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SEGNI BAROCCHI FESTIVAL 1981 -
2006
Foligno - 26 Agosto / 16 Settembre
Quest’anno ricorre il venticinquesimo
anniversario della nascita di Segni Barocchi: la prima edizione
del festival, promossa e organizzata dal Consorzio economico urbanistico
per i beni e le attività culturali della Valle Umbra Sud, si è svolta
dal 1° settembre al 4 ottobre 1981.
Il 28 gennaio del 1981 il “Bollettino
ufficiale della Regione dell’Umbria” pubblicava la legge regionale 20
gennaio 1981 n. 7 “Norme per la programmazione e lo sviluppo regionale
delle attività culturali”: la legge fu l’occasione per avviare una ampia
riflessione sulle iniziative culturali che si svolgevano a Foligno e
nella Valle Umbra Sud. In una serie di incontri, da me convocati in
qualità di coordinatore delle attività culturali del Consorzio, abbiamo
ideato e progettato (con Fabio Bettoni e Piero Arcangeli) Segni
Barocchi, partendo dalla constatazione che il punto di riferimento
costante della città di Foligno dal dopoguerra era la Giostra della
Quintana.
Questa constatazione trovava elementi
confermativi della giustezza dell’idea nella considerazione che segni
importanti di stile barocco, nella città di Foligno, si rintracciano
nella tipologia architettonica, negli interni dei palazzi e delle chiese
e nella produzione artistica e letteraria.
Nasce così Segni Barocchi che si
proponeva e si propone di assumere le caratteristiche di un festival
finalizzato a diventare un coerente punto di riferimento rispetto ai
segni del Barocco in Italia e nel Mondo.
Volendo ricostruire un tempo per
proiettarlo dialetticamente come festa nella vita di oggi, il costante
interesse del festival alle categorie estetiche di Manierismo e di
Barocco non si limita ad una rivisitazione in chiave filologica ma
piuttosto costituisce uno strumento di interpretazione della realtà
contemporanea, nella quale spesso predominano forti segnali neobarocchi.
Segni, insomma rispetto al Seicento, da ricercare guardando indietro,
estendendosi in avanti, o interpretando le attuali espressioni
artistiche presenti nei settori produttivi di cultura e nel nostro
vivere quotidiano.
In particolare Segni Barocchi, in
ventisei edizioni dal 1981 al 2005, ha offerto, a pubblici
differenziati, 350 iniziative culturali:
107 concerti musicali
18 spettacoli di teatro musicale
30 spettacoli di danza
77 spettacoli teatrali
34 spettacoli teatrali itineranti ed
eventi spettacolari
24 rassegne cinematografiche e audiovisive
30 seminari, conferenze e laboratori
30 mostre.
Il festival ha costruito un vero e proprio
laboratorio permanente della cultura barocca e può, in questo ambito,
considerarsi anche in relazione all'immagine conquistata sulle pagine
dei giornali e nelle emittenti radiofoniche e televisive, una delle più
importanti esperienze europee.
In particolare dal 1981 al 1990, in
qualità di coordinatore generale, nel 1991 e nel 1992 come componente
della commissione per il programma, nel 1993 e dal 1997 ad oggi in
qualità di direttore artistico, ho cercato di allargare, ma anche di
delimitare i confini del festival: «Le massime espressioni del Barocco -
annotavo presentando il programma della XIV edizione - si sono
realizzate con coerenza in un'epoca storica che comprende i primi tre
quarti del diciassettesimo secolo, rivelandosi con la sua maggiore
intensità e nel senso più pieno dal 1605 al 1650: elementi barocchi si
rintracciano però già nella seconda metà del cinquecento e sopravvivono
o meglio vivono fino alla Rivoluzione francese e alla fine
dell'Assolutismo: così se l'inizio dell'architettura barocca può
considerarsi la Chiesa del Gesù a Roma i cui lavori iniziarono nel 1568
per opera del Vignola, la sua fine può farsi coincidere con
l'edificazione della Chiesa di Balthasar Neumann a Neresheim, terminata
dai suoi successori nel 1792. Ma segni barocchi si rintracciano in tutti
i secoli, in particolare nella nostra epoca che, come afferma Omar
Calabrese, può definirsi 'età neobarocca'. Attraverso 'somiglianze' e
'differenze' emerge la cosa che c'è sotto, la 'forma soggiacente', il
gusto predominante e l'aria del nostro tempo: il 'neobarocco'. Il
festival si propone di evidenziare i segni barocchi: le perle brillanti
e irregolari del “passato e del presente”». Nuovi studi tendono a
rilevare la consistenza del barocco nel Novecento. Non credo però che
Segni Barocchi possa diventare un contenitore indistinto per tutto e
comunque, a mio avviso, occorre che, nel programma di ogni edizione, si
cerchi di raggiungere un equilibrio tra diverse epoche, tra le diverse
espressioni artistiche, tra i diversi luoghi di rappresentazione, anche
in relazione ai diversi pubblici.
Dentro una strada lunga e faticosa è
cresciuta naturalmente l'applicazione del principio che da cosa nasce
cosa e si è diffusa la convinzione che la trasformazione non è il
risultato di un disegno imprevedibile, ma di un progetto meditato che
deve trovare risorse finanziarie adeguate per realizzarsi completamente.
Insieme al Festival hanno fatto strada
musicisti, attori, ricercatori, gruppi musicali e compagnie teatrali:
sono tornati a vivere, attraverso le mostre, opere d'arte e
d'artigianato, libri e materiali di archivio; è cresciuto il lavoro
dell'artista, ma si è sviluppato anche il lavoro dello spettatore.
Esperienze e produzioni piccole hanno trovato il loro palcoscenico
insieme alle grandi produzioni nazionali e internazionali: il Footsbarn,
le macchine pirotecniche, con il “Mago del Fuoco”, Els Comedians di
Barcellona con “Dimonis”, Eugenio Barba, il teatro giapponese, le
antiche danze indiane, i Plasticiens Volants, il teatro studio Krypton,
Giorgio Albertazzi, Raf Vallone, il Teatro Stabile Abruzzese con le
“Metamorfosi” di Ovidio, la Compagnia La Piccionaia, Valerio Festi,
Claudio Morganti, Pamela Villoresi, Andrea Liberovici, Ottavia Fusco,
Peppe Barra, il Teatro Tascabile di Bergamo, Silence Teatro, il Teatro
Potlach, il Teatro Scientifico di Verona, la compagnia çàjka, Katia
Ricciarelli, Antony Rooley, Jordi Savall, Montserrat Figueras, Rinaldo
Alessandrini, Alan Curtis, Enrico Gatti, Fausto Razzi, Daniel Chorzempa,
Franco Battiato, Nil Rogers, Angelo Manzotti, Vadim Brodski, Les Arts
Florissants, I Solisti Aquilani, La Nuova compagnia di Canto Popolare,
la Compagnia Ris et Danceris, l'Orchestra barocca Orpheon di Vienna,
l'Orchestra barocca dell'Unione Europea, I Solisti di Perugia, il Coro
St. Jacob di Stoccolma, l’ensemble barocco l’Arpeggiata, la Compagnia
Naturalis Labor, la Compagnia di danza barocca l’Eventail, Materiali
Resistenti Dance Company, Sarruga Produccions, Drammateatro, la Stagione
Armonica, Les Talens Liriques, Antonello Aleotti, i Solisti del Barocco
di Mosca, l’Ensemble Terra d’Otranto, l’Homme Armé, Cappella Artimisia,
l’Ensemble l’Arte dell’Arco, la Compagnia di danza Eclat des Muses, il
Teatro del Carretto, la Bande des Hautbois du Roy, il Caledonian
Companion, Clemencic Consort, Les Passagers, Ana Yepes, Marcido
Marcjdoris e Famosa Mimosa, la Compagnia Transe Express ed il Teatro
della Tosse hanno emozionato migliaia di spettatori.
Dal progetto di mostre sul costume
secentesco, dirette da Carlo Ceccarelli, si è sviluppata la
progettazione e la realizzazione del Museo Multimediale dei Tornei,
delle Giostre e dei Giochi, che, collocato temporaneamente a Palazzo
Trinci, troverà la sua definitiva sistemazione a Palazzo Candiotti, nel
quale potrebbe essere collocato anche il Centro di documentazione di
Segni Barocchi, allestendo altresì la mostra permanente del festival.
Senza le urgenze strutturali rappresentate
da Segni Barocchi forse oggi la città di Foligno non avrebbe
avuto a disposizione gli Orti Giusti Orfini e gli Orti Jacobilli,
diverso sarebbe stato il progetto del Campo Sportivo di Porta Romana e
dell'Auditorium San Domenico, che quest’anno celebra il Decennale della
sua inaugurazione, diversa sarebbe stata la destinazione dell’Oratorio
del Gonfalone, della Chiesa di S. Caterina, della Chiesa di Betlem e di
Palazzo Candiotti, minore sarebbe stata l'attenzione per i beni
architettonici e artistici da restaurare. In questo quadro e in questo
percorso vanno inoltre, a mio avviso, collocate tre nuove possibili
iniziative: l’Istituto internazionale per la cultura barocca; la Mostra
dell’antiquariato barocco, da considerarsi non solamente come
mostra-mercato, ma anche come strumento di studio e di ricerca in
collegamento con il Museo multimediale; il Premio ‘neobarocco’,
attraverso il quale, le espressioni artistiche del presente barocco,
dall’arte all’artigianato, dall’arredamento al design e alla moda, dal
cinema ai nuovi media, potranno dialogare in uno spazio espositivo
permanente e nelle reti informatiche e telematiche. Uno spazio reale e
virtuale per i produttori italiani e stranieri, ma anche uno stimolo per
i produttori locali.
E’, comunque, giunto il tempo anche per
queste ipotesi di lavoro, di passare alla fase di progettazione e di
fattibilità. In questo percorso occorre esaminare la possibilità di
liberare dall’utilizzo scolastico, che peraltro doveva essere
temporaneo, l’ex Collegio Sgariglia che va destinato ad iniziative
correlate con le attività dell’Auditorium San Domenico. In questa
direzione occorre inoltre perfezionare la progettazione dell’anfiteatro
San Domenico: la proposta consiste nella realizzazione di una struttura
adiacente all’attuale Auditorium, destinata ad ospitare le attività
culturali e i grandi eventi nel periodo estivo.
Se nonostante le carenze finanziarie e i
mutamenti gestionali, Segni Barocchi non solo ancora esiste ma è
cresciuto per qualità e quantità di pubblico e di iniziative ciò si
deve, a mio avviso, alla validità dell’idea da cui nasce: progettare un
festival che, assumendo a pretesto la Giostra della Quintana,
sviluppi ricerche e iniziative per migliorare e modificare l’esistente
sulla base del presupposto che Segni Barocchi e Giostra della
Quintana debbano assolvere a compiti e ruoli diversi, sia
all’interno della città, sia all’esterno.
Foligno ha conquistato una nuova
attenzione: è diventata un nome da ricordare ed è possibile che molti
turisti di passaggio in Umbria, in un mese qualsiasi dell’anno, abbiano
messo la freccia della propria auto in direzione della nostra città. Se
così è avvenuto, se così avverrà, è anche merito della Giostra della
Quintana, di Segni Barocchi e del Museo Multimediale dei
Tornei, delle Giostre e dei Giochi.
Il festival ha avuto diversi mutamenti
gestionali: dal 1981 al 1986 è stato organizzato dal Consorzio economico
urbanistico per i beni e le attività culturali della Valle Umbra Sud,
dal 1987 al 1990 dall’Associazione intercomunale Valle Umbra Sud, dal
1991 al 1996 dall’Azienda di Promozione Turistica del Folignate e Nocera
Umbra, attraversando con le sue iniziative i comuni di Montefalco, Trevi,
Spello, Bevagna, Nocera Umbra. Gualdo Cattaneo e Valtopina. Dal 1997 ad
oggi Segni Barocchi viene organizzato dal Comune di Foligno. Nel 1982 si
sono tenute due edizioni del festival, una a Carnevale e una a
Settembre, e così celebriamo il venticinquesimo anniversario della
nascita di Segni Barocchi con la ventisettesima edizione che si terrà
dal 26 agosto al 16 settembre 2006. Il programma prevede 20 appuntamenti
di teatro, musica, danza e cinema che si terranno a Foligno: uno
spettacolo sarà rappresentato nella casa di reclusione di Maiano di
Spoleto. L’evento in Piazza della Repubblica, al quale dal 1997
partecipano migliaia di spettatori, si trasforma quest’anno in “Notte
Barocca” con inizio alle ore 18 del 9 settembre e conclusione all’alba
del 10 settembre: arrivederci quindi agli spettacoli della
ventisettesima edizione del festival e alla grande festa barocca.
Massimo Stefanetti
Direttore Artistico
di Segni Barocchi Festival
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