“La
ripetizione differente – spiega Franco
Fanelli - è uno dei principali stilemi della
pittura aniconica: individuato un segno, un
grafema, una cifra, esso riappare, tela dopo
tela, carta dopo carta, in molteplici
varianti, in infinite combinazioni, simili
ma mai uguali, secondo la percezione e la
coscienza dell’artista. Così è l’arte di
Antonio Freiles, in un continuo e serrato
dialogo tra la fisicità dei materiali e
delle tecniche, e l’immaterialità
dell’elaborazione concettuale di ritmi e
forme”.
Willy Montini, nella sua introduzione al
catalogo traccia un puntuale e appassionato
ritratto dell’artista. “’Lavoro
semplicemente per poter respirare E’ un
desiderio, come il desiderio di amare’. Me
lo ha confessato anni fa Freiles al telefono
– ricorda Montini - e quando l’ho
conosciuto, ho capito che questa frase gli
appartiene davvero, e lo rappresenta.
Dipingere, fare pittura, come qualcosa di
ineluttabile ed ineludibile. E questo suo
costante “continuum” nel passaggio fra tele
e carte lo aveva già annotato a metà degli
anni '80 Enrico Crispolti. Un “unicum”
quello di Freiles – continua Montini – che
nei decenni si distingue, si frammenta, si
declina in forme a modi differenti ma resta
sempre solido, definito e personale".
Alla mostra – realizzata dagli Amici della
Pittura Siciliana dell’Ottocento in
collaborazione con ArtCOM - è dedicato un
catalogo (Allemandi Editore) con il saggio
critico di Fanelli e Montini. Le FAM sono
aperte al pubblico secondo i seguenti orari:
dal martedì alla domenica dalle 17 alle
21.30. Chiuse tutti i lunedì. |