Questo tipo di
opere sono diventate la sua vocazione, il
suo marchio di fabbrica. Nel suo coerente
evolversi espressivo, fra pittura e
fotografia, l’opera di Marco Biscardi
incontra nell’attualità esiti più maturi e
convincenti. Sebbene vi aleggino ancora echi
della cultura pop americana, ad emergere,
nella stagione creativa più recente di
quest’autore originale e ispirato, è,
piuttosto, una riflessione disincantata
sulla realtà e, più in generale, su ciò che
oggi contraddistingue – in bene e in male –
la nostra sempre più incerta e precaria
esistenza. Fra ironia sapientemente meditata
e non taciuta disillusione, i lavori di
Biscardi esprimono temi – ora emblematici,
ora trasfigurati – nei quali è dato di
percepire profondità di riflessioni, estese
non soltanto agli ambiti etici ed estetici.
Sono, infatti, composizioni, le sue – in
special modo quelle che offrono una
suggestiva fusione fra pittura e fotografia
-, in grado di dar conto di un comune
sentire condiviso dagli uomini e dalle donne
più sensibili a varie latitudini. Per
questo, pensando al futuro che attende
questo talentuoso artista emergente, è
facile prevedere – continuando egli a
mantenere, nelle cose dell’arte, il medesimo
impegno – scenari luminosi e, nondimeno,
avvincenti. Giovanni Faccenda
RUBENS FOGACCI
Quel qualcosa che «è», «è stato» o «è sul
punto di essere»
«Se chiudo gli occhi, vedo meglio
e dipingo il mondo come lo vorrei.»
Keith Haring
Stabilita la necessaria distanza rispetto ad
alcune datate posizioni critiche,
caratterizzate da letture alquanto
superficiali del complesso dell'opera di
Rubens Fogacci, pare giusto rimarcare, nella
ricerca espressiva del medesimo, piuttosto
l'attitudine a rivisitare, in chiave del
tutto personale, taluni riferimenti
iconografici appartenenti ad ambiti
espressivi dilatati nel tempo e talvolta
perfino eterogenei dal punto di vista
squisitamente concettuale. Lungi tutto
questo, dunque, dall'aura fiabesca o,
peggio, dalla supposta parvenza fumettistica
(indicata, questa, in un rapporto
evidentemente distorto rispetto alla Pop Art
americana), con le quali, in passato, si è
sbrigativamente - di fatto - circoscritto
orizzonti espressivi al contrario più
originali e fecondi, abitati da visioni
immaginifiche tenute dall’artista a pretesto
per tradurre visivamente una realtà sospesa
fra qualcosa che «è», «è stato» o «è sul
punto di essere». Al solito, Fogacci
ambienta, dipinge e infine caratterizza, con
riflessi ora memoriali ora fantastici, un
proprio, suggestivo teatro virtuale, nel
quale possono legittimamente convivere i
fantasmi tardo ottocenteschi di Munch
accanto ai personaggi mitizzati di
Lichtenstein. Non sarebbe dispiaciuto a
Calvino un pittore così limpidamente
orientato verso l'inconscia percezione -
diresti persino una qualche, remota e
giustificata probabilità - di accadimenti
arcani quanto invisibiliConti e si affermi,
allora, soprattutto questo: l'inclinazione
narrativa di Fogacci, che risalta dentro e
oltre quel suo universo immaginario, nel
quale il colore si spande come il tono di
una voce seducente che echeggia nell’aria.
Una voce che racconta, intriga, affascina.
Una voce che ha, fra gli altri, il merito di
esprimere un senso di stupore e di rimanere,
sempre, profondamente autentica.
Giovanni Faccenda, Venezia, settembre 2015
Presentazione critica a cura di:
Prof. Giovanni Faccenda
Curatrice mostra:
Deborah Petroni
Catalogo mostra:
AEM Srls
Sponsorizzata e pubblicizzata da:
www.ilpensieroartistico.eu
www.paolobalsamo.it
Durata mostra:
dal 26 novembre - 8 dicembre 2016
dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
con orario continuato
Lunedì e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Info e contatti:
Mail:
info@wikiarte.com
Sito:
www.wikiarte.com |