"Il signor di
Pourceaugnac
potrebbe arrivare forse ai Quartieri Spagnoli e qui venire truffato,
ridicolizzato, raggirato da un servo-pulcinella contemporaneo, senza
maschera e vestito bianco ma ugualmente affamato e buffo, figlio dei
mercati della Napoli di oggi, della Duchesca e della Maddalena,
avendo come complici e amici poveri cristi e poliziotti corrotti.
Sperando di toccare e raccontare anche la nostra quotidianità e di
rendere omaggio al Molière che imparò i lazzi dai comici italiani
che recitavano a Parigi, gli stessi antenati di Totò, dunque, e di
Petito, Scarpetta, Viviani, De Filippo.
Un Pourceaugnac
sporco senza vestiti e parrucche seicentesche ma contemporaneo,
grottesco e surreale».
Emanuele Valenti