Molti i nuclei
sui quali la studiosa si misura in questa
mostra. La nuova lettura della Pala,
innanzitutto. Nella raffigurazione della
“Madonna e Santi” nulla è “solo” quello che
sembra. Nemmeno i 5 magnifici, diversi
tessuti che l’artista vi raffigura con
assoluta precisione. Secondo la curatrice
essi veicolano un preciso messaggio diretto
al Senato Veneziano, molto attento alle
vicende dell’Isola di Cipro, cui la Pala
rinvia in ragione del suo committente, il
nobile Costanzo, uomo di stirpe reale.
E le trame, intese come tessuti, sono quelle
indossate dagli uomini e dalle donne in
mostra, personalità ritratte dai grandi
artisti cinquecenteschi di area veneta.
L’intera mostra fa volutamente riferimento
al solo territorio della Serenissima che,
all’epoca, estendeva il suo dominio tra
l’Egeo e la Lombardia orientale. A ritrarre
questa schiera di personaggi sono artisti
come Giovanni Bonconsiglio, Pier Maria
Pennacchi, Vincenzo Catena, Francesco
Bissolo, lo stesso Giorgione, Giovanni
Cariani, Tiziano Vecellio, Lorenzo Lotto,
Andrea Previstali, Bartolomeo Veneto,
Bernardo Licinio, Domenico Capriolo, Jacopo
Bassano e Paolo Veronese. Nei ritratti tutti
indossano abiti realizzati con tessuti e
complementi il cui costo era, per l’epoca,
folle. Per testimoniare status symbol,
raffinatezza e capacità di spesa, in un
mondano trionfo dell’apparenza. Accanto ai
ritratti, come in tutte le sezioni della
mostra, preziosi esemplari di tessuti
d’epoca.
Anche nel nucleo successivo dedicato al
Seicento, il lusso si pone come fattore di
distinzione identitaria, quel lusso che
consiste da sempre nell'impiego di materiali
e di manifatture di grande pregio e di
altissimo costo.
L'ultimo nucleo a raccontare la storia della
manifattura tessile veneziana, in un
percorso ancora una volta sviluppato tra
arte e raffinato artigianato, è quello
dedicato al '700. Qui, ancora accanto ai
ritratti, viene esibita la prestigiosa
collezione tessile settecentesca del Duomo
di Castelfranco, insieme con abiti,
corpetti, guanti e borsette dell'epoca,
provenienti da Palazzo Mocenigo a Venezia.
La commistione tra sacro e profano è più
apparente che reale. Spesso infatti le
sontuose vesti dismesse dalle grandi dame
finivano con l’essere portate sull’altare
sotto forma di piviali o pianete, intessute
di fili di seta e oro.
Usciti dal Museo, il percorso raggiunge i
“luoghi di Giorgione” nell’antico centro
cittadino: il Duomo, la Torre Civica, lo
Studiolo di Vicolo dei Vetri, la Casa
Costanzo, la Casa Barbarella. In queste
suggestive ambientazioni il pubblico è
invitato ad ammirare gli esiti attuali della
grande tradizione veneziana della tessitura.
Per secoli la manifattura tessile ha
rappresentato l’industria più fiorente del
Veneto, con molte migliaia di occupati.
Delocalizzate le produzioni industriali, a
testimoniare questa importantissima
tradizione sono rimasti i laboratori di alta
gamma. Dalle sensazionali Rubelli e
Bevilacqua di Venezia, alla Bottoli di
Vittorio Veneto che alleva pecore nere per
evitare la tintura del filato; dalla
Bonfanti di Mussolente, con i suoi
inconfondibili arazzi, alla Paoletti di
Follina che tesse un tartan senza pari;
dalla Serica 1870 di Follina che riesce a
collocare le sue impalpabili sete sul
mercato cinese, fino alla "fabbrica lenta"
di Bonotto a Vicenza.
La Galleria del settecentesco Teatro
Accademico ospita invece i telai e la
straordinaria produzione di Carlo Scarpa
della Tessoria Asolana oggi non più sul
mercato.
E per chi volesse approfondire di più il
tema, ecco Venezia a portata di visita. Per
ammirare le prestigiose tessiture Rubelli e
Bevilacqua, le creazioni di Roberta di
Camerino, il Palazzo di Mariano Fortuny e il
Museo del tessuto e del costume di Palazzo
Mocenigo.
Per informazioni: Museo Casa Giorgione -
Piazza San Liberale - 31033 Castelfranco
Veneto (Tv)
Tel. 0423 735626 - e-mail:
museo@comune.castelfranco-veneto.tv.it
- www.museocasagiorgione.it Facebook/MuseoCasaGiorgione
in collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. 049.663499
info@studioesseci.net |