La mostra del
XLIX PREMIO VASTO D’ARTE CONTEMPORANEA,
ARCHEOLOGIE A VENIRE , intende configurarsi
come un viaggio nella complessa e articolata
dimensione del “classicismo” e del dialogo
con l’antico che si è andata sviluppando
nell’opera di artisti italiani appartenenti
a generazioni successive, tra il XX e il XXI
secolo: da quelli operativi già nei primi
decenni del Novecento, come De Chirico,
Sironi, Campigli, Marino Marini, sino alle
giovani generazioni affacciatesi sulla scena
dell’arte in questo inizio di nuovo secolo,
passando attraverso le generazioni “di
mezzo”, dalle molteplici vocazioni creative
e orientamenti interpretativi: dalla
rilettura dei simboli della classicità,
insieme ironica e malinconica, propria della
cosiddetta “Pop Art” italiana (Angeli,
Festa, Ceroli), ai plasticismi cromatici e
alle mitologie rinnovate della
Transavanguardia, ai postmoderni enigmi
metafisici e alle colte riletture
dell’Anacronismo, senza dimenticare
straordinarie figure di artisti che la loro
complessità culturale ed espressiva rende
difficilmente classificabili, come Ugo
Attardi, Fabrizio Clerici, Vettor Pisani, o
il grande scultore pescarese Pietro
Cascella.
Collocandosi in questa prospettiva di
ricerca, la mostra dell’Edizione 2016 del
Premio Vasto di Arte Contemporanea vuole
dunque assumere un profilo insieme storico e
attuale, focalizzando l’attenzione
dell’osservatore su alcuni artisti –
profondamente storicizzati o attualmente
operativi - del contesto italiano moderno e
contemporaneo - dagli anni ‘30 ad oggi -
che, esplorando la dimensione dell’antico e
del classico, l’abbiano interpretata
scorgendo in essa le profonde radici della
contemporaneità e cogliendone le
potenzialità creative e le prospettive
future. Artisti che, tessendo le fila di un
rapporto vitale con la Storia culturale e
artistica, hanno saputo valorizzarne nello
stesso tempo la forza espressiva della
materia e della forma e le suggestioni
emotive e concettuali.
Uno degli spunti da cui parte il progetto
della mostra è costituito dal panorama
storico e teorico delineato dal libro di
Salvatore Settis, Futuro del “classico”
(Einaudi, Torino, 2004). Secondo il grande
studioso, i concetti di “classico” e di
“classicismo”, nella cultura contemporanea,
si profilano secondo due opposte tendenze :
da una parte, nella cultura “generale”, il
discorso sul “classico” appare sempre più
superficiale, stereotipato e banale,
limitandosi all’estrapolazione di pochi
frammenti visivi della classicità, svuotati
del loro significato originario e
contestuale; dall’altra, sul piano della
ricerca scientifico-storiografica, la
fisionomia del “classico” va facendosi
sempre più complessa, metamorfica,
“contaminata”: sfuma l’idea di una “purezza”
del “classico” nelle sue radici greche,
mentre si sviluppa quella della classicità
come incrocio di culture e culti diversi,
orientali e occidentali, continue
metamorfosi formali e contaminazioni
iconografiche e concettuali . Queste
ricerche sono sfociate in libri importanti
come Il Dio a venire, di Manfred Franck (sul
rapporto tra culto dionisiaco e
cristianesimo), o Atena nera – Le radici
afroasiatiche della civiltà classica, di
Martin Bernal (il quale sostiene che la
cultura greca classica abbia subito notevoli
influssi da quella fenicia e da quella
egizia).
Negli artisti visivi italiani presenti in
questa mostra risulta particolarmente
evidente proprio la tendenza a esprimere
questa complessità, ambiguità e polimorfismo
del “classico”, messi in evidenza dagli
studiosi. Tendenza che dunque distanzia e
differenzia profondamente questi artisti
dall’uso comune e stereotipato dell’idea di
“classico” e di “antico”. Nel lavoro di
questi artisti si accavallano e
interferiscono temi, tecniche ed
elaborazioni fantastiche, motivi metafisici
e alchemici s’intrecciano con suggestioni
classiche e richiami al mito, talora
reinterpretati in chiave iper-moderna, con
l’ausilio di tecniche fotografiche digitali
: si manifesta qui un'idea del classico che
ben si attaglia all’inquietudine degli
artisti contemporanei, anzi, in qualche modo
appare in grado di stimolarla e accrescerla.
Un’idea che implica la libertà di tràdere
(tramandare) ma anche di tradire le forme,
in un corto circuito continuo tra
soggettività e percezione oggettiva del
reale.
Il rapporto tra antico e moderno - tra
tradizione e innovazione - diventa così un
valore eversivo, e il classico non è mai la
forma immutabile, ma la forma che si presta
a infinite interpretazioni, metamorfosi e
contaminazioni.
Artisti presenti:
FRANCO ANGELI
UGO ATTARDI
MASSIMO CAMPIGLI
PIETRO CASCELLA
TOMMASO CASCELLA
MASSIMO CATALANI
LUIGI CECINELLI
MARIO CEROLI
SANDRO CHIA
FABRIZIO CLERICI
GIORGIO DE CHIRICO
STEFANO DI STASIO
LUCA FARINA
TANO FESTA
FLAVIA FRANCESCHINI
CESARE GIULIANI
GIANFRANCO GOBERTI
ANGELA MALTONI
MARINO MARINI
GIUSEPPE MODICA
SIMONE PELLEGRINI
STEFANO PIALI
VETTOR PISANI
EROS RENZETTI
RUGGERO SAVINIO
MARIO SIRONI
SCHEDA TECNICA
Mostra: XLIX PREMIO VASTO DI ARTE
CONTEMPORANEA ARCHEOLOGIE A VENIRE –
Metamorfosi dell’antico e del classico
nell’arte contemporanea italiana A cura di:
Silvia Pegoraro Sede: Scuderie di Palazzo
Aragona Indirizzo: Via Aragona 26, Vasto
(Chieti) Inaugurazione: Sabato 9 luglio
2016, ore 18.30 Periodo espositivo: 9 luglio
- 23 ottobre 2016 Ingresso: gratuito Orari:
luglio e agosto: dalle 17.30 alle 21.00 ;
settembre e ottobre: dalle 17.00 alle 20.30;
DOMENICA anche dalle 10.30 alle 12.30 ;
LUNEDI’ CHIUSO Catalogo : Edizioni
Martintype – Colonnella (Teramo) Ufficio
Stampa: Michele Tana, tel. 329 0611860
INFORMAZIONI:
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