PROGRAMMA
• Alle ore 18,30, presso la Rocca di
Brisighella, Inaugurazione del Museo "
L'Uomo e il Gesso"
Il tema della storia dell’Uomo sulla Vena
del Gesso è parte integrante del nostro
Parco. Il territorio è stato regolarmente
frequentato dall’Uomo: a partire dall’età
del Rame, con l’utilizzo a fini cultuali e
sepolcrali delle grotte, durante
l’estrazione del lapis specularis (età
Romana Imperiale), durante l’incastellamento
(Medioevo) sulle creste gessose e, da
ultimo, durante lo sviluppo dell’attività
estrattiva in età Moderna e Contemporanea.
La Rocca di Brisighella, costruita agli
inizi del XIV, dominante sul centro storico
di Brisighella e in posizione panoramica
rispetto alla Vena del Gesso e alla vallata
del Lamone, appare come la sede ideale per
un museo dedicato al rapporto tra l’Uomo e
il Gesso.
E' un percorso che attraversa la lunga
storia del rapporto dell'uomo con questo
territorio e con il minerale che lo
caratterizza. Sulla destra, la scala di
accesso alla più piccola e antica Torre
Manfrediana è una passeggiata nella storia
che parte dalla frequentazione in età
protostorica delle grotte della Vena del
Gesso, attraversa l'età Romana ed arriva al
Medioevo e al Rinascimento. La sala alta
della torre Manfrediana espone i reperti
archeologici ritrovati nella Vena del Gesso
e risalenti a queste tre diverse fasi di
frequentazione.
L'esposizione, allestita all’interno di
vetrine sotto la direzione scientifica della
Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia Romagna e del Dipartimento di
Archeologia dell’Università di Bologna,
consiste in una selezione di reperti che
rappresentano alcuni tra i contesti più
rappresentativi indagati all’interno della
Vena del Gesso.
I reperti in mostra provengono: dalla Grotta
dei Banditi per l’epoca pre/protostorica;
dalla casa romana del Carnè e dalla cava
della Lucerna, prima cava di lapis
specularis identificata in Italia, per l’età
romana; dal sito archeologico del castello
di Rontana per l’età medievale.
Inoltre un video, proposto nella sala
allestita, mostra, tramite una interessante
ricostruzione cinematografica, in che cosa
consisteva l'estrazione del Lapis Specularis,
aiutata dalla fioca luce della lucerna.
Alla sezione specificamente dedicata al
rapporto tra l’Uomo e il Gesso, nella Torre
Veneziana, è stata affiancata una seconda
sezione didattica legata al Medioevo e al
Rinascimento. Pannelli didattici dedicati
alla storia della Rocca e alla funzione dei
singoli ambienti, ci introdurranno nel
torrione più grande, dove sono state
allestite con riproduzioni - cucina e stanza
da notte .Il visitatore potrà poi seguire un
percorso narrativo lasciandosi trasportare
anche dalle Pietre Parlanti, in attuale fase
di rivisitazione e riallestimento. Un
percorso multimediale interattivo dove il
visitatore è accolto da musica e voci
narranti che parleranno della Storia del
luogo grazie ad sensori di presenza che ne
rilevano il movimento ed attivano così le
“Pietre Parlanti”, punti informativi “non
convenzionali” inseriti nelle murature.
Questo progetto è stato possibile grazie
alla collaborazione con la Soprintendenza
Archeologia Emilia-Romagna, il Comune di
Brisighellla, GAL Altra Romagna, il Parco
Regionale della Vena del Gesso Romagnola,
l’Università degli Studi di Bologna, la
Federazione Speleologica Regionale
dell’Emilia Romagna, il Speleo GAM Mezzano,
Il Gruppo Speleologico Bolognese - Unione
Speleologica Bolognese, l’Associazione “I
Difensori della Rocca” e Pro Loco di
Brisighella.
• In questa occasione verrà presentata anche
l’edizione 2016 della rievocazione storica “
Il passato rivive: il medioevo alla Rocca”
che si terrà nelle giornate del 2.3.4.5.
Giugno p.v.
• A seguire, alle ore 20,30 - presso Sala
Polivalente della Biblioteca, in V.le
Pascoli, 1 a Brisighella, Incontro Pubblico:
"Le cave di lapis specularis nella Vena del
Gesso Romagnola"
“Lapis duritia marmoris, candidus atque
translucens.” Così Plinio il Vecchio
descrive nella sua Storia Naturale il lapis
specularis: una pietra “con la durezza del
marmo, candida e trasparente”, in realtà un
gesso secondario, facilmente lavorabile a
lastre piane.I romani ne facevano ampio uso
come valida e più economica alternativa al
vetro. Un importante distretto minerario si
trovava anche “in Bononiensis Italiae parte
breves”, poco lontano da Bologna.
Nell’ultimo decennio sono state individuate
vicino a Brisighella diverse cave in cui si
è praticata in età romana l’estrazione del
gesso speculare: quelle nella Vena del Gesso
Romagnola sono le prime mai scoperte in
Italia. I siti scoperti, i reperti
recuperati, le modalità di scavo, i luoghi
di destinazione e di uso del materiale, sono
oggetto di studi approfonditi e sono il
risultato di una proficua collaborazione tra
Soprintendenza Archeologica Emilia-Romagna,
Università di Modena-Reggio Emilia, Parco
Regionale della Vena del Gesso Romagnola e
Federazione Speleologica Regionale
dell’Emilia-Romagna. I risultati sono stati
presentati in due convegni internazionali.
Il primo svolto a Faenza nel 2013 e il
secondo a Cuenca in Spagna nel 2015,
entrambi in collaborazione con la
“Asociación “Lapis Specularis” - Madrid”.
Intervengono:
Chiara Guarnieri
Il lapis specularis: le ultime scoperte
Piero Lucci
Il sito web sul lapis specularis
Maria Luisa Garberi, Giovanni Belvederi
Ricostruzione tridimensionale della cava di
lapis specularis presso Cà Torresina
Massimiliano Costa |