È una grande fortuna per gli
italiani poter sentire oggi della musica della stessa genialità
di un Bach o di un Händel scritta nella loro lingua madre.
Il progetto coinvolge giovani e giovanissimi cantanti e
strumentisti italiani e stranieri col preciso intento di
recuperare, con l’ausilio della fenomenologia, l’estetica
proposta dall’Accademia dell’Arcadia, della quale Scarlatti fece
parte, tra i pochissimi musicisti accolti in tale cerchia di
intellettuali aristocratici.
Le due
Cantate pastorali che sentiremo a Varese illustrano il mondo
dell’Arcadia e sono un valido esempio di quella purezza di stile
che Scarlatti ha sempre mantenuto rifuggendo inutili e pomposi
barocchismi.
La voce
umana è coinvolta in un continuo dialogo con gli altri strumenti
e non viene usata dal compositore come unica solista sovrana,
bensì come parte di un complesso intreccio polifonico atto a
dipingere con estrema aderenza gli stati d’animo e il percorso
intrapreso. Allo stesso tempo il metro della Siciliana, usato
spesso e volentieri da Scarlatti, e l’essenzialità melodica
rendono questa musica familiare, come degli antichissimi canti
popolari (per esempio Astro del Ciel).
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La
cantata Non so, qual più m’ingombra, di carattere
riflessivo, è un viaggio di consapevolizzazione dell’affetto e
del pensiero, una graduale rivelazione attraverso gli affetti
dipinti dalla meravigliosa strumentazione di Scarlatti; dopo
un’introduzione strumentale, ad un primo recitativo in cui il
narratore esprime il suo stato d’animo misto a gioia e stupore e
descrive la trasformazione della natura che da aspra e fredda
diventa rigogliosa e vivace segue un’aria che dipinge la
felicità dell’animo e la pace che “alletta e tanto piace” che
preannuncia la rivelazione della nascita di Gesù che prenderà
corpo col secondo recitativo e la seconda e ultima aria
pastorale.
La
cantata Oh, di Betlemme altera povertà venturosa inizia
con un’introduzione strumentale per continuare con un primo
recitativo rivolto a Betlemme fortunata per essere stata scelta
per accogliere la nascita di Dio; segue la prima aria sulla
nascita di Gesù. Il secondo recitativo e la seconda aria sono
incentrati sul bambino Gesù innocente nato per salvare la
“humanità cadente” e per sciogliere le nostre catene. L’ultima
aria, introdotta da un recitativo rivolto ai pastori, ci mette a
parte di una bellissima rivelazione: proprio ai pastori è dato
vedere per primi Gesù in quanto nasce per farsi “di Dio
l’Agnello”.
Un particolare ringraziamento per
la riuscita dell’iniziativa va a Monsignor Donnini che ha
offerto gli spazi per il concerto, all’Assessore al Commercio
Salvatore Giordano che ha sostenuto l’iniziativa con interesse,
generosità e spirito, all’Assessorato alla Cultura , all’Iper di
Varese e all’Agenzia Musajo Somma & Minonzio - Toro
Assicurazioni di Varese.
Musicisti: Antonia Sfrangeu –
soprano, Sara Ganfriddo, Christa Bützberger – violini, Luca
Corda – viola, Héloïse Piolat – violoncello, Marina Rossi –
cembalo.
Per maggiori informazioni sul
Progetto Alessandro Scarlatti visitate il sito www.arsetlabor.eu
Il concerto avrà luogo nella
Chiesa di Sant’Antonio alla Motta di Varese il 10 dicembre 2010
alle ore 21. L’ingresso è libero.
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