Autentico
caposaldo della drammaturgia italiana del
Novecento, Regina Madre, scritta dall’autore
napoletano Manlio Santanelli e recensita
perfino da Eugène Ionesco al suo debutto ben
30 anni fa, è una pièce rappresentata in
tutto il mondo ed apprezzata ovunque poiché
improntata ad una delle tematiche
costantemente presenti nel nostro
quotidiano: il rapporto tra madre e figlio.
A portarla in scena al Teatro dell’Angelo di
Roma dal 20 al 30 ottobre p.v., è ora un
cast di due interpreti ad hoc: Milena
Vukotic, una vecchia signora di nome Regina,
matriarca indistruttibile seppure affetta da
ogni specie di infermità, e Antonello
Avallone, grigio cinquantenne segnato dal
duplice fallimento di un matrimonio
naufragato, che ancora lo coinvolge, e di
un’attività giornalistica nella quale non è
riuscito ad emergere. La Commedia a due
personaggi, che si tinge di molteplici
sfumature che vanno dal tragico al
grottesco, dall’ironico alla boutade, prende
le mosse da un classico ‘ritorno a casa'
momentaneo di un figliuolo non proprio
prodigo poiché pervaso da sottili interessi
personali e professionali, filtrati da
pazienza, affetto e dipendenza psicologica
dalla ferrea genitrice.
Tra i due personaggi in scena si instaura
così un teso duello, condotto mediante uno
scambio ininterrotto di ricatti e
ritorsioni, di menzogne e affabulazioni, in
una cornice scenica apparentemente dall’aria
domestica e rassicurante - firmata insieme
ai costumi da Red Bodò - che però,
nell’offrire un perimetro ben preciso ai
fantasmi mentali dei protagonisti, finisce
per assumere i toni e le suggestioni di un
realismo allucinato. In questo microcosmo
dai confini continuamente invocati e negati,
madre e figlio si inseguono, si cercano e si
respingono saccheggiando presente, passato e
futuro, in una incalzante altalena di
emozioni che hanno nel grottesco la tonalità
dominante.
A soccombere, alla fine, sarà il figlio. Ma,
come sempre accade nelle coppie legate per
la vita e per la morte, anche qui non sarà
possibile, e neanche legittimo, distinguere
il vincitore dal vinto. |