“C’è un uomo
nella Bassa sui settant’anni che si chiama
Pietro Ghizzardi ed è un grande uomo. Ma da
parecchio prima che cominciasse a dipingere
(…) lessi le sue memorie quando erano in
boccio e dissi: « Corro subito ad
abbracciarlo». Poi non corsi ad
abbracciarlo, passò del tempo, si dimentica,
questa è la vita, e si onora purtroppo più
facilmente un artista che un uomo.” Così
scrive Cesare Zavattini nella prefazione di
Mi richordo anchora, romanzo popolare in
forma di autobiografia del pittore Pietro
Ghizzardi (1906 – 1986), mantovano di
nascita approdato poi a Boretto, nelle terre
della bassa reggiana. Le sue memorie,
pubblicate nel 1976 nella collana degli
Struzzi di Einaudi e vincitrici del Premio
Viareggio Opera Prima per la Narrativa, sono
l’espressione di un mondo contadino che
affonda le radici in tradizioni e
superstizioni lontane, parole che sgorgano
da un’espressività sorgiva – la medesima da
cui, sul versante figurativo, si origina la
sua pittura. Il linguaggio apre così uno
squarcio potente e inaspettato sulla vita
delle campagne della zona del Po e ci
restituisce la consapevolezza del tramonto
di quel mondo che, nonostante tutto, è
determinato in qualche modo a resistere
attraverso la propria narrazione epicizzata.
Lo spettacolo indaga l’origine di una
vocazione inaspettata quanto cogente e
sorprendente negli esiti: un uomo umile e
incolto trova nella pittura, realizzata con
materiali di fortuna, autoprodotti, estratti
con processi quasi alchemici, il senso della
propria esistenza, attraverso una serie di
sperimentazioni ed approssimazioni che lo
avvicinano, non senza tribolazione, alla
sfera della bellezza.
Silvio Castiglioni conduce il pubblico in un
viaggio teatrale tra le opere originali
dell’artista – ritratti di donne, omaggi a
personaggi storici, leggende popolari e
storie sacre – che dialogano costantemente
con la presenza dell’autore, evocata
attraverso il supporto della tecnologia e di
materiali d’archivio della Casa Museo
“Pietro Ghizzardi”. Ne scaturisce un
racconto poetico, la storia di una missione
e di una necessità: quella di esprimersi, di
affermare la propria esistenza attraverso
l’arte e, dopo una vita di esclusione,
trovare un veicolo di comunicazione con
l’umanità.
Il progetto performativo, a cura di Silvio
Castiglioni e Giulia Morelli, con la regia
di Giovanni Guerrieri e le scene di Nicolò
Cecchella, si origina dalla volontà di
gettare nuova luce sulla vicenda
esistenziale ed artistica di Ghizzardi,
troppo a lungo – ed erroneamente – incluso
tra i naif, poi riposizionato tra gli
irregolari e infine, negli ultimi anni,
considerato artista contemporaneo senza
bisogno di aggettivi ulteriori che ne
determinassero l’appartenenza.
Casa Ghizzardi. Mi richordo anchora è una
produzione di CRT Teatro dell’Arte, ed è
accompagnato dalla contestuale esposizione
di una decina di opere di Pietro Ghizzardi,
fruibili durante le ore di apertura della
Triennale. La drammaturgia è imperniata
sulla presenza vivente delle opere in scena:
da questo dialogo costruito per sottrazione,
in uno spazio che è al contempo domestico ed
interiore, irrompe tutta la forza di una
storia unica, di una resistenza vitale che
continua a produrre senso e a svelarsi allo
sguardo dello spettatore in tutta la sua
potenza, in grado di imprimersi nella
storia.
Info: www.triennale.org -
www.pietroghizzardi.com
Prenotazioni: T. 02-72434258 | biglietteria@crtmilano.it
(dal lunedì al venerdì 14,30 > 18,30)
Biglietti: Euro 15,00 / 10,00 |