«Andiamo al
Sud - ha dichiarato Enrico Derflingher,
presidente di Euro-Toques International e
Italia - con l’intento di rivalorizzare il
modello alimentare della dieta mediterranea,
con i suoi prodotti di primissima qualità.
Per la due giorni di Paestum abbiamo
organizzato una serie di appuntamenti uniti
dal filo conduttore della sana
alimentazione: dalla visita al museo della
dieta mediterranea alla visita a vigneti e
aziende agricole e di allevamento.
Un’occasione, quindi, per visitare le
bellezze del territorio ed entrare in
contatto con il lavoro legato
all’agroalimentare. Tappa cruciale per il
suo alto valore simbolico sarà quella di
Pollica, considerata la capitale mondiale
della dieta mediterranea, luogo in cui si
sono svolti i primi studi medici su questo
stile di vita».
Il momento più importante dell’assemblea di
Euro-Toques Italia sarà la tavola rotonda in
programma per le ore 18 di lunedì 16 maggio,
che sarà moderata da Massimo Giletti (Rai
Uno). Titolo del confronto: “Dieta
mediterranea e ruolo dei cuochi per la
salute e la sicurezza alimentare”. Tanti
nomi di spicco tra i partecipanti: da
Vincenzo De Luca (presidente della Regione
Campania) all’on. Alfonso Pecoraro Scanio
(presidente Fondazione UniVerde), da Ettore
Novellino (professore di chimica
farmaceutica all’Università di Napoli) a
Giancarlo Deidda (vicepresidente di Fipe
Confcommercio), da Vittorio Sgarbi al
presidente della Federazione italiana cuochi
Rocco Pozzulo, oltre al direttore di Italia
a Tavola Alberto Lupini e al presidente di
Euro-Toques Enrico Derflingher.
Al dibattito seguirà una cena di gala che
sarà un’ulteriore momento di valorizzazione
dei prodotti alimentari d’eccellenza tipici
della dieta mediterranea, in primis grano,
pomodoro e olio extravergine di oliva. I
cuochi coinvolti saranno Ciro D’Amico (1
stella Michelin), Michele De Leo (1 stella
Michelin), Vitantonio Lombardi (1 stella
Michelin), Rosanna Marziale (1 stella
Michelin), Giuseppe Stanzione (1 stella
Michelin), Cristian Torsiello (1 stella
Michelin), Nino Di Costanzo (2 stella
Michelin), Alfonso Iaccarino (2 stella
Michelin), Pasquale Marigliano, Andrea
Migliaccio (2 stella Michelin) e Matteo
Sangiovanni.
Il valore della dieta mediterranea
Pane, pasta, verdura, legumi e frutta in
abbondanza; pesce, carne bianca, latticini e
uova con moderazione; carne rossa in misura
più limitata. Per garantire l’apporto di
grassi si utilizza l’olio d’oliva, che
contiene grassi di qualità superiore,
salutari per l’organismo. Senza dimenticare
un consumo moderato di vino, antiossidante
ed ottimo per ridurre il colesterolo e i
rischi di problemi cardiovascolari. Sono
queste, in estrema sintesi, le pietanze che
fanno parte della dieta mediterranea, ovvero
l’insieme delle abitudini alimentari dei
popoli del bacino del mar Mediterraneo che
si sono consolidate nei secoli, con l’Italia
tra i maggiori produttori di eccellenze
agroalimentari riconosciute in tutto il
mondo. Basso contenuti di acidi grassi
saturi, ricchezza di carboidrati e fibra,
alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi
(derivati principalmente dall’olio d’oliva)
sono invece le caratteristiche di questo
regime alimentare dal punto di vista della
salute.
La dieta mediterranea è il modello
alimentare che più di ogni altro rispecchia
la nostra cultura e la nostra tradizione
gastronomica, e nel 2010 è stata inserita
dall’Unesco nel Patrimonio culturale
immateriale dell’umanità, a riconoscimento
dello stretto legame tra cultura e pratiche
alimentari tradizionali. «La dieta
mediterranea - specifica la definizione
Unesco - rappresenta un insieme di
competenze, conoscenze, pratiche e
tradizioni che vanno dal paesaggio alla
tavola, includendo le colture, la raccolta,
la pesca, la conservazione, la
trasformazione, la preparazione e, in
particolare, il consumo di cibo. La dieta
mediterranea è caratterizzata da un modello
nutrizionale rimasto costante nel tempo e
nello spazio, costituito principalmente da
olio di oliva, cereali, frutta fresca o
secca, e verdure, una moderata quantità di
pesce, latticini e carne, e molti condimenti
e spezie, il tutto accompagnato da vino o
infusi, sempre in rispetto delle tradizioni
di ogni comunità».
«La dieta mediterranea (dal greco diaita, o
stile di vita) promuove l’interazione
sociale, poiché il pasto in comune è alla
base dei costumi sociali e delle festività
condivise da una data comunità, e ha dato
luogo a un notevole corpus di conoscenze,
canzoni, massime, racconti e leggende. La
dieta si fonda nel rispetto per il
territorio e la biodiversità, e garantisce
la conservazione e lo sviluppo delle
attività tradizionali e dei mestieri
collegati alla pesca e all’agricoltura nelle
comunità del Mediterraneo».
È di pochi giorni fa la notizia che il
Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura
e l’analisi dell’economia agraria, il
principale ente italiano di ricerca
agroalimentare, ha supportato il ministero
delle Politiche agricole nell’elaborazione
del “Libro bianco sulla dieta mediterranea”.
Un progetto nato con l’obiettivo di
scommette su un futuro di sviluppo,
all’insegna della sostenibilità e
dell’innovazione, che ha fatto emergere un
modello vincente sul fronte nutrizionale e
socioculturale, in grado di giocare un ruolo
essenziale nella crescita sul territorio di
un’economia sostenibile: da un’agricoltura
attenta alla biodiversità, all’ambiente e
alla stagionalità a un’innovazione
tecnologica che garantisca ai consumatori
qualità, salubrità e disponibilità dei
prodotti, fino a un turismo che valorizzi i
paesaggi, i saperi e i sapori legati alla
dieta mediterranea.
La dieta mediterranea è considerata di per
sé un modello alimentare sostenibile perché
ha garantito nel tempo la salvaguardia di
intere comunità e dei relativi territori.
D’altronde, nell’ampio dibattito sugli
attuali modelli di consumo, il ruolo
positivo che la dieta mediterranea può
svolgere a favore della tutela della salute
umana è ampiamente discusso in letteratura.
Per l’impatto ambientale, invece, le viene
riconosciuta una valenza positiva grazie al
maggiore orientamento vegetale e alle
caratteristiche di sobrietà e, inoltre,
perché essa “si fonda nel rispetto per il
territorio e la biodiversità”, da
definizione Unesco. |