L’esposizione
di opere provenienti dall’indotto antiquario
clandestino, recuperate in extremis grazie
all’attività di tutela esercitata dal Nucleo
Polizia Tributaria Roma della Guardia di
Finanza, in collaborazione con la
Soprintendenza Archeologia del Lazio e
dell’Etruria meridionale, e con la cura
scientifica della dott.ssa Giuseppina Ghini,
approda, con una selezione di opere del
corpus originario, al Palazzo Sforza
Cesarini dopo il tour negli Stati Uniti
d'America, svoltosi tra l’ottobre 2014 e il
maggio 2015, e l’esposizione presso il Museo
delle Navi romane di Nemi. Va sottolineato
come il tema della mostra “Symposium” si
innesti coerentemente in una vocazione
intrinseca del Palazzo e del suo contesto
territoriale. Dall’ottobre del 2015,
infatti, questo edificio è anche sede legale
e di rappresentanza dell’Associazione
Nazionale Città del Vino.
“La Collezione Hager-Sportelli”, grazie alla
sinergia con il Comune di Ariccia, il
Palazzo Chigi, e il suo conservatore, arch.
Petrucci, e con la cura scientifica del
dott. Adriano Amendola, giunge, a riprova
del lustro goduto dalle precedenti
iniziative espositive, quale importante
traguardo per Genzano e i suoi abitanti,
eleggendo la nostra città a punto di
riferimento culturale, grazie a una vivace
programmazione in grado di articolare
iniziative di valorizzazione dei beni in
essa custoditi. I collezionisti Hellmut
Hager e Maria Antonietta Sportelli hanno
dedicato la loro esistenza all’arte e alla
bellezza e la raccolta donata al Comune di
Genzano è l’ultimo atto di un lungo impegno
verso la conoscenza storico-artistica a
livello internazionale.
Per la tutela di tale patrimonio artistico,
il Comune ha messo a disposizione, quale
sede espositiva permanente, il Palazzo
Sforza Cesarini, definito dalla stessa
vedova Hager “sede espositiva ottimale per
raccogliere i frutti degli studi e degli
interessi intellettuali di una vita”.
L’Amministrazione comunale di Genzano,
quindi, ritiene questo evento nel suo
insieme, un ulteriore tassello che legherà
il monumento, e la sua vitalità ritrovata,
al contesto di cui è il più aulico
rappresentante, facilitando un percorso di
riappropriazione culturale e simbolica per i
cittadini di Genzano e dei Castelli Romani.
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