Appuntamento
doppio mercoledì 21 settembre ad Avamposti
CalenzanoTeatroFestival.
Al Teatro Manzoni di Calenzano (ore 21,30 –
biglietti 13/10/5 euro) Sciara Progetti
presenta “Malanova”, testo originale di Ture
Magro e Flavia Gallo sul tema della violenza
alle donne.
Sempre mercoledì, nella vicina ex-scuola
Mascagni (ore 21 – biglietto 10 euro - posti
limitati, prenotazione obbligatoria) Antonio
Fazzini propone un’intima riproposizione del
racconto di Assia Djebar “La donna fatta a
pezzi”, con la regia di Filippo Renda: lo
spettacolo, prodotto dal Teatro delle Donne
e presentato in prima nazionale, andrà in
scena ogni sera fino a domenica 25
settembre, al termine delle recite è
previsto un buffet arabo con musiche in tema
(compreso nel prezzo del biglietto).
MALANOVA – Giornali, talk show televisivi,
siti, radio, tutti ne parlano. Le hanno dato
un nome di fantasia: Rosa, Maddalena. Hanno
raccontato la violenza subita, l’omertà
degli stessi genitori, forse di un paese
intero. Hanno parlato del branco mostruoso,
ci hanno mostrato le loro facce e descritto
la vita che si conduce a Melito Porto Salvo
(Reggio Calabria).
La storia di Rosa e di Maddalena è anche la
storia dell’evento teatrale “Malanova”: la
storia vera di Anna Maria, una vicenda
dolorosa che abbiamo cercato, come
nell’essenza stessa del teatro e nella sua
forma originale, di far convergere in un
vissuto collettivo da condividere.
Perché la storia della violenza di gruppo,
perpetrata per anni, che abbiamo letto sui
giornali in questi giorni, quella storia la
conosciamo già: è il 1999 e la tredicenne
Anna Maria subisce, e subirà per anni, una
violenza di gruppo. In tanti sanno ma
nessuno fa niente. Anna Maria è additata dal
paese, lei è la “malanova”, colei che porta
sventure.
Oggi quella stessa storia si è ripetuta. La
stessa.
E non è una “faccenda di donne” ma di tutti.
Nel monologo teatrale il punto di vista è
quello maschile: di Salvatore che, pur
essendo innamorato di Anna Maria, non trovò
il coraggio e la forza di dichiararle il suo
amore permettendo, forse, di cambiare la sua
storia.
In scena Ture Magro, dà voce e corpo ai vari
protagonisti: perché di una vicenda di
un’intera comunità si tratta, una vicenda
che potrebbe presentarsi ad ogni latitudine
in Italia.
“Malanova” è stato e continuerà ad essere
proposto alle classi studentesche, un
viaggio che ha già percorso migliaia di
chilometri, di teatro in teatro, di scuola
in scuola.
Il percorso farà quindi una tappa
significativa il prossimo giugno, questa
volta allargando la condivisione e la
riflessione con il progetto “Erasmus plus
S.H.O.W (Support and Help for Oppressed
Women) Respect!, condotto dalla compagnia
Sciara Progetti Teatro, che vedrà 30 giovani
professionisti, di paesi europei ed extra
europei, confrontarsi sul tema della
violenza contro le donne.
Con il nostro lavoro vorremmo abbracciare
tutte le Rose, le Maddalene, le Anna Maria.
"Malanova", interpretato dall'attore e
regista Ture Magro è tratto dall'omonimo
libro, edito da Sperling & Kupfer Editori
Spa, scritto da Cristina Zagaria,
giornalista del quotidiano “La Repubblica” e
Anna Maria Scarfò, testimone di giustizia,
protagonista della storia.
La drammaturgia che ne è nata è opera dello
stesso Ture Magro e di Flavia Gallo.
E’ una coproduzione tra Sciara Progetti
Teatro e Teatro Verdi di Fiorenzuola D'Arda
(Piacenza), Scene e luci di Lucio Diana.
La compagnia Sciara Progetti Teatro, fondata
nel 2008 da Ture Magro e da Emilia Mangano,
da diversi anni si occupa di produzioni
teatrali e progetti formativi, ponendo
un’attenzione particolare al teatro
d’impegno civile.
LA DONNA FATTA A PEZZI - Il racconto “La
donna fatta a pezzi fa” parte della raccolta
“Nel cuore della notte Algerina” di Assia
Djebar, pubblicata in Italia nel 1998. La
narrazione prende spunto dalla omonima
novella delle “Mille e una notte” in cui
Shahrazad, la mitica sultana, racconta la
storia di una giovane donna senza nome che
sarà uccisa dal marito ebbro di una gelosia
innescata da un equivoco. Ma, nel più
perfetto stile del fondamentale testo della
letteratura araba, l’oggetto della
narrazione diviene a sua volta voce
narrante, in un susseguirsi di scatole
cinesi, un dipanarsi articolato e avvincente
di racconto nel racconto.
La storia inizia nella Baghdad del califfo
Harun al-Rashid, città di spezie, di
profumi, di raffinati e torbidi piaceri.
Nella prima parte del racconto è il
desiderio che sembra dominare: il desiderio
della giovane sposa di mele dolci, succose,
croccanti; il desiderio del marito che, con
il dono dei prelibati frutti, otterrà
l’amore della bella moglie; il desiderio di
rivalsa del califfo nei confronti del suo
favorito, Jafar il bello.
E via, in un susseguirsi travolgente di
storie, fino all’Algeria del 1994.
Un’Algeria devastata dalla guerra civile,
cantata da Assia Djebar nell’infinito
lamento di Bianco d’Algeria (pubblicato in
Italia nel 1998).
Qui la giovane insegnante Atika verrà
uccisa. Giustiziata, secondo i suoi
assassini. La colpa? Avere insegnato in
francese, lingua del colonialismo, “storie
oscene”, ovvero le “Mille e una notte”. La
vicenda di Atika trae spunto da una storia
realmente accaduta ad Algeri, durante la
guerra civile. Assia Djebar, attraverso la
sua narrazione superba, travolgente,
poetica, ci porta per mano dalla Baghdad del
mito, pervasa di erotismo e di profumi, a un
Algeria dei giorni nostri dove, non solo
l’ignoranza non riconosce il valore del
testo per eccellenza emblematico del mondo
islamico, le Mille e una notte, ma
addirittura tradisce “un hadith, una
raccomandazione del Profeta, che recita:
«Cerca il sapere, foss’anche in Cina!».”
Poco più di venti anni sono passati dalla
scrittura del racconto La donna fatta a
pezzi. Ma l’attualità profetica del pensiero
di Assia Djebar, la sua ricchezza, ci
fornisce ancora oggi spunti per riflettere,
per cercare di capire, per non arrenderci
all’ignoranza che è madre di ogni
intolleranza, di ogni violenza e matrigna
della tolleranza e della civiltà.
In collaborazione con la casa editrice
Giunti, con il patrocinio dell’Istituto
Francese di Firenze.
INCONTRO ALLA BIBLIOTECA CIVICA – A “La
donna fatta a pezzi fa” è dedicato
l’incontro in programma mercoledì 21
settembre alle 18,30 presso la Biblioteca
Civica di Calenzano (via della Conoscenza 11
– ingresso libero). Con Antonio Fazzini
(attore), Filippo Renda (regista), Franco
Cardini (storico, saggista e blogger),
Isabelle Mallez (direttrice Istituto
Francese) e Roberta Mazzanti (casa editrice
Giunti).
AVAMPOSTI FESTIVAL, PROSSIMI APPUNTAMENTI –
Realizzato con il sostegno del Comune di
Calenzano, della Regione Toscana, del
Ministero dei Beni e delle Attività
Culturali e del Turismo, dell’Ente Cassa di
Risparmio di Firenze e di Unicoop Firenze,
Avamposti CalenzanoTeatroFestival continua
fino a sabato 8 ottobre al Teatro Manzoni e
in altri spazi di Calenzano (Firenze). Il
filo conduttore di questa edizione 2016 è il
teatro d’impegno civile.
Venerdì 23 settembre Gloria Gulino porta sul
palco del Teatro Manzoni il monologo
“Promemoria” mentre sabato 24 e domenica 25
Elena Arvigo presenta “I monologhi
dell’atomica”, con testi da “Preghiera per
Cernobyl” di Svetlana Aleksievich e
“Nagasaki” di Kyoko Hayashi.
Giovedì 29 settembre è in programma “La
Tancia” di Michelangelo Buonarroti il
Giovane, prodotto in collaborazione con
Accademia della Crusca per la regia di
Gherardo Vitali Rosati.
Avamposti si conclude a ottobre con due
appuntamenti: sabato 1 il reportage teatrale
di e con Livia Grossi “Nonostante voi.
storie di donne coraggio”.
Nel decimo anniversario dell’omicidio della
giornalista russa Anna Politkovskaja,
venerdì 7 ottobre, Avamposti propone il
monologo “Donna non rieducabile" scritto da
Stefano Massini. Il testo torna nello
spettacolo diretto e interpretato da Elena
Arvigo, in collaborazione con Teodoro Bonci
Del Bene.
Avamposti è anche il festival che porta il
teatro fuori dal teatro: da mercoledì 21 a
domenica 25 settembre, alla ex-scuola
Mascagni di Calenzano, Antonio Fazzini in
un’intima riproposizione del racconto “La
donna fatta a pezzi” di Assia Djebar.
Luciana Maniaci e Francesco D’Amore sono i
protagonisti dello spettacolo itinerante
“Angeli e no”, giovedì 22 settembre alla
Biblioteca Civica. E non manca la
cena/spettacolo “L’ingrediente perduto”,
venerdì 30 al ristorante La Giara con ospite
la chef Stefania Barzini.
In programma inoltre incontri, film,
presentazioni dei corsi del Teatro delle
Donne, mentre ogni sera la terrazza del
Teatro Manzoni si trasforma in libreria dei
lettori con buffet e aperitivi. Programma
completo www.teatrodelledonne.com.
Scarica la cartella stampa di tutta la
rassegna
https://bit.ly/2cwvzgb
Biglietti e prevendite
Teatro Manzoni: intero 13 euro; ridotto 10
euro (over 60, under 25, Coop, Arci, ATC)
ridotti 5 euro (iscritti ai corsi di
formazione)
Ex-scuola Mascagni: 10 euro compreso buffet,
posti limitati, prenotazione obbligatoria
Prevendite: circuito www.boxofficetoscana.it
e online www.boxol.it
Biglietteria del teatro dalle ore 18
Info e prenotazioni
Teatro Manzoni - via Mascagni 18 - Calenzano
(FI)
teatro.donne@libero.it -
www.teatrodelledonne.com
Tel 055 8877213 / teatro.donne@libero.it
IL TEATRO DELLE DONNE – Centro Nazionale di
Drammaturgia
Sede operativa: TEATRO MANZONI
via Mascagni, 18 – 50041 Calenzano (FI)
055.8877213 - 055.8876581
teatro.donne@libero.it -
www.teatrodelledonne.com |