Di questa
singolare intuizione di Cossyro - e della
valenza anticipatrice della sua ricerca
plastica verso forme e fenomeni oggetto di
studio della fisica moderna e contemporanea
- scrive Bruno Corà, nel testo critico del
volume Black Holes, affiancando l’indagine
di Cossyro a quella pionieristica di Fontana
di oltre mezzo secolo fa: “Se i ‘buchi’ o i
‘concetti spaziali’ di Lucio Fontana – dice
Corà - hanno fornito, in modo pionieristico
negli anni Cinquanta una fisionomia ideale
all'identità dello spazio siderale e perfino
a quello delle particelle, ora Cossyro con i
suoi black holes si è spinto verso frontiere
ancora più estreme. Infatti, il ciclo dei
buchi neri (2010-2016) concepiti e
realizzati da Cossyro con tessere vitree e
ardesia, e collocati sul pavimento sopra
lastre di acciaio inox lucidato a specchio o
sospesi in aria, consentono di prendere
visione e coscienza di una realtà altrimenti
invisibile poiché riferita a fenomeni
astronomici aventi una massa di numerose
migliaia di volte superiore a quella del
sole strutturalmente munita di una velocità
in grado di inghiottire la luce e pertanto
non consentendo la sua diffusione”.
Premonizione, profezia, preveggenza o
intuizione casuale? In una recente
conversazione raccolta da Paolo Minacori,
direttore artistico di FAM Gallery, Cossyro
si schermisce e ironizza con chi lo
definisce un “chiaroveggente”: “L’arte
anticipa tutto – dice l’artista – lo fa
anche Italo Calvino nel suo elogio alla
leggerezza: ogni collegamento nell’Universo
sembra ci voglia dimostrare che il mondo si
regge su entità sottilissime, come i
messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i
quarks, i neutrini vaganti nello spazio
dall’inizio dei tempi… Sono i medesimi
“fili” sottili che collegano i suoi oggetti
ideali (qualcuno direbbe “surreali”) che
prendono forma e allo stesso tempo si
dissolvono, percezione di ciò che è minuto,
mobile e leggero, nelle fisarmoniche, nei
reticoli, perfino nelle linee spirali dei
suoi buchi neri”.
La luce e il buio cosmico, il dialogo fra
opposti – qui nel contesto quasi visionario
della fisica universale - tornano
protagonisti nelle opere di Cossyro come in
tempi meno recenti il contrasto fra bronzo e
legno “conflitto di materie nemiche che
Cossyro allea in un solo oggetto”. Ancora
Minacori nella conversazione con il maestro:
“Questo ci riporta – ma non è materia di chi
scrive, piuttosto argomento degli storici
dell’arte che stanno lucidamente animando il
dibattito – al rapporto tra l’opera, lo
spazio e il colore. Se lo spazialismo di
Lucio Fontana era teso a superare la realtà
bidimensionale della tela verso una terza
dimensione percepita, ma oscura - è il punto
di vista dell’osservatore che mira allo
squarcio-buco, ma non trova la luce –
nell’opera di Cossyro la sperimentazione
dello spazio percepito multidimensionale
supera lo spazialismo bidimensionale. La
luce-colore diventa protagonista non solo
dal punto di vista metaforico e concettuale,
ma anche responsabile della realizzazione di
un organismo elaborato, complesso,
strutturato in una creazione plastica che
investe lo spazio”.
In mostra sarà disponibile il libro Michele
Cossyro Black Holes con testo critico di
Bruno Corà, editore KAPPABIT.
UFFICIO STAMPA FAM Gallery
Carmela Grasso | melagrasso@gmail.com |
349.26.84.564
Simonetta Trovato | simonettatrovato@libero.it
| 333.52.89.457
Buchi neri e pieghe cosmiche
Michele Cossyro
Presentazione di Bruno Corà
Agrigento FAM Gallery | via Atenea 91
18 giugno | 24 luglio 2016
Orari: martedì venerdì 17.30 – 20.30
Sabato domenica 11.00 – 13.00 |17.30 – 20.30
lunedì chiuso
Realizzazione della mostra
Paolo Minacori
Main Contributor
coordinamento organizzativo
Erika Chianetta
Collaborazioni
Museum - Osservatorio dell’arte
contemporanea in Sicilia
FAM - Fabbriche Chiaramontane
Con il patrocinio del
COMUNE DI
AGRIGENTO
Progetto grafico
Emanuele Pistola |