“Topazia
Alliata. Una vita per l’arte” [Palermo,
Palazzo Sant’Elia, 11 novembre 2016 – 11
gennaio 2017] vede la curatela del critico
d’arte Anna Maria Ruta, grande esperta del
‘900 e studiosa del Futurismo, che sei anni
fa per l’editore Kalòs ha pubblicato la
prima biografia dell’artista e gallerista.
Organizzata dalla Fondazione Sant’Elia, in
collaborazione con l’associazione Lo Stato
dell’Arte, la mostra ha il patrocinio del
Comune di Palermo. Inaugurazione 11
novembre, ore 18,30.
La mostra
Il percorso espositivo osserva in filigrana
una nobildonna che rifiutò la tradizione e
volle correre per il mondo, animata da uno
spirito curioso e sicuro da elegante
conoscitrice, amica di poeti, intellettuali,
scrittori ed artisti come, oltre a già
ricordati Renato Guttuso e Pupino Samonà,
Corrado Cagli o Carlo Levi, ma anche di
intellettuali impegnati come Danilo Dolci.
A Palazzo Sant’Elia, l’obiettivo della Ruta
mette a fuoco la figura della nobile
aristocratica anticonformista, cresciuta in
una famiglia di artisti (le zie pittrici
Felicita ed Amalia Alliata, ma anche
Quintino di Napoli); ne ripercorre la
vicenda umana, i rapporti, le amicizie, la
capacità artistica. Il racconto è scandito
da otto sezioni tematiche che, partendo
dalla storia della famiglia Alliata, toccano
gli anni in cui frequentò l’Accademia di
Belle Arti, i maestri, i giovani colleghi;
il rapporto e il matrimonio con l’etnologo e
fotografo Fosco Maraini, il trasferimento in
Giappone durante la seconda guerra mondiale
e la sofferta parentesi vissuta da tutta la
famiglia in un campo di concentramento nel
paese del Sol Levante; il ritorno in Sicilia
e l’avventura da imprenditrice alla guida
della Vini Corvo; gli anni ’50, gli
intellettuali e gli amici artisti; la
nascita della Galleria d’arte a Trastevere e
i rapporti con artisti e collezionisti
internazionali. Ciascuna delle sezioni
ospita opere appartenenti agli eredi di
Topazia Alliata o in prestito da istituzioni
e collezionisti privati. La mostra sarà un
excursus storico-artistico sulla creatività
della famiglia Alliata, sui maestri - Pippo
Rizzo, Archimede Campini, Ettore De Maria
Bergler, Mario Mirabella; sui colleghi
d’Accademia - Renato Guttuso, Nino Franchina,
Ezio Buscio, Piera Lombardo, Lia Pasqualino
Noto, Giovanni Rosone; sugli artisti
ospitati da Topazia e lanciati dalla
Galleria Trastevere. Un frammento è dedicato
agli anni giapponesi: «Seguii Fosco fino
alla fine del mondo» scrive Topazia parlando
del suo soggiorno in Giappone concluso poi
nel campo di concentramento. Le firme
raccontano un secolo di arte italiana: dagli
Alliata, a Quintino Di Napoli, Renato
Guttuso, Ettore de Maria Bergler, Lia
Pasqualino Noto, Pina Calì, Archimede
Campini, Pippo Rizzo, Mario Mirabella, Nino
Franchina, Elisa Maria Boglino, Nino Garajo,
Piera Lombardo, Michele Dixit, il soprano e
pittrice Ester Mazzoleni Cavarretta, Daniele
Schmiedt, Corrado Cagli, Ezio Buscio,
Giovanni Rosone ed altri. Le opere di
Topazia Alliata non sono moltissime, ma
mostrano una mano sicura, attenta,
influenzata dalle correnti artistiche del
suo tempo. «Non so perché mia madre abbia
smesso di dipingere - scrive Dacia Maraini -
Probabilmente non aveva abbastanza fiducia
nel suo lavoro. Come tante donne, portava in
sé la memoria atavica della sfiducia
istituzionale».
La nobildonna
La retrospettiva di Palazzo S. Elia, a cura
del critico d’arte Anna Maria Ruta, prende
le mosse dai primi anni passati tra il
nobile palazzo di famiglia di Palermo e la
villa di Bagheria: la giovane Topazia è
irrequieta e affamata d’arte; nella Sicilia
appena uscita dalla Prima Guerra, lei porta
i pantaloni, fuma e guida l’auto (è una
delle prime donne in Sicilia a prendere la
patente) si impone sulla morale del tempo e
convince il padre, il duca Enrico di
Salaparuta –, uomo nemico di ogni
pregiudizio, interessato alle nuove culture
e all' antroposofia, vegetariano e
naturista, mentre la madre è Amelia Ortuzar
Olivares detta Sonia, figlia di un
diplomatico cileno, straordinaria cantante
d' opera che ha interrotto la carriera per
sposare il duca siciliano -, a farle
frequentare non solo l’Accademia di Belle
Arti, ma anche la Scuola Libera del Nudo,
allora proibita alle donne.
Viaggiatrice, curiosa, sportiva, a 18 anni
raggiunge Firenze dove conosce Fosco
Maraini, giovane etnologo, scrittore e
fotografo: è amore a prima vista, i due
giovani dopo pochi anni si sposano e, dopo
una parentesi da bohémien a Fiesole, si
trasferiscono in Giappone dove Maraini
ottiene un incarico universitario; la
famiglia – nel frattempo sono nate le tre
figlie – rifiuta di aderire alla Repubblica
di Salò ed è perseguitata dalle leggi
naziste; sarà rinchiusa in un campo di
concentramento di Nagoya da cui verrà
liberata soltanto nel 1945.
Il ritorno in Sicilia porta Topazia Alliata
alla guida dell’azienda vinicola di
famiglia. Iniziano i primi dissapori con
Fosco, dopo pochi anni la coppia si separa:
Topazia, che ha sempre continuato a
disegnare e dipingere, seppure senza
continuità, inizia a viaggiare tra Roma e
Palermo, rinsalda i rapporti con il mondo
dell’arte e le gallerie; il suo gusto sicuro
le fa scegliere pittori e scultori, intuisce
l’estro e le potenzialità di giovani come
Pupino Samonà e li lancia sul mercato. Dopo
qualche anno apre la sua a Roma: la Galleria
Trastevere diventa ben presto un punto
focale del movimento artistico degli anni
Sessanta, ribalzando su Palermo un’attività
straordinaria che porta la nobildonna ad
essere apprezzata da Bruno Caruso ed Enzo
Sellerio.
La Galleria si apre con una mostra su
Cascella nel ‘59, seguirà Nuvolo e tanti
altri, fino alla chiusura nel ‘64. Topazia
sostiene Danilo Dolci, si accosta al
Movimento Federalista Europeo e, alla sua
nascita, aderisce al Partito Radicale, ma è
anche separatista di Sinistra, come lei
stessa confessa, distinguendosi dalle
rappresentanti dell’aristocrazia siciliana,
così lontane da lei per comportamenti e
cultura.
Dopo la chiusura della galleria, Topazia
Alliata comincia a proporre e curare mostre
in importanti musei: gusto sicuro, piglio
energico, una grazia infinita, la nobildonna
dagli occhi di smeraldo incanta prima la
vecchia Europa, poi l’America. L’elenco
delle mostre è infinito, ognuna è un grande
successo. Topazia Alliata è scomparsa nel
2015, a 102 anni. |