PERCHÉ “PIETRA
LIQUIDA” – Il filo conduttore e il punto di
partenza comune del lavoro degli artisti è
una riflessione profonda sul tema
dell’acqua. “Il composto chimico di idrogeno
e ossigeno che è alla base della vita sulla
Terra – scrive il curatore Francesco Paolo
Del Re – è una fonte di ispirazione
intimamente collegata alla pratica del
lavoro degli scultori protagonisti di questa
mostra, che sono accomunati dalla
predilezione per un materiale per
definizione duttile ed estremamente
versatile, proprio perché dall’acqua trae la
sua possibilità di essere plasmato. Il
materiale che accomuna gli otto artisti è
infatti la ceramica e l’acqua è l’elemento
essenziale del processo alchemico che porta
alla trasformazione di un’informe massa
fluida alla solidità di una forma definita,
che sarà il fuoco a fissare nel suo aspetto
finale. Il titolo della mostra, ‘Pietra
liquida’, vuole raccontare questo ossimoro,
questa oscillazione, che rappresenta lo
svolgimento nel tempo della pratica della
creazione ceramica, questa ambivalenza e
compresenza di anime e stati della materia,
che si fanno metafora della complessità
dell’esistenza”.
LA FORZA POETICA DELL’ACQUA – L’acqua è da
sempre l’origine della vita, la forza
plasmante del pianeta e il motore della sua
stessa evoluzione. Un bene necessario e
fondamentale, dall’imprescindibile valore
sociale, politico, culturale e
antropologico, tanto da diventare causa di
conflitti e riletture geopolitiche. La
presenza dell’acqua decreta la vita o la
morte di intere popolazioni, detta
trasformazioni antropologiche, flussi
migratori e mutamenti di interi ecosistemi.
Sono di estrema evidenza la sua forza e la
sua necessità, non solo in senso fisico, ma
anche poetico. Ed è proprio da questa
consapevolezza che gli otto artisti partono
per raccontare le suggestioni liquide
dell’acqua attraverso le loro sculture, che
vogliono rendere omaggio alla sua energia
espressiva, alla sua forza generatrice e
mutante. Componente fondamentale della
stessa argilla, l’acqua si pone dunque come
il luogo di riflessione privilegiato sul suo
“valore” artistico.
UN FONDALE DI GRANDE SUGGESTIONE – La Domus
del Criptoportico del Parco Naturalistico
Archeologico di Vulci è il luogo ideale per
ospitare un dialogo tra il tempo, la storia
e la ceramica stessa, un dialogo che nasce
dall’incontro fecondo tra le testimonianze
archeologiche e i linguaggi dell’arte
contemporanea. Luogo simbolico in cui
idealmente tutto ha origine, con i suoi
mattoni di argilla e le sue mura antiche,
grazie alla mostra “Pietra Liquida” la domus
romana torna a essere anche uno spazio
abitabile e conviviale, di sacra ospitalità.
Nel pieno rispetto delle strutture
esistenti, gli artisti provano a trasformare
i suoi ambienti, ad arricchirli e a
valorizzarli. Nella Domus del Criptoportico
si danno appuntamento dunque acqua e
argilla, storie e suggestioni, per dare vita
a una mostra di rara malia, a due passi dal
Foro e dal Mitreo adorni di statue e marmi
dell’antica Vulci, la metropoli dell’Etruria
marittima che sedusse i Romani e che ancora
affascina i visitatori grazie all’immutato
paesaggio ottocentesco della Maremma laziale
che circonda l’area archeologica.
GLI ARTISTI – Sono otto gli artisti che
aderiscono al progetto espositivo “Pietra
Liquida”: ciascuno con il proprio specifico
linguaggio e con il proprio modo peculiare
di vivere e interpretare il comune materiale
ceramico e il tema dell’acqua che si presta
a molteplici letture.
Nino Caruso parte dalle forme arcaiche della
ceramica per esplorare un universo di segni
aperto alle sperimentazioni. Negli anni
Sessanta sperimenta nuovi materiali,
soprattutto il metallo, abbandona la
modellazione a “colombino” e adotta la
tecnica del colaggio e la produzione in
piccola serie. Si concentra poi sulle
possibilità espressive derivanti
dall’interazione delle forme modulari nello
spazio architettonico, arrivando a
collaborare con industrie ceramiche in veste
di designer.
Nella sua attività artistica Giorgio Crisafi
alterna da sempre teatro, poesia e arte.
Nell’ambito specifico delle arti visive, pur
operando con l’argilla e il fuoco, elementi
tipici del mondo della ceramica, utilizza
anche materiali e tecniche inusuali,
portando un suo contributo originale a
questa antica arte. Le sue creazioni
comunicano una sorta di preziosa
aristocraticità, derivante da suggestioni
differenti, tra arcaismi e visioni di
modernità.
Musicista e scultrice, Yvonne Ekman
privilegia quale canale espressivo
l’argilla, elaborando le sue caratteristiche
plastiche in uno stile originale che coniuga
la ricerca sulla forma e sui colori con una
sensibilità verso le tematiche civili e
sociali. Dopo aver adoperato per anni la
tecnica raku, attualmente si dedica a
porcellana, grès e paper clay, anche con
interventi in spazi aperti e integrati nel
paesaggio naturale.
All’interno di una ricerca coerente, Massimo
Luccioli sperimenta diverse modalità
espressive, passando dalla scultura in
terracotta alla pratica della pittura. Porge
particolare attenzione al disegno, elaborato
come sintesi di pittura e installazione
performativa, per esempio nelle esperienze
della “grafia dei rotoli”. Negli ultimi anni
si dedica soprattutto a lavori in terracotta
e disegni su carta.
Ha radici profonde il “fare manuale” che da
sempre sprona la scultura di Riccardo
Monachesi È nelle forme della ceramica che
si consolida una necessità espressiva che
non potrebbe trovare spazio, per lui,
attraverso altri media. Architetto di
formazione, fuggendo a qualsiasi tentazione
di design, ambisce a progettare attraverso
la ceramica l’emozione che muove la sua mano
e il suo lavoro.
Attilio Quintili nasce come artigiano
ceramista, specializzato nella tecnica del
lustro, e dalla fine degli anni Novanta
cerca di adattare questa pratica a un lavoro
più attinente ai linguaggi artistici
contemporanei. Segue le orme della
tradizione umbra, radicata soprattutto nella
sua Deruta, città dove risiede da tempo,
cercando di rileggerla attraverso modalità
nuove, indagando il mistero della materia
cromatica che cambia attraverso il fuoco.
La ricerca di Jasmine Pignatelli si sviluppa
intorno alle nuove “possibilità spaziali”
determinate dalle modalità combinatorie ed
espressive del modulo, del vettore (modulo
provvisto di direzione e verso) e del segno
plastico (i punti e le linee del codice
Morse), interpretabili come segni/segnali
che materializzano uno spazio. Per Mara van
Wees, sin dagli anni dell’accademia, la
ceramica scultorea è tra i linguaggi
espressivi preferiti. Ha realizzato murales,
ha lavorato come scenografa e come stilista
nel campo della moda, per poi tornarè negli
anni Novanta a concentrare la sua attività
intorno alla ceramica. Le sue opere
propongono una composizione e un
bilanciamento tra volumi asimmetrici e in
bilico tra di loro.
INFORMAZIONI TECNICHE:
“PIETRA LIQUIDA”
DOVE: Domus del Criptoportico, Parco
Naturalistico e Archeologico di Vulci,
provincia di Viterbo
QUANDO: dal 2 luglio al 28 agosto 2016
INAUGURAZIONE: 2 luglio 2016 ore 18:30
ARTISTI: Nino Caruso, Giorgio Crisafi,
Yvonne Ekman, Massimo Luccioli, Riccardo
Monachesi, Attilio Quintili, Jasmine
Pignatelli e Mara van Wees
A CURA DI: Francesco Paolo Del Re
COORDINAMENTO SCIENTIFICO: Gianna Besson
UFFICIO STAMPA: Sabino de Nichilo
PRESENTATO DA: Comune di Montalto di Castro,
Comune di Canino, FAI Delegazione Viterbo,
Fondazione Vulci, Fondazione Etruria Mater,
in collaborazione con la Soprintendenza
Archeologica del Lazio e dell’Etruria
Meridionale
PATROCINI:, Regione Lazio, Provincia di
Viterbo
SPONSOR: Primaprint
BIGLIETTI: € 8,00 ridotto € 5,00
APERTURA: ore 9 – 18
PER INFORMAZIONI: https://vulci.it/parco-di-vulci/
Tel: +39.0766.89298 +39.0766.870179
e-mail: info@vulci.it |