I nostri
antenati non indagavano ancora sui
meccanismi della natura attraverso la
conoscenza empirica, ma ne rappresentavano
il funzionamento attraverso i miti.
Successivamente, intorno al primo millennio
A.C., l’uomo comincia spiegare i fenomeni
non più esclusivamente attraverso l’utilizzo
del mito, ma osservandone le caratteristiche
e traendone conclusioni, un processo che si
consoliderà con l’introduzione del metodo
sperimentale. Il mito e la scienza sono,
dunque, due modi differenti di interpretare
la natura, anche se spesso non è stato
facile distinguerli a causa di vincoli
ideologici o religiosi. Nell’ultimo secolo
abbiamo assistito però a un ulteriore
cambiamento. A concetti scientifici
facilmente intuibili, perché familiari, si
sono via via aggiunte teorie complesse e più
lontane dal senso comune, come la
relatività, il big-bang, la meccanica
quantistica, che hanno reso più ardua la
conoscenza dei meccanismi di funzionamento
della natura, soprattutto per i non addetti
ai lavori. E non solo per loro: questa vera
e propria rivoluzione scientifica ha messo
in discussione l’interpretazione dei
meccanismi alla base delle scienze della
vita. Addirittura, si può ipotizzare, oggi,
una fusione tra la biologia e la fisica
quantistica. Una biologia quantistica?
Quali siano questi nuovi concetti, perché
risultino così difficili da comprendere e
quali siano le resistenze anche culturali
che ne frenino ulteriormente l’assimilazione
verrà discusso alla Stazione Zoologica Anton
Dohrn insieme ad esperti di vari campi delle
scienze che apriranno un dibattito aperto al
contributo del pubblico presente. A moderare
l’incontro sarà Daniele Iudicone, Stazione
Zoologica Anton Dohrn. |