“All’interno
di una idea più ampia e generale di “Liberty
italiano” – anticipano i Curatori Francesco
Parisi e Anna Villari – abbiamo voluto porre
a confronto le due diverse tendenze;
cercando di assecondare in questo modo il
dibattito storico artistico dell’epoca che
individuava, come vera essenza del Liberty,
la linea fluente, floreale e decorativa e,
d’altra parte, recuperando il modello
critico della letteratura coeva che
identificava nel Liberty tutto ciò che era
considerato moderno e di rottura, includendo
quindi anche quelle esperienze non
propriamente classificabili in Italia come
floreali ma piuttosto moderniste o
secessioniste”.
Il percorso della mostra si sviluppa secondo
una scansione per sezioni “tradizionali”:
pittura, scultura, decorazione murale,
ceramiche, progetti di case d’artista (come
chiave nuova per entrare nell’idea
progettuale dell’architetto che lavora,
eccezionalmente e con la massima libertà
espressiva, per se stesso), manifesti,
illustrazione e grafica originale.
Filo rosso che collega tutte le sezioni: la
linea grafica e la ricerca sul segno, che
erano allora alla base della concezione
progettuale e formale di ogni opera, sia di
quella più propriamente fluente e floreale,
sia di quella più severa e moderna. Si sono,
infatti, accostati a pitture, sculture,
ceramiche, grandi manifesti pubblicitari, i
bozzetti preparatori, i cartoni per gli
affreschi, i disegni relativi a vasi,
illustrazioni, incisioni.
Una chiave inconsueta che rivela, entrando
nel vivo del “fare” e nella mente
dell’artista, la vera essenza concettuale e
espressiva del Liberty, un movimento, una
tendenza e una moda che, a distanza di più
di cento anni, non ha ancora esaurito il suo
potere seduttivo.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
LA PITTURA
Nelle tre ampie sale dedicate interamente
alla pittura emergerà come in Italia non sia
possibile individuare uno stile unitario
riconducibile ad una ortodossia Liberty ma
piuttosto una varietà dovuta in parte alla
fedeltà ad un linguaggio tradizionale,
piuttosto che una attenzione alle diverse
tendenze d’oltralpe. Nonostante questo, in
diversi artisti - da Casorati a Boccioni a
Bargellini, da Bocchi a Corcos - si può
avvertire, spesso in coincidenza con una
ricerca giovanile, una eco della linea
decorativa Liberty.
L’ILLUSTRAZIONE E LA GRAFICA
Forse più di ogni altra, l’espressione
artistica caratterizzante la Belle Epoque è
stata quella grafica, sia quella applicata –
ovvero il manifesto e l’illustrazione
libraria – sia quella produzione più
personale sortita dai torchi dei singoli
artisti che, in un’accezione più vasta, alle
Esposizioni d’arte veniva definita “Bianco e
Nero”. Nel caso della produzione grafica
originale, si trattava quasi sempre di opere
ispirate ai grandi temi della letteratura
decadente o storicista; nel caso, invece,
della grafica editoriale si vennero a creare
importanti binomi tra artista e letterato.
Ne sono un esempio i rapporti tra De Carolis
e D’Annunzio, oppure tra Francesco Nonni e
Antonio Beltramelli.
Ampio spazio è dato all’incisione originale
e verranno esposte le opere dei più
influenti artisti con rari e preziosi
esemplari provenienti da diversi Archivi
privati e dalle collezioni della Calcografia
Nazionale di Roma.
LE CASE D’ARTISTA
Lo spazio storico che separa gli ultimi anni
del XIX secolo dalla Prima guerra mondiale,
la cosiddetta Belle Époque, ha visto gli
architetti di tutta Italia cominciare a
confrontarsi con i consumi di massa, e
trasformare il proprio ruolo in quello di un
total designer, sulla scia dei
secessionisti. Ma un particolare aspetto
della stretta connessione tra arte,
letteratura e decorazione è rintracciabile
soprattutto nella realizzazione delle
moderne case d’artista: scrittori, scultori,
pittori che nella piena maturità del loro
percorso professionale dedicarono le loro
forze nel creare un perfetto connubio tra
architettura, pittura, scultura e arti
decorative progettando e facendo costruire
secondo un gusto che variava secondo le
diverse anime Liberty. In esposizione
progetti, disegni, bozzetti, quadri e
oggetti di Ettore Ximenes, Duilio
Cambellotti, Vittorio Grassi, Giuseppe
Palanti, Paolo Sironi, Raimondo D’Aronco,
Ernesto Basile.
LE ARTI DECORATIVE
L’esplosione delle tendenze Liberty in
Italia si ebbe soprattutto in occasione
dell’esposizione di Torino del 1902, quando
in altri paesi già si avvertivano segnali di
crisi, e a Vienna cominciavano a emergere
prove di quello che sarebbe stato definito
“Stile Secessione”. In Italia se da una
parte si affermava il florealismo di stampo
storicista (che venne definito “Dolce Stil
Novo”), vi erano già i prodromi di quello
che sarebbe stato il cosiddetto modernismo
(Randone, Vincenzo Jerace, Ernesto Basile).
I premi dell’esposizione torinese andarono
non a caso al binomio Basile-Ducrot (che
poco dopo iniziò a collaborare con Duilio
Cambellotti) e a Galileo Chini.
LA SCULTURA
Sulla scia dei nudi sinuosi e delle ninfe
marine che avevano caratterizzato molte
sculture pubbliche di fine Ottocento, la
tendenza più marcatamente Liberty in
scultura è espressa dall’opera di artisti
come Domenico Trentacoste o Pietro Canonica.
Ma gli scultori italiani avevano iniziato
già attorno al 1880 ad avvertire le prime
inquietudini del Simbolismo, come ad esempio
Leonardo Bistolfi e, accanto a questi,
muovevano i primi passi anche i giovani
cresciuti non più sui modelli ottocenteschi
nazionali ma sui grandi maestri stranieri:
Attilio Selva, Giovanni Primi, Ercole Drei,
Nicola d’Antino.
LA GRANDE PITTURA DECORATIVA
La vera tendenza sintetica, connaturata al
decorativismo, alla sintesi coloristica,
alle campiture piatte tipiche del Liberty
internazionale, si espresse soprattutto nei
cicli di affreschi, privati e pubblici,
realizzati da Edoardo Gioia, Galileo Chini
(decorazioni per edifici termali e ville
private), Adolfo De Carolis, Annibale
Brugnoli, Giulio Bargellini e Antonio Rizzi
(Vittoriano).
I MANIFESTI
In anni in cui è massima l’attenzione verso
il mondo delle arti applicate, della
decorazione, di quello che verrà chiamato
design, nella necessità di rivalutare il
rapporto tra industria e artigianato
educando il popolo ad una diffusa bellezza
dell’oggetto di uso quotidiano, anche il
manifesto diventa un canale attraverso il
quale l’artista moderno può veicolare la
propria creatività, rendendosi attivo e
utile nel diffondere i frutti benefici della
rivoluzione industriale.
Partecipando dell’atmosfera culturale
dominante, artisti come Adolfo De Carolis,
Adolfo Hohenstein, Aleardo Terzi, Plinio
Nomellini, Galileo Chini, Leonardo Bistolfi,
Vittorio Grassi o Umberto Boccioni si
dedicano alla nuova “arte del manifesto”, e
applicano anche in questo settore gli
stilemi delle tendenze figurative del
momento. In mostra manifesti mai visti di
grandi dimensioni e dall’impatto coloristico
dirompente.
SCHEDA DELLA MOSTRA
LIBERTY IN ITALIA
ARTISTI ALLA RICERCA DEL MODERNO PALAZZO
MAGNANI REGGIO EMILIA
5 novembre 2016 – 14 febbraio 2017
Mostra promossa da
Fondazione Palazzo Magnani
Silvana Editoriale
Comune di Reggio Emilia
con la partecipazione di
Regione Emilia Romagna
Provincia di Reggio Emilia
Fondazione Cassa di Risparmio Pietro
Manodori
Camera di Commercio di Reggio Emilia
Mostra organizzata da
Fondazione Palazzo Magnani
Cura della mostra e del catalogo
Francesco Parisi e Anna Villari
Ufficio Stampa
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
tel. 049.663499
referente Simone Raddi, gestione2@studioesseci.net
Orari
Dal martedì al giovedì
10.00-13.00/15.00-19.00
venerdì, sabato e festivi 10.00-19.00 –
lunedì chiuso
Ingressi
Intero € 11
Ridotto € 10 (Soci Coop nordest muniti di
tessera nominale, Residenti della provincia
di Reggio Emilia)
Ridotto € 9 (Amici della FPM; Amici dei
Teatri; militari; over 65; diversamente
abile; studenti dai 18 ai 26 anni)
Studenti € 5 (studenti dai 6 ai 18 anni)
Ingresso omaggio (bambini fino ai 6 anni;
accompagnatore per visitatore diversamente
abile; Giornalista iscritto all’albo con
tessera di riconoscimento valida)
Ingresso famiglia
Ingresso € 22 (2 adulti + 1 bambino dai 6 ai
14 anni)
Ingresso € 28 (2 adulti + 2 bambini dai 6 ai
14 anni)
Ingresso € 35 (2 adulti + 3 bambini dai 6 ai
14 anni)
Ingressi gruppi - minimo 20 massimo 26
persone
Ridotto € 9 a persona, omaggio per
accompagnatore del gruppo. È d’obbligo la
prenotazione
Audioguide
Comprese nel biglietto d’ingresso
per informazioni e prenotazioni
Palazzo Magnani – Biglietteria Tel. 0522
454437 – 444446 - info@palazzomagnani.it |