Storia complessa rintracciare le
origini del gelato.
Di certo sappiamo che la refrigerazione di sostanze dolci,
succhi di frutta, viene praticata fin dall' antichità da
diversi popoli e persone di ogni estrazione sociale, sopratutto
in Asia Minore.
... Origini antiche
Per la storia del gelato si può risalire fino ad Isacco che offrì
ad Abramo latte di capra misto a neve, così riporta la
Bibbia - dicendogli "MANGIA e BEVI: il sole è ardente e
così puoi rinfrescarti."
Possiamo dedurre che si trattasse di latte ghiacciato tipo
sorbetto...
Daltronde alcuni interpreti di vecchie scritture, anche se con
qualche riserva, affermano che gia nella Palestina, durante la
raccolta del grano, i padroni facevano distribuire ai servi dei
pezzi di neve, che a quel tempo, come nei periodi successivi,
veniva raccolta e compressa d' inverno in apposite costruzioni
perchè durasse fino all'estate.
Quando la neve non c'era, l' uomo riusciva comunque a
"fabbricare" il ghiaccio. Aveva scoperto il sistema per
ottenerlo: riscaldava l' acqua e successivamente la portava in
sotterranei freddissimi, dove il vapore acqueo gelava sulla
roccia.
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Oriente e Egitto
In Oriente ed Egitto i Faraoni offrivano agli ospiti calici d'
argento divisi a metà, una piena di neve e l' altra di succhi di
frutta.
Alessandro Magno
Una tradizione storica racconta che re Salomone era un grande
consumatore di bevande ghiacciate e che Alessandro Magno,
durante le sue campagne in India, pretendesse un continuo
rifornimento di neve da consumare mescolata a miele e frutta...
I Romani e il Gelato
Quando poi i romani occuparono la Grecia, impararono ad
utilizzare la neve e il ghiaccio per consumo alimentare e per
raffreddare le vivande.
Una vecchia ricetta tramandataci da Plinio il vecchio , ci fa
capire quando già tra i romani fosse vicino il concetto di
sorbetto , infatti essi mescolavano ghiaccio tritato finemente e
miele ad un’altra porzione di ghiaccio mescolato con succo
di frutta, in modo da realizzare una specie di crema ghiacciata.
Nell’ antica Roma il piacere di consumare bevande mescolate a
neve e ghiaccio non era solo privilegio dei ricchi, poiché anche
il popolo aveva la possibilità di degustare bevande ghiacciate.
A Roma scopriamo la prima ricetta di una specie di gelato,
autore il generale Quinto Fabio Massimo, che diventò subito
molto popolare.
A Roma la neve veniva portata dal Terminillo ma anche per nave
dall' Etna e dal Vesuvio, due immense riserve che fornirono per
secoli un fiorente commercio fornendo la materia prima ai
popolari "Thermopolia" disseminati lungo le strade, sempre
affollati di viandanti accaldati, ed ai palazzi imperiali.
Nerone avrebbe fatto indigestione di neve come Elogabalo, alla
cui Corte si consumavano enormi quantità di bevande ghiacciate.
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Le invasioni Barbariche e Il
Medioevo ... il Gelato e l'Oriente
Con la caduta dell'Impero Romano e la venuta del Medio Evo si
persero tante (o forse tutte) di quelle raffinatezze che erano
state fino ad allora patrimonio comune di molti popoli.
Anche i gelati sparirono, ma non in Oriente, dove l' "invenzione
delle bevande fredde continuava a perfezionarsi. Sembra che
fosse stato un discepolo di Maometto a scoprire il sistema per
congelare i succhi di frutta, mettendoli in recipienti, che
venivano a loro volta immersi in altri riempiti
di ghiaccio tritato. Sistema questo, che con più accurati
accorgimenti è rimasto per tanti secoli, fino all' invezione
dei frigoriferi,come base per la preparazione dei gelati.
Dall'Oriente, il gelato, al quel punto sconosciuto in Europa,
cominciò nuovamente a diffondersi.
Gli Arabi riportarono a noi questa tradizione che ripartì dalla
Sicilia, e venne chiamato sorbetto, dalla voce araba scherbet
(dolce neve), o secondo altri, da sharber (sorbire) da cui
deriverebbe, tramite la lingua turca, il vocabolo chorbet,
cioè sorbetto.
Dagli Arabi agli Italiani
Il gelato riapparve in forme piu raffinate e leggere, inventate
dagli Arabi, che avevano intanto scoperto l' uso e quindi
l' aggiunta dello zucchero e di nuovi succhi di frutta, tra cui
primeggiarono quelli degli agrumi.
La fantasia orientale, nella Sicilia ricca di frutta e di neve
si esaltò e fece scuola.
Nelle regioni piu a nord i Crociati, ritornando dalla guerra
Santa, portarono preziose ricette, e il "gelato" cominciò
a riapparire come nuova scoperta alla tavola dei ricchi.
A Venezia venne portato invece da Marco Polo con nuovi
suggerimenti per la refrigerazione, non più con la neve, ma
mescolando acqua e salnitro.
Ma la vera diffusione del "gelato" in Europa partì però dalla
Sicilia, dove i gelatai che impararono dai Mussulmani, e che
perfezionarono le ricette con la loro inventiva, cominciarono a
portare il gelato a Napoli, poi Firenze, Milano, Venezia. Poi
sempre più sù, in Francia, Germania, Inghilterra
mentre in Spagna il "sorbetto" si diffondeva tramite i rapporti
commerciali del Portogallo con i popoli delle Indie .
I Gelatai Italiani
XVI secolo, il Rinascimento, ecco i nomi che faranno la storia
del gelato Italiano. Ruggeri, pollivendolo e cuoco a tempo
perso, concorrente inatteso e snobbato da tutti gli altri cuochi
partecipanti ad una gara alla Corte dei Medici, fra i piu bravi
della Toscana, con tema: "il piatto piu singolare che si fosse
mai visto".
Ruggeri timido ed imbarazzato chiese di prendere parte alla
competizione. Avrebbe preparato un dolcetto gelato con delle
ricette quasi dimenticate e con un pizzico di fantasia.
Con il suo "sorbetto" conquisto i giudici: "Non abbiamo mai
assaggiato un dolce così squisito". E così, vincitore, diventò
famoso in tutta la regione, e ricercato ovunque.
Caterina de Medici, dovendo partire per sposare Enrico,
duca d' Orléans e futuro Re di Francia, espresse il desiderio di
portare con sé, oltre a cuochi e pasticcieri, l' unico
italiano, diceva lei, in grado di umiliare i francesi, almeno in
cucina. Ruggeri, che nel frattempo era tirato in ballo ovunque
per i pranzi dei personaggi più famosi dell' epoca, venne
"prelevato" dai soldati e caricato sulla nave.
A Marsiglia, al banchetto di nozze, fece conoscere dai francesi
il suo gelato, la ricetta di:
"ghiaccio all' acqua inzuccherata
e profumata".
Era il 1533 e lui ricevette l' ordine di dare libero sfogo alla
sua fantasia, in modo da stupire gli ospiti dei banchetti
reali . Fu così, con la sua ricetta, ancora segreta che
cominciò a dare delle forme al gelato e creare veri e propri
monumenti, in miniatura. Caterina rifiutò ogni regalo od offerta
di denaro pur di tenersi stretto il buon Ruggeri, ma per lui la
fama diventò l' inferno ! Venne odiato da tutti i cuochi della
capitale, fu boicottato in ogni modo, ed una sera addirittura
aggredito, derubato e bastonato! Chiuse in una busta la ricetta
della sua invenzione e la fece rcapitare a Caterina,
con questo messaggio di congedo: "con il vostro permesso ritorno
ai miei polli, sperando che la gente mi lasci finalmente in pace
e, dimenticandosi di me, si accontenti soltanto di gustare il
mio gelato".
Cuochi e pasticcieri al seguito di Caterina de' Medici si
trovarono così la fortuna di diffondere il gelato in tutta la
Francia.
Sempre a Firenze nel Cinquecento,
Bernardo Buontalenti famoso
architetto, pittore e scultore, aveva l' hobby della cucina e di
conseguenza arrivò al gelato. L' occasione gli giunse quando
ricevette l' incarico di organizzare sontuose feste, che
avrebbero dovuto a lasciare a bocca aperta italiani e stranieri.
Ovviamente i banchetti avevano un ruolo importante e Buontalenti
presentò i suoi
"favolosi dolci ghiacciati", nati da
elaborazioni personali e certamente superiori ai gelati fino ad
allora prodotti. Erano a base di zabaglione e frutta, ebbero un
successo strepitoso, e le sue ricette partirono da Firenze
diffondendo in breve tempo il gelato in tutta Europa e non solo.
Il gelato come "businnes" deve invece le sue origini a
Francesco Procopio dei Coltelli. Secondo alcuni palermitano,
secondo altri (ipotesi più probabile) di Acitrezza, paese di
pescatori a nord di Catania
Procopio utilizzò un' invenzione del nonno Francesco, un
pescatore che nei momenti di libertà si dedicava all' invenzione
di una macchina per la produzione di gelato, la quale ne
perfezionasse la qualità fino ad allora esistente.
Un giorno riuscì nel suo intento, ma ormai anziano decise di
lasciarla in eredità al nipote.
Procopio, tempo dopo, stanco della vita da pescatore prese la
sua macchinetta e comincò a studiarla, fece diverse prove e alla
fine decise di partire in cerca di avventura. Arrivò dopo
tanti insuccessi, e successivi perfezionamenti fino a Parigi.
Scoprendo l' uso dello zucchero al posto del miele e il sale
mischiato con il ghiaccio per farlo durare di più fece un salto
di qualità e venne accolto dai parigini come geniale inventore.
Moprì nel 1686 un locale, il "Café Procope".
Dopo poco, dato l' enorme successo ottenuto, si spostò in una
nuova e più grande sede (oggi in rue de l' Ancienne Comédie),
di fronte alla "Comédie Française".
Quel "Café" offriva: "acque gelate", (la granita), gelati
di frutta, "fiori d anice", "fiori di cannella", "frangipane",
"gelato al succo di limone", "gelato al succo d'arancio",
"sorbetto di fragola", in una "patente reale" (una
concessione) con cui Luigi XIV aveva dato a Procopio l'
esclusiva di quei dolci. Diventò il più famoso punto d'
incontro francese. Voltaire, Napoleone, George Sand,
Balzac, Victor Hugo frequentavano quel "Café", ancora oggi
uno dei vanti di Parigi. Dunque la diffusione su scala
"industriale" del gelato nel mondo partì dalla sicilia.
Nel 1750 c.ca , un nobile, Patrick Brydone, scozzese, scrivera:
"L' Etna fornisce neve e ghiaccio non solo a tutta la Sicilia
ma anche a Malta e a gran parte dell' Italia, creando così un
commercio molto considerevole. In queste contrade arse dal sole,
persino i contadini si godono dei bei gelati durante i calori
estivi, e non vi è ricevimento dato dalla nobiltà in cui i
gelati non abbiano una parte di primo piano: una carestia di
neve, dicono i siciliani, sarebbe piu penosa che una carestia di
grano o di vino. E si sente dire spesso che senza le nevi
dell'Etna l' isola non sarebbe abitabile, essendo giunti al
punto di non poter piu fare a meno di quello che in realtà è un
lusso".
Liberamente tratto da:
Luca Caviezel: "Scienza e tecnologia del gelato artigianale" -
Chiriotti editore
https://www.mistergel.it/5.htm
Altre curiosita'
Nel 1600, in America, a New
York, un emigrato italiano, il genovese Giovanni Bosio, apre la
prima gelateria; il veneziano Sartelli conquista Londra; a
Parigi il napoletano Tortoni inventa il gelato tra due biscotti.
Nello stesso periodo nacque anche l'usanza - ancora in voga oggi
- di servire, a metà banchetto - il "sorbetto", considerato un
ottimo digestivo.
Pian piano il gelato incomincia a modificarsi: ai succhi di
frutta e al miele, vengono aggiunti latte, uova e panna. Non é
un caso che la prima formula trascritta del gelato, così come lo
conosciamo oggi (con latte etc...), la troviamo nell'
Enciclopedia Britannica. E siamo alla fine del 1600!
IL PRIMO
CONO Cento anni per
il cono di wafer e gelato.
Anche per il cono ci sono diverse storie...
Probabilmente nacque nel 1904 durante la Fiera Mondiale di St
Louis.
Un gelataio , avendo terminato i contenitori in cui proponeva i
suoi gelati ai clienti, provò ad utilizzare dei wafer venduti da
un banchetto lì vicino. L'accostamento wafer gelato fu un gran
successo!
Secondo quanto riportato dal Washington Post, invece, fu un
immigrato italiano negli Stati Uniti, Italo Marchiony, il quale,
il 22 settembre del 1903, si presentò all'Ufficio brevetti di
New York per depositare formalmente la sua idea e ottenerne
piena paternità intellettuale riconosciutagli, solo pochi mesi
più tardi, nel dicembre dello stesso anno.
La storia del cono - registrato nel 1903 - risale, però, alla
fine dell'Ottocento: già a partire dal 1896, Marchiony aveva
intuito le potenzialità del gelato da passeggio, vendendo per le
strade di New York i suoi sorbetti in un foglio di carta piegato
a forma di cono e riscuotendo discreto successo, tanto da
procedere, poi, alla creazione di una cialda fatta non solo per
sostenere il gelato, ma anche per essere mangiata.
Le cialde, invece, sono il risultato di un'arte
antichissima, quella dei "cialdonari" che già nel 1400
confezionavano impasti leggeri a base di acqua, farina, zucchero
e uova. La paternità del gelato prodotto a livello industriale
va all'America, che per prima perfezionò le macchine per una
produzione massiccia di gelato.
https://www.siportal.it/NEWS/rub/art.asp?id=4595
LA PARIGINA
LA PARIGINA - L'ANTENATA DEL
CONO
Nel 1906, nei caffè di Milano, erano già apparse le “parigine”
(o “nuvole”), fatte di una porzione di gelato compressa tra due
ostie di pasta wafer rotonde, quadrate o rettangolari.
Il nome delle "parigine", antenate del nostro moderno "cono",
trae origine dal suo inventore, un certo Giovanni Torre nato in
un antico borgo vicino Sanremo, che di ritorno da Parigi
s’inventò il commercio ambulante di gelati racchiuso tra due
wafer. Fu proprio l’inizio del secolo che vide i nostri
gelatieri invadere “dolcemente” le capitali della Mitteleuropa.
tratto da ... GELATERIA
LA PARIGINA - ROMA
00162 Roma, Via
Rodolfo Lanciani, 54/56; Tel. 06/86209151; e-mail:
info@laparigina.com
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