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Inaugurazione museo: l'Uomo e il Gesso - Brisighella (RA) (27 Maggio 2016)

 
 

Museo “l'Uomo e il Gesso” e sito www.lapisspecularis.it
Un percorso che attraversa la lunga storia del rapporto dell'uomo con questo territorio e con il minerale che lo caratterizza. L' allestimento ha il suo culmine nella sala alta della torre Manfrediana con i reperti archeologici ritrovati nella Vena del Gesso e ritrovati in tre luoghi ben connotati da tre diverse fasi storiche: i reperti della Grotta dei Banditi per l’epoca pre/protostorica; della casa romana del Carnè e della cava della Lucerna, prima cava di lapis specularis identificata in Italia, per l’età romana; del sito archeologico del castello di Rontana per l’età medievale. L'esposizione, allestita all’interno di vetrine, è stata curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna.
Alla sezione specificamente dedicata al rapporto tra l’Uomo e il Gesso, nella Torre Veneziana, è stata affiancata una seconda sezione didattica dedicata alla storia e alla vita del nostro territorio nel Medioevo e nel Rinascimento.
Inaugurazione Venerdì 27 maggio a Brisighella dalle 18.30 presso la Rocca

 

   

PROGRAMMA
• Alle ore 18,30, presso la Rocca di Brisighella, Inaugurazione del Museo " L'Uomo e il Gesso"
Il tema della storia dell’Uomo sulla Vena del Gesso è parte integrante del nostro Parco. Il territorio è stato regolarmente frequentato dall’Uomo: a partire dall’età del Rame, con l’utilizzo a fini cultuali e sepolcrali delle grotte, durante l’estrazione del lapis specularis (età Romana Imperiale), durante l’incastellamento (Medioevo) sulle creste gessose e, da ultimo, durante lo sviluppo dell’attività estrattiva in età Moderna e Contemporanea.
La Rocca di Brisighella, costruita agli inizi del XIV, dominante sul centro storico di Brisighella e in posizione panoramica rispetto alla Vena del Gesso e alla vallata del Lamone, appare come la sede ideale per un museo dedicato al rapporto tra l’Uomo e il Gesso.
E' un percorso che attraversa la lunga storia del rapporto dell'uomo con questo territorio e con il minerale che lo caratterizza. Sulla destra, la scala di accesso alla più piccola e antica Torre Manfrediana è una passeggiata nella storia che parte dalla frequentazione in età protostorica delle grotte della Vena del Gesso, attraversa l'età Romana ed arriva al Medioevo e al Rinascimento. La sala alta della torre Manfrediana espone i reperti archeologici ritrovati nella Vena del Gesso e risalenti a queste tre diverse fasi di frequentazione.
L'esposizione, allestita all’interno di vetrine sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna, consiste in una selezione di reperti che rappresentano alcuni tra i contesti più rappresentativi indagati all’interno della Vena del Gesso.
I reperti in mostra provengono: dalla Grotta dei Banditi per l’epoca pre/protostorica; dalla casa romana del Carnè e dalla cava della Lucerna, prima cava di lapis specularis identificata in Italia, per l’età romana; dal sito archeologico del castello di Rontana per l’età medievale.
Inoltre un video, proposto nella sala allestita, mostra, tramite una interessante ricostruzione cinematografica, in che cosa consisteva l'estrazione del Lapis Specularis, aiutata dalla fioca luce della lucerna.
Alla sezione specificamente dedicata al rapporto tra l’Uomo e il Gesso, nella Torre Veneziana, è stata affiancata una seconda sezione didattica legata al Medioevo e al Rinascimento. Pannelli didattici dedicati alla storia della Rocca e alla funzione dei singoli ambienti, ci introdurranno nel torrione più grande, dove sono state allestite con riproduzioni - cucina e stanza da notte .Il visitatore potrà poi seguire un percorso narrativo lasciandosi trasportare anche dalle Pietre Parlanti, in attuale fase di rivisitazione e riallestimento. Un percorso multimediale interattivo dove il visitatore è accolto da musica e voci narranti che parleranno della Storia del luogo grazie ad sensori di presenza che ne rilevano il movimento ed attivano così le “Pietre Parlanti”, punti informativi “non convenzionali” inseriti nelle murature.
Questo progetto è stato possibile grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Emilia-Romagna, il Comune di Brisighellla, GAL Altra Romagna, il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, l’Università degli Studi di Bologna, la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia Romagna, il Speleo GAM Mezzano, Il Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese, l’Associazione “I Difensori della Rocca” e Pro Loco di Brisighella.

• In questa occasione verrà presentata anche l’edizione 2016 della rievocazione storica “ Il passato rivive: il medioevo alla Rocca” che si terrà nelle giornate del 2.3.4.5. Giugno p.v.

• A seguire, alle ore 20,30 - presso Sala Polivalente della Biblioteca, in V.le Pascoli, 1 a Brisighella, Incontro Pubblico: "Le cave di lapis specularis nella Vena del Gesso Romagnola"
“Lapis duritia marmoris, candidus atque translucens.” Così Plinio il Vecchio descrive nella sua Storia Naturale il lapis specularis: una pietra “con la durezza del marmo, candida e trasparente”, in realtà un gesso secondario, facilmente lavorabile a lastre piane.I romani ne facevano ampio uso come valida e più economica alternativa al vetro. Un importante distretto minerario si trovava anche “in Bononiensis Italiae parte breves”, poco lontano da Bologna. Nell’ultimo decennio sono state individuate vicino a Brisighella diverse cave in cui si è praticata in età romana l’estrazione del gesso speculare: quelle nella Vena del Gesso Romagnola sono le prime mai scoperte in Italia. I siti scoperti, i reperti recuperati, le modalità di scavo, i luoghi di destinazione e di uso del materiale, sono oggetto di studi approfonditi e sono il risultato di una proficua collaborazione tra Soprintendenza Archeologica Emilia-Romagna, Università di Modena-Reggio Emilia, Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola e Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna. I risultati sono stati presentati in due convegni internazionali. Il primo svolto a Faenza nel 2013 e il secondo a Cuenca in Spagna nel 2015, entrambi in collaborazione con la “Asociación “Lapis Specularis” - Madrid”.
Intervengono:
Chiara Guarnieri
Il lapis specularis: le ultime scoperte
Piero Lucci
Il sito web sul lapis specularis
Maria Luisa Garberi, Giovanni Belvederi
Ricostruzione tridimensionale della cava di lapis specularis presso Cà Torresina
Massimiliano Costa

 

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