Esce in
libreria, per Teke Editori, e verrà
presentato in prima romana al Contestaccio
il 20 luglio p.v., l’autobiografia del
Maestro Stelvio Cipriani scritta insieme a
Pino Ammendola e Rosario Montesanti. Il
titolo, ANONIMO ROMANO, richiama uno dei
suoi più grandi successi cinematografici:
Anonimo veneziano, pellicola diretta da
Enrico Maria Salerno e interpretata da Tony
Musante e Florinda Bolkan che conferì al
compositore romano una serie di
riconoscimenti internazionali.
Modesto e autorevole, disponibile al
dialogo, ma severo consapevole del proprio
talento, eppure umile, dotato di una solida
preparazione musicale e di indubbie capacità
conoscitive, oltreché esecutore,
arrangiatore e direttore d’orchestra,
Cipriani viene analizzato scientificamente e
umoristicamente, proprio a partire dai suoi
racconti – dalla nascita ai nostri giorni –
attraverso una serie di incredibili episodi
vissuti che lo descrivono come un artista
rimasto sempre fedele a se stesso “tra
classicismo e modernità” e un uomo libero
che è sempre riuscito a superare con
encomiabile nonchalance sia entusiasmanti
momenti di gloria professionale che
tristissimi accadimenti della sua vita
personale.
Un “anonimo” giovinetto che a pochi anni di
età era già in grado di suonare alla
perfezione fisarmonica e organo e che, poco
più che adolescente, si districava tra gli
studi di ragioneria e Conservatorio per
soddisfare le ambizioni di entrambi i
genitori. Lezioni di musica ricevute da un
prete in cambio di ottimi vinelli d’annata
familiari, incontri casuali e
intelligentemente coltivati con stimate
figure del mondo musicale, da Nino Rota a
Teddy Reno (in quanti sanno che Cipriani fu
il maestro accompagnatore di Rita Pavone ai
provini?); ideatore, compositore,
trascrittore e orchestratore “last minute”
di importanti colonne sonore che hanno in
alcuni casi “salvato” pellicole rimaste
nella storia del cinema italiano, Stelvio
Cipriani ha saputo inventarsi la sua vita,
familiare e professionale, con estrema
semplicità, acuto rigore e determinazione
nello studio, che si è saputo comunque anche
ritagliare spazi per una collaterale
attività di calciatore, affezionatissimo
alla sua Roma, giocando anche numerosi
“Derby del cuore” con famosi colleghi dello
spettacolo.
Dalla prima formazione musicale con i
“Principi” che lo porta a suonare,
neo-ammogliato, in crociera ai Caraibi alle
proficue lezioni di arrangiamento con il
noto pianista Dave Brubeck da cui impara e
perfeziona metodi di improvvisazione
moderna; dalla lunga collaborazione alla
Casa di Edizioni Musicali CAM che lo porta a
comporre decine e decine di colonne sonore
tra cui le serie poliziesche degli anni 70
(prima fra tutti “La polizia ringrazia”),
fino alla musica sacra che lo vede comporre
addirittura una Messa per Giovanni Paolo II
– da lui stesso considerata la summa della
sua intera carriera - e suonare alla sua
presenza in più occasioni, la vita di
Stelvio Cipriani è una piacevolissima
avventura ricca di aneddoti che ci fanno
anche riflettere su argomenti sociali e su
come siano cambiati modi, abitudini e
costumi nel modo di approcciarsi
professionalmente ad un mestiere di cotanta
difficoltà e prestigio. Nella
scorrevolissima scrittura, integrata da
immagini d’archivio privato e materiali
fotografici inerenti i quartieri della
Capitale “respirati” quotidianamente
dall’autore, locandine e scatti
cinematografici d’epoca, e una intrigante
serie di illustrazioni a matita, la lettura
corre rapida, offrendo un panorama unico di
un grande, determinato ed insostituibile
“anonimo romano”.
Teke Editori continua così, nella collana
dedicata ad una serie di artisti giustamente
da omaggiare, il suo lavoro di riscoperta
testuale e iconografica nell'ambito di
cinema teatro e musica: Anonimo romano, alla
pari del precedente saggio su Massimo
Girotti scritto da Roberto Liberatori, è
infatti un volume dalle dimensioni
importanti, impreziosito da rare e splendide
immagini e realizzato con meticolosa
attenzione, nell’ambito di un ambizioso
progetto grafico. |