Cecilia Bossi
rivisita la pittura materica con una
profondità di segno e di colore che da
sempre sono al centro della sua poetica
figlia anche della sua feconda attività
teorica-didattica; Antonella Pernarella
riassume tutta la sua ricerca modulata con
forme sinuose e sovrapposte, con colori
forti e luminosi; Fabio Santori riporta in
primo piano , con una scelta di opere su
carta realizzate a penna a biro, la forza
del segno, nota cromatica di tutta la
composizione; anche Felixandro si lascia
alle spalle la pittura cosmica per
avvicinarsi al segno rielaborato con una
tavolozza cromatica giocata con libertà
espressiva e su toni freddi impastati di
bianchi. Poi l'attenzione si sofferma sui
molteplici circuiti dell'arte figurativa. In
primo piano "Titanic" e "Capitano di
ventura" due lavori storici di Maurilio
Cucinotta, portavoce di visioni allegoriche
e surreali, rafforzate dal piglio metafisico
di sempre e due oli, "Interno" e "Nudo con
anfora", di Maria Ceccarelli sul tema della
figura femminile rielaborata in tante
versioni e pose diverse. Si prosegue con un
luminoso acquerello, "Luce nel bosco", di
Anna Maria Tessaro, una colonna sonora di
vibrazioni cromatiche e con i lavori su
carta di Vincenza Costantini, atti d'amore
per la figura femminile scritti con forti
accenti chiaroscurali e il vivo interesse
per la natura primitiva. E ancora voci
diverse e diversificate. Nuccia Amato,
esponente del movimento emozionista, è in
mostra con due opere fondamentali del suo
percorso "Femminilità e "Amicizie
particolari", altamente simboliche, molto
evocative e di sicuro equilibrio
compositivo; Elena Ryshyxh, invece, ci fa
scoprire sotto una nuova luce la pittura
informale. Da controcanto due lirici
paesaggi di Susy Senzacqua, rovine e cupole
di Roma, appena percepibili in suggestivi
tramonti e le splendide vedute di Venezia di
Marco Diaco dipinte a tocchi vibranti e
impastate di una luce languida e rarefatta.
A coinvolgere ulteriormente lo spettatore le
opere di Giovanna Gallo che ancora una volta
ci riporta nel suo mondo onirico e fiabesco
e di Antonio Galeazzi, un inno alla natura,
semplice ed essenziale, ripreso ed
interpretato con forte intensità emotiva e
vivacità cromatica. La scultura è ben
rappresentata dai lavori, in pietra leccese,
di Beatrice Palazzetti dove i volumi
sembrano sfaldarsi e fondersi nell'ambiente
circostante e da un "Nudo sdraiato", in
ceramica raku, di Maria Felice Petyx, di
lineare armonia compositiva e cadenze
plastiche. |