FESTIVAL DELLE
LIBERTA' DIGITALI - Italia
Come rendere fruibile e gratuita l’“autostrada” digitale
LA LIBERTA’ DIGITALE SI MOLTIPLICA
14 giorni tra Veneto, Bologna, Pisa, Roma e Napoli per
rendere fruibile a tutti la conoscenza via web.
Le
novità e il programma del Festival di Wikimedia Italia, dall'1 al 14
ottobre
La libertà passa anche attraverso l'espressione digitale:
open data, open street map, e-book.
Ovvero la libera diffusione via Internet, con annessa possibilità di
impiego, della conoscenza, a cominciare dai dati delle pubbliche
amministrazioni, delle cartografie del territorio realizzate dagli enti
pubblici, dei libri vecchi e nuovi che dal formato cartaceo vengono resi
fruibili sul web. Di tutto questo, e molto più, si parlerà al
Festival delle Libertà Digitali, organizzato dall’Associazione Wikimedia
Italia, giunto quest'anno alla terza edizione. Per il terzo
“compleanno” la manifestazione si moltiplica: in programma dall'1
al 14 ottobre, il festival sarà diffuso sul territorio
italiano, policentrico, con eventi sia a Vicenza dove è nato che
a Padova, Bologna, Pisa, Roma e Napoli. |
|
«Con il Festival ci
proponiamo di sensibilizzare le persone sulle nuove tecnologie
della comunicazione, in particolare sugli aspetti che riguardano
i principi etici e la libertà – spiega Luca Menini, di Wikimedia
Italia – E' ormai fondamentale iniziare a comprendere i temi
della privacy, dei dati aperti, del software libero, della
condivisione della conoscenza, perché siamo nella società
dell'informazione: questo implica che il valore economico non è
più esclusiva di aspetti materiali, come la produzione di
oggetti, ma anche nella cultura e nell'informazione, e nella
loro diffusione. Questi aspetti oggi devono essere inclusivi,
non esclusivi. Noi quindi affermiamo che non deve essere tolta
alle persone la possibilità di operare con questi strumenti come
lo desiderano».
L'obiettivo della manifestazione organizzata da
Wikimedia Italia – associazione italiana senza scopo di lucro
che supporta l'enciclopedia libera via web più famosa del mondo,
Wikipedia – è quindi diffondere i valori positivi dell'“open
source”, i principi etici della condivisione digitale in rete in
modo legale di notizie, musica, immagini e programmi che stanno
alla base del software libero e della stessa Wikipedia.
Condivisione resa possibile anche grazie alla presenza di
licenze precise che regolano la diffusione libera, fra cui le
Creative Commons. Con l'evento si vuole poi contribuire al
rafforzamento della rete di volontari che utilizzano e producono
contenuti a scopo sociale, per lavoro o per svago: la
manifestazione vuole quindi essere anche luogo di scambio di
buone pratiche ed esperienze positive.
|
I temi e i luoghi del Festival 2011
«In questa edizione la manifestazione è
programmata con un “canovaccio” di argomenti principali,
a cui volontariamente e senza necessariamente essere
affiliati a Wikimedia Italia altre persone hanno potuto
aggiungere e sviluppare ulteriori temi correlati»
precisa Menini.
Fra i temi principali che verranno
toccati c'è quello degli open data. Le pubbliche
amministrazioni hanno a propria disposizione un'enorme
mole di informazioni, rilevazioni, dati appunto, che
sono fruibili dai cittadini solo in forma cartacea o
comunque, anche quando siano già digitalizzati, spesso
solo recandosi nelle sedi dell'ente specifico. Queste
informazioni, teoricamente già fruibili in modo libero,
potrebbero essere messe a disposizione sulla rete così
che il cittadino possa impiegarle, per semplici servizi
informativi piuttosto che per un'attività di business.
«La cittadinanza paga le tasse per avere
servizi dalla Pubblica Amministrazione. Mettere a
disposizione il proprio patrimonio informativo da parte
delle amministrazioni pubbliche è uno di questi servizi
– osserva Menini – Facciamo un parallelo “pratico”: la
strada che io utilizzo, pubblica, ce l'ho perché pago le
tasse. Ed è una infrastruttura a disposizione di tutti.
I dati della Pubblica Amministrazione devono essere
visti come infrastrutture dai cittadini, e deve essere
possibile utilizzarle per i propri scopi tra cui anche
il fare business: allo stesso modo per il quale impiego
la strada davanti casa per andare al lavoro, o per
svolgere l'attività di autotrasportatore».
|
A Padova, il tema degli open data verrà
declinato in “open street map”: le cartografie oggi
presenti su Internet, ad esempio quelle di Google, sono protette
da copyright, dati che non possono essere impiegati per fare
business liberamente senza il consenso, a pagamento o in forma
gratuita, della società proprietaria. Ma in realtà già oggi ogni
città e Comune d’Italia ha a disposizione un proprio stradario,
accurato e aggiornato continuamente, con i dati del territorio,
vie e numeri civici compresi. Le cartografie del territorio
vengono realizzate sin dai primi decenni del Novecento,
attraverso voli e fotografie aeree, e sono presenti negli
archivi delle amministrazioni. «Perché queste informazioni e
mappature non possono essere messe a disposizione di ogni
cittadino, per semplice servizio informativo o anche con la
possibilità di impiegarli per la propria impresa o progetto?» si
chiedono a Wikimedia Italia. Il progetto degli open data è di
carattere generale: punta a far sì che queste informazioni,
soprattutto quelle della Pubblica Amministrazione, vengano messe
a disposizione di tutti. Molti di questi dati, del resto, sono
già in forma digitale.
A Vicenza si parlerà soprattutto di
e-book. Da anni nella città di Andrea Palladio la Biblioteca
“La Vigna”, centro internazionale di cultura e civiltà
contadina, porta avanti l'iniziativa “Adotta un libro”: un
progetto di digitalizzazione dei volumi dell'istituto, che
dispone di un archivio di oltre 50mila libri compresi testi
cinquecenteschi o seicenteschi molto rari che non possono essere
toccati, ma che possono essere fotografati e, tramite scansione
digitale, divenire disponibili su web. «Quest'anno daremo una
mano a “La Vigna” - dichiara Menini – cercheremo nel loro
archivio un libro, lo fotograferemo, faremo la pulizia di ogni
foto e la scansione, con un incontro pubblico in cui
presenteremo il testo digitalizzato e informeremo della sua
disponibilità sulla rete». Precisamente, su Wikisource: è
uno dei progetti collegati a Wikipedia, una risorsa in cui già
oggi è possibile trovare molti volumi in formato “e-book” e
collaborare, volontariamente e dedicando il tempo che si
desidera, alla digitalizzazione di altri libri. Per farlo si
impiega un software che riconosce i caratteri e le frasi della
scansione. Il software tuttavia può “tradurre” commettendo
qualche errore: il lavoro del volontario sta proprio in questo,
collaborando a leggere le parti scansionate ed elaborate per
individuare e correggere alcuni errori. In Wikisource sono a
disposizione libri di cui non sussistono più i diritti d'autore.
Ad esempio sono già presenti alcuni volumi del vicentino Antonio
Fogazzaro, di cui quest'anno ricorre il centenario della morte;
quindi le sue opere sono libere per tutti da 30 anni.
Altre iniziative del Festival sono in programma a
Roma con un evento dal titolo “Cultura online:
micro-pagamenti, grandi innovazioni”.
Tutti gli aggiornamenti sul Festival delle
Libertà Digitali saranno pubblicati sul sito dell'evento:
www.libertadigitali.it
Il Festival è anche sul social network Twitter:
https://www.twitter.com/LibertaDigitali
Contatti: mail a
info@libertagitali.org
|