SCHEDE ARTISTI
ACCADEMIA BBAA Catania
L’installazione di Salvo, Federico e Salvo
Alibrio descrive le condizioni di
emarginazione in cui versano gli immigrati e
della loro umana necessità di essere
strappati da quella invisibilità che tanta
indifferenza provoca. Simboli della
mercificazione e dell’indifferenza sono la
cassa e la scultura, mentre l’acqua che
bagna i volti dei soggetti fotografati
allude al mare che porta con sé pericolo e
incertezza ma è anche sinonimo di rinascita.
Il vuoto è la premessa estetica ed etica da
cui parte la riflessione di Car.Ta. La
saturazione visiva che subiamo porta a
ricostruire il vuoto come punto di partenza,
come possibilità di esistenza, come spazio
della riflessione. Il nostro panorama di
intrattenimento audiovisivo è già abbastanza
monopolizzato da realtà che intendono
monetizzare sulla nostra "dieta" visiva e
culturale, innescando un meccanismo di
standardizzazione e livellamento verso il
basso.
Il lavoro di Egidio Liggera mette in risalto
la condizione dell'essere umano e la natura
dei rapporti relazionali nella società del
consumo. La “confezione esteriore” diviene
prioritaria nelle relazioni interpersonali e
risolutiva nelle dinamiche di accettazione
sociale. Tuttavia è da intendersi, anche,
come meccanismo sovrastrutturale di tipo
sistemico, strettamente connesso al concetto
di libertà, condizionata già dalla nascita.
Filippa Santangelo intende ritrarre e
fermare la sua interiorità. Rincorrendo la
solitudine e la decadenza delle stanze
dell'animo, si muove in continua, nervosa e
necessaria evoluzione verso luoghi e forme
che, da romantici, diventano spersonalizzati
e asettici, da riconoscibili, si dissolvono
in nebbiosità cromatiche, per poi, infine,
sbilanciati, crollare sull'osservatore,
foriere di un'affermazione non altrimenti
esprimibile.
Il territorio, come luogo di un vissuto,
costituisce l’indagine visiva di Federico
Severino dove il colore si manifesta
attraverso campiture pastose e granulose che
restituiscono all’immagine un aspetto non
definito, restituendo superfici vibranti e
leggere. Tra il pittorico e lo scultoreo la
qualità tattile che ne scaturisce trasmuta
la superficie in frammento di pelle
pittorica offrendo uno spazio dentro al
quale potersi relazionare intimamente.
ACCADEMIA BBAA Palermo
Campostabile è un duo che si muove tra
pittura, grafica, installazione, lavorando
in una dimensione in cui gli elementi della
realtà si incontrano e si contaminano, nelle
loro diverse sostanze (oggettuale, virtuale,
etc.) e funzioni, permettendo la nascita di
nuove entità formali, nuovi paesaggi
cromatici, in cui coesistono, o addirittura
si fondono, manualità, artigianalità,
calcolo, geometria, ordinarietà, tecnica,
equilibrio.
Francesco Cuttitta opera sia con la pittura
che con la fotografia. A prima vista i suoi
interni di ambienti domestici esibiscono una
lenticolare restituzione dei dati di realtà,
una ossessiva e minuziosa ricerca del
dettaglio. Guardando meglio, si capisce che
il mondo affollato e colorato cui dà vita,
pur aderendo di fatto alla realtà, è
portatore di una visione altamente
soggettiva, filtrata, è un mondo che si
fonda su una autonoma vita interna, si regge
su un’architettura stringente di rapporti
segreti e necessari tra tutti gli elementi
del discorso.
Genuardi/Ruta indagano i fattori costitutivi
dello spazio attraverso la pittura,
ridefiniscono, ridisegnano l’architettura
attraverso l’introduzione di tensioni di
natura e temperatura pittorica, esprimono
istanze proiettive che traducono l’incontro
della luce con i volumi del costruito,
mantenendo sempre al limite l’equilibrio tra
la geometria effettiva che struttura la
realtà e la geometria visionaria che di
quella stessa realtà legge le possibili e
infinite estensioni.
Gianfranco Maranto cerca costantemente un
modo per appropriarsi del tempo e dello
spazio. L’uso del disegno, della pittura,
sempre minimali e con una ritmica
istintivamente basata su moti geometrici,
oppure la stratificazione di plastiche e
altri materiali che catturano e riflettono
la luce, tutto nel suo lavoro tende
all’incontro tra una dimensione conoscitiva
e una spinta astrattiva, componenti entrambe
essenziali all’interno della sua ricerca di
una collocazione umana nel mondo.
Davide Mineo lavora ad una idea di pittura
che accorpa in sé attitudini differenti,
dalla concentrazione sui rapporti cromatici
all’esplorazione della proprietà tattile dei
materiali, dalla riflessione sul valore
segnico del gesto che cuce, che assembra,
alla ricerca di una tridimensionalità che è
occupazione fisica dello spazio, traduzione
corporea di un’idea. |