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Mostra Cinzia Pellin - Bologna
(12/24 Novembre 2016) |
Galleria
d’Arte Contemporanea Wikiarte
in Via San Felice 18 - Bologna
mostra antologica di:
CINZIA PELLIN
La mano maestra
Che cos'è la realtà? La realtà ha del tutto
a che fare con noi. Noi non possiamo mai
uscire dal nostro proprio modo di percepire
la totalità dei diversi mondi in cui
viviamo. E ce ne sono tanti: c’è la verità
superficiale, e c’è la verità profonda; c’è
il mondo macroscopico che vediamo, c'è il
mondo microscopico cellulare che non
vediamo, c’è il mondo di noi stessi, c’è il
mondo dei nostri atomi, il mondo dei nostri
nuclei ecc. ecc.. Ma sono tutti
complementari e sono tutti complementi della
costruzione percettiva che la nostra mente
ci rende come realtà. È sorprendente
scoprire, neurologia docet, che anche il più
semplice tipo di percezione è distorta dalla
nostra mente. E se l'attenzione personale è
il modo in cui la nostra mente entra in
contatto con le cose nell’ambiente, ci si
rende conto della grande democrazia che la
nostra esistenza ci dona nel conoscere il
mondo. Esattamente questa è la liberta che
coglie Cinzia Pellin e la subordina a una
padronanza tecnica dell'esecuzione che
permette, sì, un avvicinamento a quello che
noi crediamo sia il vero aspetto del mondo,
per poi "filtrarlo" con una lente
deformante. Questo perché l'artista non è
interessata a un'indagine scrupolosa e
veristica del dato fisico, a una mimesi
della realtà, bensì all'introduzione di un
sconvolgimento innaturale del "solito modo"
di vedere le cose. Sentiamo, dunque, la
forte nota critica che emanano i lavori di
Pellin: oggi il modo più consueto di
conoscere le cose è, in effetti, tramite lo
schermo deformante di un trasmettitore. La
realtà ripresa e ritrasmessa è reale? La
risposta si legge chiara nei ritratti
pelliniani. Scatti istantanei e disinvolti,
primi piani intimisti, frammentarietà
dell'immagine riducono progressivamente la
distanza tra pittura e fotografia. Ma
l'artista segue la sua strada e oltrepassa
anche questa somiglianza. Ecco che spiccano
le labbra rosse, quasi zoomorfe, e gli occhi
vitrei da statue romane delle pagane
divinità femminili (dive lat.) che sfidano
lo spazio bidimensionale della tela con
sguardi audaci e decisi. La maestria
esecutiva le dona tale perfezione formale da
renderle irreali, divine. Capiamo, dunque,
che non tanto di realismo o iperrealismo si
tratta, quanto di una accurata ricerca
figurativa sulla nostra attenzione
percettiva. La grande selezione che
effettuiamo continuamente e inconsciamente
nel conoscere questo mondo e dargli un corpo
fisico è ciò che, effettivamente interessa
Pellin. |
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L'artista
rinuncia quasi completamente al colore,
rendendo la maggior parte della
raffigurazione in bianco e nero, accentuando
solo due o tre punti con una contrastante
carica cromatica. Ebbene, questo è
esattamente il processo che avviene nella
nostra mente quando osserviamo una scena o
un oggetto e la nostra attenzione seleziona
dei punti forti che saranno il riferimento
per un successivo riconoscimento del già
visto. Pellin abbandona quasi sempre la
simmetria nell'impostazione rappresentativa,
captando attimi sfuggenti, ritagli di corpi
o azioni. Analogamente il nostro cervello
rifiuta gli equivalenti, in quanto non
sollecitanti, e si concentra sugli squilibri
e i frammenti, stimolato a ricomporre la
loro integrità.
La creativa evita la pastosità materica,
prediletta nell'arte contemporanea,
lavorando con il tratto preciso e delicato
del disegnatore che rende la narrazione
chiara in ogni momento. Così i nostri
neuroni "traducono" prima i tratti semplici
e netti, quale informazione basilare nella
lettura delle forme complesse. Un indagine,
dunque, inconsapevolmente scientifica, dove
Cinzia Pellin annuncia, senza esserne
conscia, una verità quanto fisiologica tanto
filosofica:
" La mente non ha bisogno, come un vaso, di
essere riempita, ma piuttosto, come legna,
di una scintilla che l'accenda e vi infonda
l'impulso della ricerca e un amore ardente
per la verità"
(Plutarco di Cheronea, l'arte di ascoltare,
47F-48C)
Denitza Nedkova
Curatrice mostra:
Deborah Petroni
Catalogo mostra:
AEM Srls
Sponsorizzata e pubblicizzata da:
www.ilpensieroartistico.eu
www.paolobalsamo.it
Durata mostra:
dal 12 novembre al 24 novembre 2016
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Info e contatti:
Mail:
info@wikiarte.com
Sito:
www.wikiarte.com |
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