Realizzato con
il sostegno di Mibact e Regione Toscana,
“Mille brividi d’amore” ripercorre il sogno
italiano dei Sessanta, attraverso la storia
di due sposi novelli, Tonino e Graziella,
travolti dal terremoto sociale e culturale
di quelli anni.
Due “borghesi”, interpretati rispettivamente
da Marco Natalucci e Rosanna Gentili, che
non approdano a una coscienza politica e
rimangono vittime delle illusioni di un
mondo che promette tutto (anche la luna), ma
consente solo a pochi di realizzare i loro
sogni.
I due sono circondati dalle figure di un
teatrino allucinato: i genitori di Graziella
che raccontano un torbido rapporto
all'interno della loro famiglia, i genitori
di Tonino che gli appaiono in forma di
incubo, due poco probabili presentatrici
gemelle, una mammina dolce e cara solo in
apparenza - simile alla pubblicità di un
noto miele che imperversava sul piccolo
schermo - una donna (poetessa?) che dà voce
alla protesta in forma di versi.
Su questa storia privata, dove le colpe dei
padri ricadono sui figli, incombe un
presagio di catastrofe prefigurata dalla
visione ricorrente delle vittime del Vajont
e dal loro canto di “morti per acqua”, primo
segnale di un “miracolo” incompiuto che si
avvia verso la stagione della strategia
della tensione e del terrorismo.
Insieme a Marco Natalucci e Rosanna Gentili,
sono in scena Giusi Merli, Gianfranco Quero,
Roberto Caccavo, Gaia Nanni, Gianna Deidda,
Rosaria Lo Russo, Angela Degennaro, Isabella
Giustina, Eleonora Venturi, Fausto Berti e
Matteo Zoppi. Collaborazioni alle scene
Claudio Pini, luci Marco Falai,
collaborazione tecnica Saverio Bartoli e
Gabriele Bonafoni.
“La cronaca di quegli anni abbiamo deciso di
metterla sullo sfondo – spiega il regista
Gianfranco Pedullà - rappresentandola, più
che con le parole, con le azioni, le
canzoni, gli stralci di slogan e poesie,
utilizzando la scrittura ‘di scena’ a fianco
e alla pari della traccia testuale.
In questo modo abbiamo scelto di lavorare in
forma di laboratorio, avvalendoci del
contributo ‘drammaturgico’ delle diverse
personalità artistiche che in questi mesi si
sono aggregate nel Teatro delle Arti di
Lastra a Signa fondendo molteplici linguaggi
scenici. Un work in progress collettivo di
cui presentiamo il primo studio, in attesa
di riproporlo a primavera nella sua forma
più compiuta”.
APERITIVO TEATRALE - Per chi lo desidera,
venerdì 9 dalle 20, c’è l’aperitivo
teatrale, in collaborazione con Caffè La
Posta (buffet e drink 6 euro, graditissima
la prenotazione, tel. 055 8720058 - 331
9002510).
NOTE DI REGIA - Gli avvenimenti degli anni
Sessanta sono già stati abbondantemente
raccontati in letteratura, nel cinema e
nello stesso teatro. Oggi ci è sembrato
impossibile - o almeno pletorico –
affrontare questo magma rivolgendoci di
nuovo alla cronaca di quel decennio. In
questo “studio” collettivo abbiamo quindi
cercato una sottotraccia dentro la
cronologia ormai nota, un senso che, più che
portare, “togliesse” di scena quel periodo
così denso e complesso. E la sottotraccia
che abbiamo scelto è quella del desiderio.
Negli anni del dopoguerra italiano si è
realizzato quello che Pasolini chiamava una
“mutazione antropologica”, con il passaggio
da un'etica della continenza a quella dei
consumi, dove i desideri si moltiplicano e
in cui l'imperativo diventa il godimento,
dove si inverte una situazione in cui la
società è portatrice di divieti e
l'inconscio di pulsioni sregolate, e se ne
instaura una nuova in cui è la società a
essere edonista e sregolata, mentre è
l'inconscio che regola. In quello che, non a
caso, è stato definito “boom”, è avvenuta
un'esplosione non solo delle possibilità
reali, ma soprattutto di un ordine simbolico
che ha subito un'espansione improvvisa di
modelli mediati dalla neonata televisione,
dalla pubblicità, dalle canzoni, dalle
utopie.
In questo primo studio, abbiamo cercato, di
dar vita alla con-fusione di nuovi simboli
(slogan pubblicitari e politici, canzoni che
cominciano a parlare di cose “intime”), in
cui sparisce l'Italia legata a tutt'altro
immaginario, un paese che – nell'analisi di
Gramsci – si era rispecchiato più nel
melodramma che nel romanzo storico;
un'Italia che rapidamente si consegna a una
narrazione dominata dalla società dei
consumi in cui – sempre stando a Pasolini –
si realizza la vera unificazione linguistica
e culturale del nostro Paese.
Gianfranco Pedullà
Orario spettacoli
Venerdì 9 dicembre – ore 21
Sabato 10 dicembre – ore 21
Domenica 11 dicembre – ore 17,30
Lunedì 12 dicembre – ore 21
Martedì 13 dicembre – ore 21
Mercoledì 14 dicembre – ore 21
Giovedì 15 dicembre – ore 21
Biglietti
Intero 15 euro, ridotto 13 euro (over 65,
under 26, soci Coop, soci BCC, soci
Biblioteca Comunale e Amici del Museo
Caruso), ridotto 10 (under 21)
Info, prevendite e prenotazioni
Teatro delle Arti - viale Matteotti 5/8,
Lastra a Signa (FI)
tel. 055 8720058 - 331 9002510
teatrodellearti.lastraasigna.fi@gmail.com -
promozione@tparte.it - www.tparte.it
Prevendite on line www.boxol.it e nei punti
vendita del circuito BoxOffice
Orari biglietteria teatro: martedì 10-13,
mercoledì e venerdì 17-20
La biglietteria è aperta inoltre tutte le
serate di spettacolo e di proiezione film |