polpa
finissima e profumata e dalla buccia rugosa di
colore giallo-ruggine, è una qualità
particolarmente indicata per la produzione di
torte, frittelle e altre specialità culinarie.
La golden delicious, dalla polpa
succosa, zuccherina e croccante e dalla buccia
giallo-rosata, è molto aromatica, tanto da
meritarsi l’appellativo di “perla” della tavola.
La red delicious, dal colore rosso
intenso e molto zuccherina, è conosciuta ed
apprezzata nella versione starking. Infine la
jonagold, col suo caratteristico
sapore dolce-acidulo che deriva dall’incrocio di
due differenti qualità (la golden e la jonathan),
è gialla striata di rosso e la sua polpa è molto
croccante e particolarmente succosa.
Merita un assaggio anche il martin sec,
una pera piccola e regolare, dalla buccia ruvida
di color ruggine, utilizzata soprattutto nella
versione sciroppata o cotta nel vino. La
raccolta e la commercializzazione sono oggi
prevalentemente affidate alla Cofruits,
cooperativa di Saint-Pierre che ha lanciato sul
mercato nuovi prodotti, quali confetture,
succhi, mele essiccate, aceto di mele e
acquavite di mela renetta.
I vini DOC
Le condizioni climatiche della
Valle d'Aosta, unitamente alle caratteristiche
dei terreni e alla loro esposizione, giacitura e
pendenza, sono i punti di forza di una
viticoltura di montagna che, inserita in un
ambiente ancora incontaminato, ha saputo
evolversi con modernità e oggi rappresenta una
realtà di grande valore. I vigneti si snodano
lungo tutto il versante esposto a mezzogiorno
della Valle, che prende il nome di "adret", su
terrazzamenti con pendenze tali da permettere ai
raggi del sole di giungere sull'uva con un
angolo di inclinazione di 90°, apportando
maggiore energia alla vite e di conseguenza
migliore qualità del vino. La vite viene
coltivata fra i 300-400 metri della Bassa Valle
e i 1.225 m sul livello del mare di Morgex, in
Alta Valle: i più alti vigneti d'Europa. La
scarsità delle piogge, il clima secco e le forti
escursioni termiche tra il giorno e la notte
durante il periodo di maturazione accentuano
l'intensità dei profumi dei vini valdostani.
In questo scenario i valdostani, con la pazienza
e la tenacia che caratterizza i popoli alpini,
hanno sviluppato una viticoltura eroica
caratterizzata da terrazzamenti e muri a secco
per aumentare la superficie disponibile e per
smorzare i forti dislivelli, dalla difficoltà di
meccanizzazione e dal ricorso alla difesa
integrata, per salvaguardare la genuinità e la
tipicità dei propri prodotti. Punta di diamante
di una produzione limitata ed esclusiva è la
riscoperta di alcuni vitigni autoctoni, inseriti
nella Denominazione di origine controllata Doc
“Valle d'Aosta- Vallée d'Aoste” che racchiude il
meglio della produzione valdostana.
Blanc de Morgex et de La Salle
- Dai vigneti più alti d'Europa, è un vino che
va bevuto giovane. Adatto come aperitivo, ben si
sposa con antipasti delicati e con la trota di
montagna. Ottimo con la pizza. Nella versione
“del ghiaccio”, da vendemmia tardiva, si abbina
con formaggi stagionati e pasticceria secca.
Enfer d'Arvier
- Intenso, di sapore corposo, nasce in vigneti
posti in un anfiteatro naturale caratterizzato
da un forte irraggiamento solare, da cui trae
l'appellativo di “inferno”. Ideale con le carni
rosse, gli arrosti e la selvaggina, ben si
abbina con zuppe tipiche e formaggi locali.
Nus
- La leggenda narra che già Ponzio Pilato
apprezzasse questo vino. E' un vino di buona
armonia, piacevolmente asciutto che deriva da un
vitigno locale di buona vigoria. Servito a tutto
pasto, ottimo con le carni, ben si abbina con
motsetta, salumi locali, Fontina e pane nero.
Nus malvoisie
- Nella versione flétri diventa un vino di
grande carattere. I grappoli vengono portati a
fermentazione e maturazione in piccole botti di
legno. Vino ottimo dagli antipasti, ai primi,
alle carni bianche e come vino da “chiacchiera”
e da dolci secchi per la versione flétri.
Chambave
- È un vino secco, di buona alcolicità. La
sensazione tannica è marcata e accentua la nota
erbacea che si avverte in chiusura. Buon
rappresentante della tipicità dei vini rossi
valdostani. Ben si abbina con salumi locali,
zuppe, carni in umido, specialmente con la “carbonada”.
Chambave muscat
- Molto ricercato nella versione flétri come
vino da meditazione, viene vinificato quando i
pregiati chicchi perdono gran parte dell'acqua,
evidenziando la ricchezza zuccherina ed
aromatica. Ottimo come aperitivo, si abbina
anche a crostacei e formaggi di media
stagionatura.
Torrette
- Vino armonico, dal sapore secco e asciutto,
nella versione supérieur ha una maggiore
ricchezza zuccherina ed un invecchiamento più
prolungato. Buono a tutto pasto, ottimo con le
carni, gli arrosti e la selvaggina ma anche con
salumi locali e formaggi invecchiati.
Arnad-Montjovet
- Dal sapore asciutto, caratterizzato da
sensazioni di cuoio e di spezie, ricorda alcuni
prestigiosi vini a base di Nebbiolo. Il lardo di
Arnad è il suo “degno compagno”, oltre alle
carni di capretto e di maiale. Ottimo con
formaggi stagionati, soprattutto tome vecchie.
Donnas
- Vino prezioso, definito “il fratello montano
del Barolo”, la credenza popolare lo vuole
afrodisiaco. Nasce da uve Nebbiolo, localmente
denominate Picotendro. Camoscio e selvaggina da
pelo sono i suoi “accompagnatori” preferiti.
Buono l'abbinamento con formaggi di lunga
stagionatura.
Chardonnay
- Vitigno plastico, utilizzato per produrre vini
giovani, freschi e fruttati. Può generare, con
vendemmie tardive, dei vini bianchi complessi e
strutturati da fermentare e maturare in legno.
Accompagna, secondo le versioni, piatti semplici
o portate più impegnative.
Müller Thurgau
- Vitigno adatto a climi freddi, gli sbalzi
termici durante il periodo di maturazione
favoriscono la formazione dei suoi eleganti
profumi tipici. Ottimo come aperitivo, con
crostacei, piatti di pesce e carni bianche, o
con formaggi stagionati e pasticceria secca per
la versione in vendemmia tardiva.
Petite Arvine
- Vino bianco delicato, acquista eleganza con
l'affinamento in bottiglia. Si accompagna bene
con antipasti, leggeri spuntini e carni bianche
e con molti piatti di pesce. Le vendemmie
tardive vengono abbinate a formaggi stagionati
od erborinati consumati con pane nero e miele.
Pinot gris
- Vitigno a maturazione precoce, è ottimo come
aperitivo (la sua alcolicità stimola
l'appetito), si può abbinare con fonduta o
antipasti sia a base di formaggio che di pesce.
La versione vendemmia tardiva è ideale per
accompagnare formaggi stagionati o pasticceria e
frutta secca..
Fumin
- Una vecchia perla dell'enologia locale,
riscoperta e valorizzata grazie anche
all'affinamento in legno e alla maturazione in
bottiglia. Il Fumin trova armonia
nell'abbinamento con carni rosse, civet e
selvaggina in generale, oltre che con formaggi
di lunga stagionatura.
Gamay
- Vitigno originario della regione francese del
Beaujolais, si è diffuso in Valle d'Aosta grazie
alla sua produttività e resistenza. È un vino di
buon equilibrio e di piacevoli profumi.
Impiegato a tutto pasto, con salumi locali,
minestre e zuppe. Ottimo con la bistecca alla
valdostana.
Petit rouge
- Storico vitigno valdostano, il Petit rouge è
attualmente il più coltivato in Valle d'Aosta,
nella zona fra Saint-Vincent e Avise, e trova le
sue migliori espressioni nelle zone di Torrette
e Enfer d'Arvier. Usato a tutto pasto con
salumi, zuppe locali, casse-croûte e carni.
Pinot noir
- Vino di buon corpo ed equilibrio nella
versione tradizionale “in rosso” e la
vinificazione “in bianco”. Ottimo con la
motsetta e con piatti tipici valdostani, con
carni rosse e salumi. La versione “in bianco” è
adatta per aperitivi e ben si sposa con la trota
di montagna.
Prëmetta - È un vero rosato naturale, che nasce da un vecchio
vitigno autoctono ed è ottenuto da una
fermentazione con macerazione delle bucce di
alcuni giorni. Si accompagna bene con diversi
primi piatti locali: la Vapelenentse, la
Seupetta di Cogne e altre zuppe con verdure e
Fontina.
Merlot
- Vitigno principe della regione francese del
Bordolese, ben si adatta al clima fresco ed
asciutto della Valle d'Aosta. Origina vini
ricchi di colore e tannini dolci. Rosso da tutto
pasto, ben si presta ad accompagnare insaccati,
carni e formaggi locali.
Syrah
- Vitigno originario della valle del Rodano in
Francia, in valle è in grado di produrre grandi
vini. Ben si adatta alla maturazione in legno,
trova la sua massima armonia nell'abbinamento
con carni rosse in generale oltre che con
formaggi di lunga stagionatura.
Cornalin
- Vitigno coltivato in valle da tempo
immemorabile e riscoperto negli ultimi anni,
origina vini dalla spiccata personalità. Ha un
colore rosso rubino intenso ed è buono a tutto
pasto, ideale con le carni, risulta ottimo con
gli arrosti ma si sposa anche con salumi e
formaggi locali.
Mayolet
- Vitigno precoce da sempre presente in Valle
d'Aosta, è una delle "riscoperte" enologiche
degli ultimi anni. Di colore rosso rubino
brillante e profumo fine e delicato, con note di
frutti rossi, può essere usato a tutto pasto con
salumi, zuppe locali, casse-croûte e carni.
Liquori - Grappe e Génépy
In Valle d’Aosta esiste una vera
e propria tradizione alla produzione di grappe e
distillati di erbe di montagna.
La grappa, nettare
trasparente dal profumo sottile e dal gusto
secco, è il digestivo ideale dopo i ricchi pasti
a base di specialità locali. La tipicità della
produzione e una particolare regolamentazione
regionale consentono, entro certi limiti, la
distillazione delle vinacce per il consumo
familiare, al quale si aggiunge oggi anche la
produzione aziendale, che ha permesso
l’ampliamento della gamma pur continuando a
rispettare i metodi d’antan, che
conferiscono al distillato un sapore e una
genuinità unici nel loro genere.
Le erbe alpine, che crescono a
quote prossime ai ghiacciai perenni,
custodiscono, oltre alle notorie proprietà
terapeutiche, le essenze particolari (artemisia
glacialis e artemisia weber) di un
altro distillato tipicamente valdostano. È il
génépy, il cui aspetto giallo
verdolino e il cui gusto pieno e amarognolo
derivano proprio da queste essenze, raccolte con
parsimonia e poi selezionate ed essiccate con
meticolosità certosina. In Valle d’Aosta le
distillerie sono tre: La Valdôtaine,
azienda di Saint-Marcel specializzata nel
settore, La Cave des Onze Communes di
Aymavilles e La Crotta di Vegneron di
Chambave; ad esse si aggiungono alcuni
distillatori autorizzati.