Nel 1861, il
commediografo e librettista francese Henri
Meilhac (lo stesso della Carmen di Bizet),
scrisse un piacevole vaudeville che però
divenne famosissimo solo molti anni dopo,
nel 1905, grazie alla musica di Franz Lehár:
era nata La Vedova Allegra.
“Non si offenda , ma questa non è
musica”.Questa frase, dettata dallo stesso
Lehár, apparve incisa sulle medaglie omaggio
che la direzione del Teatro An der Wien
offrì in occasione della trecentesima
replica: una rivincita che il musicista
volle concedersi nei confronti della
direzione del teatro stesso e dei critici,
che la sera della prima gli avevano rivolto
quello scettico e non lungimirante
apprezzamento. Ma forse avevano ragione. La
Vedova Allegra non è musica, è molto di più:
è una emozione, una esperienza sensitiva che
si stampa a lungo nella memoria di chi
l'ascolta. E' un capolavoro di genuina
ispirazione dove i protagonisti sono
coinvolti in un vorticoso e divertente
scambio di coppie, di promesse, di sospetti
e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è
naturale che sia in una operetta, al termine
si ricompone nel migliore dei modi con il
matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari
e l'aitante diplomatico Danilo.
Prevendite disponibili presso la sede della
Camerata Salentina, on line su BazingaTicket
e in tutti i punti vendita del circuito.
TRAMA
Il Barone Zeta, Ambasciatore del Pontevedro
a Parigi, riceve un ordine tassativo dal
proprio governo: la signora Anna Glavari,
giovane vedova del banchiere di corte, deve
a tutti i costi risposarsi con un
compatriota. Infatti se dovesse passare a
seconde nozze con uno straniero, il suo
capitale, valutato 100 milioni di dollari,
abbandonerebbe la Banca Nazionale
Pontevedrina e, per la “Cara Patria”,
sarebbe la rovina economica. Il Barone Zeta,
coadiuvato da Niegus (cancelliere un po’
pasticcione), tenta di convincere il Conte
Danilo Danilowich, segretario all’Ambasciata
di Parigi, a sposare la ricca vedova. Danilo
però non ne vuole sapere perché, fra lui ed
Anna c’è già stato del “tenero” prima che
lei sposasse il banchiere Glavari; ed ora
Danilo, ferito nell’orgoglio, non vuole
assolutamente ammettere di essere ancora
innamorato di Anna. Da parte sua la vedova,
pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e
fa di tutto per ingelosirlo. Durante una
festa che Anna organizza nella sua villa,
sia per vedere le reazioni di Danilo e sia
per salvare l’onore della moglie del barone
Zeta, ella dichiara a tutti gli invitati che
intende sposare un francese: il sig. Camillo
De Rossillon. Danilo furioso abbandona la
festa. Tutto sembra perduto, ma Niegus, più
per caso che per merito, riesce a sciogliere
l’equivoco e a far confessare ad Anna e
Danilo il loro amore reciproco.
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